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martedì 1 dicembre 2009

TOURBOOK FABRIZIO DE ANDRE' 1975/98 A CURA DI ELENA VALDINI (Edizioni Chiarelettere)

Ricevo da Giulia Civiletti e pubblico volentieri:
ROMA (di Alessandra Magliaro) (ANSA) - ROMA, 1 DIC - TOURBOOK FABRIZIO DE ANDRE' 1975/98 A CURA DI ELENA VALDINI, CON LA PARTECIPAZIONE DI PEPI MORGIA (CHIARELETTERE 473 PP EURO 59,00) - La bella grafia di mamma Luisa, un corsivo rosso e blu che corre lungo i ritagli dei giornali aiuta ad aprire il baule dei ricordi, inesplorato per anni, della storia di Fabrizio De André. Invecchiati, rosicchiati dal tempo arrivano ricevute, appunti, biglietti Siae dei concerti, foglietti di ogni tipo e poi ancora copertine di dischi, manifesti, avvisi, schizzi originali per l'allestimento dei palchi: il mondo delle tourneé del poeta genovese, quello che per anni non seppe cantare in pubblico, è tutto in questo monumentale libro, in uscita venerdì 4 dicembre da Chiarelettere, fortemente voluto dalla Fondazione De André, presieduta dalla moglie Dori Ghezzi. Un museo da sfogliare e risfogliare, ritrovando nelle interviste della curatrice Elena Valdini, mille curiosità, personaggi al debutto saliti per caso sul palco (Franco Battiato), concerti 'politici' e pure feroci contestazioni (rimproveravano a De André di suonare nei locali 'per ricchi' in tempi in cui la musica era libera), sfilate antimilitariste con Luigi Calabresi e Pino Pinelli, amici radicali come Enzo Tortora, Marco Pannella. Curiosità come una Marinella porno di cui si erano perse le tracce (ma non le cronache "di un'interpretazione sconcertante" nei ritagli di mamma Luisa) cantata da De André alla Bussola, forse per stupire il pubblico dei milanesi figli di o come una Via della povertà diventata un continuo rimando ai politici di allora, Almirante, Andreotti, La Malfa. L'inedita versione de La canzone di Marinella, eseguita la sera del debutto alla Bussola il 15 marzo 1975 è scaricabile gratuitamente on line grazie al codice contenuto all'interno del volume. "Da sei anni svuoto scatole, sacchetti e sacchettini e mentre svuoto leggo fogli e foglietti con appunti di canzoni, pensieri sparsi, numeri di telefono, libri da comprare, menu da sperimentare, bestiame (all'Agnata) da allevare, oracoli da interpellare. E' Dori - racconta Elena Aldini - a portarli direttamente qui in Fondazione da quando la famiglia ha accettato di creare all'Università di Siena il fondo De André. In quelle scatole in cui i ricordi hanno un nome ritrovo i sentimenti di Dori, del suo custodire, del suo condividere e di mamma Luisa...la immagino nel salotto di Villa Paradiso mentre segna con l'inchiostro blu le frasi scelte dal cronista per recensire suo figlio, dalle quali affiora un Fabrizio ancora figlio di, del professor Giuseppe De André", racconta la Valdini. L'autrice - che per la giovane età non ha mai partecipato a nessun concerto di De André - è andata per l'Italia a sentire tutti coloro che avevano avvicinato De André negli anni dal '75 al '98, da quel primo debutto 'mito' alla Bussola di Bernardini il 15 marzo 75 cui seguì il bagno di folla a Piazza Navona a Roma il 3 giugno dello stesso anno, fino all'ultima del '98. Il fonico Riccio, che conserva un quaderno ad anelli con la copertina scozzese in cui De Andre' scriveva il canovaccio con cui presentava al pubblico le canzoni e poi Adele Di Palma, fedele manager e ancora per la prima volta l'amico Pepi Morgia passato con lui dagli ambienti della Genova bene a quelli del giro degli anarchici, regista di tutti i suoi concerti. Valdini scopre nomi, luoghi e aneddoti di ogni data: nasce così il racconto di ogni tour (capitolo) che a sua volta si lega ai ricordi di personaggi di spicco della cultura italiana (Paolo Poli, Diego De Silva, Mario De Luigi, Stefano Benni, Cesare G. Romana, Marco Pannella, Antonio Ricci, Roberto Galanti, Giorgio Gori). E poi ancora tracce forti del timore, avuto fino all'ultimo, di De André di cantare in pubblico (capace di farsi fare certificati medici accusando improbabili afonie) perché non si sentiva uomo di spettacolo. In Tourbook emerge la storia minima di Fabrizio De André, il vissuto dei suoi concerti e del suo essere attraverso i ricordi di tutti (e di Dori Ghezzi indirettamente), un ritratto che riesce con sincerità a restituire tutto il suo carisma. (ANSA).

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