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martedì 19 gennaio 2010

MEMORIE DAL BUIO (Lupo editore): oltre la Shoah, la vita ritrovata nella voce di Aharon Appelfeld

LA FUGA DEI SOPRAVVISSUTI. Non passò per il camino. Non si fece polvere danzando nel vento. Sopravvisse allo sterminio dei nazisti Aharon Appelfeld, ebreo, riuscendo a scappare per poi divenire uno dei più importanti scrittori israeliani. “Tra noi scrittori sopravvissuti, la voce di Appelfeld ha un timbro unico e inconfondibile…”, scrisse di lui Primo Levi. Il filmaker Luigi Del Prete, presidente della Fondazione “Moschettini” di Copertino, lo ha incontrato a Gerusalemme, e di quell’intervista ha fatto, insieme a Lupo Editore, il film-documento “Memorie dal buio”.
ANIME SRADICATE. Di Aharon Appelfeld ha scritto anche Philip Roth: “L’arduo viaggio che nel 1946 portò Appelfeld ad approdare sulle spiagge di Tel Aviv sembra avere sviluppato in lui un’inesorabile attrazione per tutte le anime sradicate… Uno scrittore che ha fatto del distacco e del disorientamento un tema unicamente suo”. Forse anche per questo Roth ha scelto Appelfeld come uno dei protagonisti del suo ultimo libro, “Operazione Shylock”. Il documentario di Del Prete è lungo 42 minuti che scorrono lenti e delicati, in un susseguirsi di intense emozioni trasmesse da toni pacati, dal racconto, più che dei fatti già passati alla storia, delle sensazioni e degli stati d’animo di un bambino, poi adolescente, poi uomo che ha fatto i conti con i ricordi, con le esperienze dolorose che invano, lui come gli altri profughi, pensò di scrollarsi di dosso alla fine della guerra, quando “nessuno sapeva cosa fare della vita che aveva salvato”, perché “la memoria ha radici profonde nel corpo”.
STORIA DI UNA VITA. Ogni esperienza, anche la più terribile, è parte della “Storia di una vita”, quella raccontata nel suo libro così intitolato, di cui alcuni passi, letti da Renato Grilli su sfondo nero, intervallano le “risposte” e le foto d’epoca dell’archivio di Paolo Pisacane, che ritraggono i profughi ebrei a Santa Maria al Bagno, mentre tornano a scoprire l’umanità, a sentirsi vivi, “un’Italia non antisemita”, ricorda Appelfeld. Sgorgano così “memorie dal buio”, l’incanto di un incontro capace di insegnare, far riflettere, non dimenticare.
LE EMOZIONI OLTRE L’EGOISMO. Aharon Appelfeld, nella conversazione con Del Prete, fa un auspicio: “I giovani devono essere sensibili verso gli altri esseri umani, verso gli animali, verso la natura, verso le emozioni. E la sensibilità si coltiva con la musica, con la buona letteratura, con il buon teatro, con il buon cinema… Per essere un buon essere umano bisogna coltivare la propria sensibilità, essere in contatto con le sorgenti che alimentano la nostra sensibilità. Non è qualcosa che va e viene, è qualcosa che si deve alimentare sempre, che bisogna sviluppare. Senza sensibilità la nostra vita diviene un qualcosa di molto limitato, è una vita priva di orizzonti una vita edificata solo sull’egoismo, una vita povera”. “Memorie dal buio”, straordinaria occasione di conoscenza e di riflessione sull’immane tragedia della Shoah, è prodotto da Lupo editore e Fondazione Moschettini

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