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venerdì 16 maggio 2008

Su Ermeneutica e Politica di Sandro Ciurlia























Fassino dalla De Filippi, il ministro Martino novello Maverick in Top Gun, Alessandra Mussolini, littoria in passato nell’esposizione dei suoi generosi seni su riviste patinate. La poltica oggi è nient’altro che un mediocre Reality Show dove l’oscenità dell’ apparire ad ogni costo, l’esibizione del privato off-limits, lo scandalo senza se e senza ma, regna sulla serietà, la professionalità, il rigore (oddio che parolone!) e ogni cosa fa brodo per ottenere consenso, per far aumentare gli ascolti. Certo meglio lo scontro epocale tra Miss Clinton e Barack Obama, che l’esibizioni da circo di buona parte della nostra classe politica dirigente. Certamente la crisi delle ideologie, la scomparsa delle identità politiche, oltre a essere già luoghi comuni, obiettivamente hanno creato confusione, e inutili perdite di tempo nella ricerca di idee e programmi che il più delle volte si sono dimostrati non solo inefficaci,ma privi di una loro originalità, quasi che un isterico desiderio di novità si sia impossessato delle coscienze della leadership nostrana. Il libro di Sandro Ciurlia dal titolo “Ermeneutica e politica”, piuttosto agevole e di gradevole lettura (ma questo non induca a pensare che si tratti di un lavoro leggero e privo del rigore necessario che lo rende densissimo di spunti di riflessione) ha la sua utilità nell’essere una vera e propria bussola che aiuta il viaggiatore a comprendere qual è la giusta direzione per non lasciarsi abbindolare dai tanti furbetti dell’ultima ora che spesso abusivamente occupano le colonne dei più prestigiosi quotidiani nazionali, le lucide e sbrilluccicanti poltrone di Porta a Porta, e che puntualmente dimostrano con le loro parole e i loro fatti che a tutto pensano fuorchè all’interesse del cittadino. E dunque Ciurlia parte da un desiderio di proporre una base di analisi che parta da una serie di elementi che la politica attuale, pare abbia dimenticato: il procedere scientifico nell’ambito della stessa Scienza Politica (ovvero un percorso seguito dagli studiosi del settore al fine di raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile, attraverso la raccolta di evidenza empirica e misurabile attraverso l'osservazione e l'esperimento. Leggiamo a pag. 129: “ Dunque, vanno colte regolarità e variazioni del comportamento umano; va perseguita la weberiana Wertfreiheit, per separare la valutazione individuale – soggettiva e potenzialmente fallace – dal giudizio oggettivo, fondato su dati di fatto; vanno considerati i risultati cui giunge la scienza politica come parte integrante della vita sociale,per effettuare un’operazione di costante monitoraggio delle emergenze politico-sociali con le quali i governi dellenazionisono tentuti a confrontarsi”) ; riprendere il possesso del vero significato del termine ermeneutica (“ L’Ermeneutica rimane una tecnica che educa al confronto. Vale come una sintesi del passato e come un investimento per l’avvenire” - pag.92); la necessità dell’attenzione allo scambio aperto di vedute, al quotidiano e alla persona come impegno normativo, etico, sociale, intellettuale che valuti e tenga sott’occhio tutta l’ampiezza dell’umanità concreta dalla più umile alla più agiata condizione materiale, perché venga a crearsi una doppia corrispondenza gestionale di informazioni tra vertice e base; l’apertura alla critica e all’autocritica ( nella saggistica letteraria a tal proposito si legga il bellissimo saggio di Alfonso Berardinelli pubblicato da Einaudi dal titolo “Poesia non poesia”) indispensabili elementi genomatici dell’homo politicus novus . Nel volume di Ciurlia dunque troviamo proposta un’alternativa alla tradizionale concezione dell'ermeneutica quale metodo basato solo sull'uso dell'ipotesi e non come struttura sistemica della comprensione che apre e costruisce l’orizzonte del futuro, vengono analizzati i più interessanti passaggi dell'ermeneutica contemporanea (in particolare nella versione proposta da Gadamer,ma trovano posto anche Ferraris, Riceour, Palmer, Barman, solo per citarne alcuni), vengono evidenziati i tanti punti oscuri e deboli della tradizione filosofica dell’ermeneutica contemporanea, e le numerose suggestioni che l'ermeneutica riesce ancora a fornire. Questo nella I Parte del volume. La Parte II de libro, offre al lettore un'idea di ermeneutica non solo come stile di pensiero, fondato su un modello di ragione finito e fallibile, ma strumento fenomenologicamente operazionale produttivo di norme, che fa i conti con l’assoluta caoticità dell'esperienza, della realtà, che sembra diventata ormai un ostacolo insormontabile per l’ermeneuta al fine di comprendere cosa c’è veramente sotto i dogmi e i principi assoluti. Sandro Ciurlia sembra poi volerci dare un ulteriore suggerimento, forse una provocazione quasi a volerci a bassa voce sottolineare il fatto che ormai le regole che governano la produzione politica sui media sono certamente più impegnative di quelle che governano i testi politici, e che a un vero politico una sfida del genere non dovrebbe assolutamente dispiacere!

Sandro Ciurla è ricercatore di Storia delle dottrine politiche presso l'Università di Camerino. Ha fondato, nel 1998, "Arché, Rivista di filosofia". Collabora con numerose riviste nazionali di filosofia e di cultura storico-politica. Di recente, ha pubblicato su Leibniz: Antonio Corsano e la filosofia analitica: il pensiero giovanile di Leibniz (Galatina, Congedo, 2002) e Unitas in varietate. Ragione nominalistica e ragione ermeneutica in Leibniz (Galatina, Congedo, 2004); Diritto, Giustizia, Stato. Leibniz e la rifondazione etica della politica (Lecce, Pensa MultiMedia, 2005)




Sandro Ciurlia, Ermeneutica e politica – L’interpretazione come modello di razionalità, Edizioni Il Prato, collana iCentotalleri, pp.216

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