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venerdì 21 marzo 2008

Poemamore di Irene Leo













La valigia,
rossa di rosa
a gambo verde
-inchiostro di
noi-,
sulla porta
guarda.
Sfugge una piena oliva
dalle ciglia di pietra
del tetto a "pignòn".
E' la luna,
stringe
sospesa,
l'anima alla calce
della muraglia, viva.
Toom toom,
pare bussare
è l'amato occhio
che beve
il succo del frutto.
Proibito-shhhhh-
sale,
il silenzio alle cinque.
Canuto zucchero
caldo di bar,
nei polpastrelli sonanti
le stelle-
sfiorite in tasche
chiuse dischiuse-
Scalzo,ripiega
il tempo
i battenti
tra i denti.
Ho lasciato
un piede fermo
sul lembo di vento
e capelli con te.
Non orma
che l'aria viziata
di nero la ingoia,
ma materica -mia-parte
nel viaggio,
ti regalai.
E tu lasciasti
sul cuscino dei palmi
aperti,
un piede tuo
ossuto di sogni.
Attendo.
Attendi.
Assieme soltanto
cammineremo,
noi.


Nota Biografica.
Sono figlia di un'ottima annata-1980-, Dottore magistrale in Beni Culturali,nonchè Maestro d'Arti Applicate, e soprattutto dilettante del vivere. Oscillando tra passi terreni e voli celesti mi sono innamorata di Madama Poesia e di ogni materia che implica creatività.Scrivo scrivo...scrivo. (Psiche e Queen Ishtar due miei pseudomini nella rete.) E tra una scrittura e l'altra scatto per altrettanta passione e gioco in dig-art, tanto per prender fiato. Sono una figlia del Sud che mescola alla terra arsa il candore della spuma marina, e non ammette mezze misure:o il tutto allo stato violento o il niente allo zero assoluto.

fonte iconografica www.storiadopostoria.blog.kataweb.it

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