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lunedì 29 marzo 2010

Nonna Carla di Alain Elkann (Bompiani)

“Da 10 giorni mia madre è ricoverata all’Ospedale S. Giovanni (…) da 3 giorni è nel reparto di rianimazione. È sospesa tra la vita e la morte…“. E’ la prima volta, non so se devo chiedere venia o meno, che leggo un libro di Elkann. E devo dire che le emozioni che mi ha regalato sono tante, e dunque significa che la sua scrittura funziona e merita tutto il mio rispetto. Si tratta di un romanzo diviso in tre parti tutte legate da un desiderio irrefrenabile di capire il senso di vuoto che lascia una persona a noi cara quando non c’è più. In "Nonna Carla" lo scrittore colleziona le pagine a matita scritte nei mesi della malattia della madre, Carla Ovazza, colpita da un ictus nell'aprile del 2000 e venuta a mancare nel giugno dello stesso anno. “Nonna Carla" è sicuramente il libro più intimo di Alain Elkann. Prende infatti le mosse dall'esperienza dolorosa della morte della madre. Le pagine hanno il sapore del diario, forse lo strumento più diretto per coinvolgere il lettore nella storia e nelle vicende narrate giorno per giorno. Pudore e Amore accompagnano ogni rigo di quest’opera. Tutto viene affidato al cuore di chi legge, dalla scoperta della malattia, all'inesorabile baratro del male, dall'esperienza terribile del reparto di rianimazione sino al funerale, con i rituali e le preghiere ebraiche. “Nonna Carla” comunque resterà riposando per sempre a pochi passi dalla tomba di Primo Levi suo compagno di giochi nell’infanzia. Questo è il nucleo centrale di tutta l’opera di Elkann. Poi invece si rimane piacevolmente sorpresi di come la forza della parola, mai paga, voglia ancora dire ed ecco che piccoli frammenti di memoria costruiscono episodi di vita quotidiana, il rapporto dell'autore con sua madre, mater familias nel senso più alto del termine, solida, e generosa in ogni suo gesto. Ad ogni modo queste pagine ci impongono di non dimenticare mai quanto la morte ci coglie impreparati, soprattutto quando porta con sé i nostri affetti, lasciando alle sue spalle un vuoto che il tempo non riuscirà mai a colmare. Le qualità di questo volume risiedono tutte in una onestà fortissima dell’autore nel voler far capire il valore dell’esistenza, il senso dell’esperienza traumatica della morte, attraverso uno stile sempre puntuale, semplice, adamantino. E ancora e non per ultimo uno dei pregi presenti in queste pagine, è il profondo senso di spiritualità e religiosità, come valore che ti tiene sempre legato alla concretezza e al vero valore della vita anche quando problemi all’orizzonte non ce ne sono.


Alain Elkann è nato il 23 Marzo1950 da padre francese e da madre italiana, entrambi di religione ebraica. Giornalista e scrittore, collabora a La Stampa, Shalom, Eco Mese, Nuovi Argomenti, Panta. Bompiani ha pubblicato tra gli altri Vita di Moravia (1990), tradotto in 15 lingue e ripubblicato sempre da Bompiani nel 2007. Delitto a Capri (1992), Vendita all’asta (1993), Cambiare il cuore con Carlo Maria Martini (1993, nuova edizione accresciuta 1997), Essere ebreo con Elio Toaff (1994) che ha vinto il Premio Internazionale Fregene 1995, I soldi devono restare in famiglia (1996), Il padre francese (1999), Essere musulmano, con Sua Altezza Reale Principe di Giordania El Hassan bin Talal (2001), John Star (2001), Premio Cesare Pavese 2002, Una lunga estate (2003), L’invidia (2006), L’equivoco (2008), Premio Acqui Terme 2009. Attualmente è conduttore di rubriche d’approfondimento culturale per la rete televisiva La7

1 commento:

  1. Mi piace moltissimo il modo in cui Alain Elkann conduce le sue interviste, il sabato mattina, su La 7.
    Elengante, raffinato, colto.
    Complimenti, in particolare, per quella con il Cardinale Carlo Maria Martini.

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