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giovedì 29 marzo 2007

Rossano Astremo: per una nuova vertigine del senso

Siamo in una fase storica in cui le notizie su carta stampata fanno parte di una dimensione di vera e propria archeologia mediatica. Oggi la Rete è divenuta la matrice per eccellenza, la torre di Babele in cui ciascuno di noi può sapere di tutto e su ogni cosa e dove le informazioni sulla cultura e l'editoria sono di più immediata fruizione. Cosa c'è ancora da fare per migliorare l'azione culturale on-line, e quali, se tu ne vedi, gli ostacoli principali?

Notizia di qualche giorno fa: la rivista americana “Life” chiude i battenti, per risorgere in versione on-line. Tra qualche anno anche il quotidiano“New York Times” smetterà di stampare la versione cartacea. Questo significa che l’informazione ha oggi nella Rete un suo centro propulsore innegabile. E ciò riguarda anche l’informazione che concerne le vicende editoriali e culturali. Ad esempio, molti dei libri che leggo li scopre grazie a segnalazioni su siti, riviste on-line, lit-blog e quant’altro. Da questo punto di vista credo che le potenzialità di Internet siano grandiose. O, ancora, un altro aspetto grandioso è il fatto che molti scrittori abbiano trovato nella Rete un modo per eludere le classiche logiche editoriali. Non più montagne di manoscritti spediti a dozzine di editori, ma post che poi diventono libri. Lo scouting oggi si fa in Rete. Vedi Pulsatilla, ma anche la Cutolo che esce a giorni con “Pornoromantica”, edito da Fazi. E, perché no, Roberto Saviano ha cominciato a pubblicare i suoi reportage su Nazione Indiana. Io non vedo ostacoli. Mi chiedi cosa fare per migliorare l’azione culturale on-line? Uscire dalla Rete, forse.
Un modello esemplare di quello che può essere un modello culturale da seguire è AbsolutePoetry, che oltre ad essere un blog interamente dedicato alla poesia è anche un Festival di grande spessore, che ogni anno cresce e s’arricchisce di contenuti.

Cosa è cambiato nella tua ricerca da quando hai associato al tuo blog Vertigine, anche il cartaceo, trasformandolo in un periodico?

La rivista Vertigine nasce perché “la carta non è tutto ma aiuta”. Io credo ancora nella lentezza della lettura, nel piacere erotico del libro, del peso della carta che impasta le dita. Quindi penso che la Rete abbia un’immensa funzione informativa, ma la creatività, a mio parere, ha ancora bisogno della carta. L’esperienza di Vibrisselibri, di cui faccio parte, è significativa in questo senso. Potete scaricare i libri, ma il nostro obiettivo è quello di allettare gli “editori cartacei”.

So che stai lavorando molto sul piano poetico. Potresti parlare della tua ultima raccolta?

La mia nuova raccolta si chiama “L’incanto delle macerie”, pubblicato dall’editore Icaro di Lecce. Raccoglie una settantina di testi composti negli ultimi tre anni e nonostante l’apparente forma frammentaria può considerarsi, a tutti gli effetti, un poema. Il libro racconta una storia d’amore tra un uomo e una donna, consumata all’interno di uno spazio domestico claustrofobico, dove uno schermo sprigiona immagini di dolore (le continue immagini di guerre che siamo abituati a vedere senza sconvolgerci minimamente). L’idea era quella di creare una sorta di immensa struttura simbolica: l’amore trionfa sopra ogni cosa. So che può sembrare una definizione mocciana. Ma vi assicuro che di Moccia c’è ben poco…

Nato nel 1979, è di Grottaglie (Ta). È giornalista pubblicista. Scrive per “Il Nuovo Quotidiano di Puglia”. È il curatore del periodico di scrittura e critica letteraria “Vertigine” (blog: vertigine.wordpress.com). Collabora con l’Università degli Studi di Lecce al progetto “Il lettore di libri nella regione Puglia". Ha pubblicato “Corpo poetico irrisolto”, edito dalla Besa nel 2003 e “Jack Keroauc. Il violentatore della prosa” (Icaro Editore, 2006). Fresco di stampa la raccolta di versi “L’incanto delle macerie” (Icaro Editore, 2007). Suoi testi critici e creativi sono sparsi su riviste cartacee, webzine e antologie.

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