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giovedì 8 aprile 2010

Tre secondi di Börger Hellström e Anders Roslund (Einaudi, Stile Libero)

A chi si sente in fatto di libri un palato difficile, o meglio un lettore forte, questo libro può essere definito con una sola parola scontato. Certo è, che se si superano le prime dieci pagine, e devo dire non a fatica, allora si viene catapultati in uno splendido prodotto pop, che rispecchia i canoni della serialità televisiva - d’eccellenza naturalmente - (quella che non ti fa perdere una puntata di C.S.I o di Fringe), e le peculiarità di una lettura godereccia che genomaticamente e di diritto entra a far parte del nostro immaginario collettivo di pubblico occidentale. Le poche scene estremamente violente non disturbano, anzi ti inchiodano ancora di più al libro. La storia viene impreziosita da una foltissima selva di particolari, e da una ricercata eleganza nel delineare i profili psicologici dei protagonisti. La Svezia per molti è un luogo ideale, sotto qualunque punto di vista. Quando si pensa a questo paese, subito saltano alla mente, città piene di vita, panorami infiniti, una natura bellissima, una politica (la Svezia è una monarchia costituzionale) che ha sempre creduto nella pace e nella neutralità della propria nazione, che ha uno standard di vita invidiabile. Insomma la Svezia può essere un luogo da cui prendere tanti spunti su un modo di vivere così diverso dal nostro ma così chiaro e terso da renderlo fortemente desiderabile. Tutto splendido certo, ma non sembrano d’accordo i due autori di “3 secondi” per i tipi di Einaudi Stile Libero: Börger Hellström e Anders Roslund. Piet Hoffman, nome in codice Paula, fa da molto tempo l’infiltrato per la polizia svedese. Tipica incarnazione dell’uomo qualunque, o meglio dell’uomo standard-medio, che vive per sua moglie e che puntualmente ogni giorno accompagna a scuola i suoi due bambini. La sua missione è quella di sgominare un traffico di stupefacenti griffato “mafia dell'Est”, e pertanto deve fingere di essere un criminale in un carcere di massima sicurezza. Come nella migliore tradizione in questo genere letterario, l’inghippo è dietro l’angolo, e Piet, totalmente solo, braccato a ogni passo, sembra in un vicolo cieco: o diventare un criminale se vuole proteggere la sua famiglia, o morire. Ewert Grems, il vecchio commissario “testardo come un mulo” di Stoccolma, è una delle tante figure che popolano le pagine di questo libro, accanto a poliziotti che si addestrano in America, killer senza nomadi, criminali polacchi all'assalto dell'Occidente, politici avidi e senza scrupoli. Il lato più oscuro della società alza un muro impenetrabile, davanti a un uomo solo, alla sua paura.

Börger e Roslund ci fanno conoscere il lato oscuro di un paese come la Svezia, da sempre considerata la patria della legalità e della tolleranza, e che ci fa provare sulla nostra pelle uno straziante senso del pericolo, grazie ad un intreccio narrativo condotto superbamente.

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