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giovedì 20 maggio 2010

Dizionario di fate, gnomi, folletti e altri esseri fatati, di Katharine Briggs (Avagliano). Intervento di Nunzio Festa












Lo scrittore Riccardo Reim è sicurissimo nell’asserire come “la tradizione contadina afferma che si tratta di angeli caduti: non tanto cattivi per essere dannati, ma neppure abbastanza buoni per essere salvati… Del resto, la loro natura bizzarra sembrerebbe deporre a favore di tale ipotesi: sono capricciosi, incoerenti, stizzosi, lunatici, dispettosi, suscettibili, ma anche disponibili, simpatici, allegri e generosi – quasi mai maligni”. Un’informazione prima dell’uso nel vero senso della parola, quella di Reim. Una coincisa quanto essenziale noticina, poche righe e pennellate, che aumentano il desiderio d’entrare nel corpo del dizionario che fu stampato per la prima volta nel lontano ‘76; e che, coraggiosamente, Avagliano decide di mandare nuovamente in libreria in anni meno a disposizione di favole e fiabe. Che fate gnomi folletti dovrebbero essere, da quanto si capirà in seguito, proprio caratterialmente come con cura e meticolosità li descrive Reim. “Firbolgs: secondo un’antica tradizione, i primi abitanti d’Irlanda furono i Firbolgs che, in seguito, furono conquistati e confinati nell’Ovest dai Tuatha de Danann. I Firbolgs divennero, così, i primi esseri fatati dell’Irlanda, creature simili a giganti (Giants) di aspetto grottesco. Essi e i Tuatha de Danann possono essere equiparati ai Titani e agli dèi olimpici dell’antica Grecia”. Oppure: “Grateful Fairese (Gratitudine degli esseri fatati): Gli esseri fatati furono sempre gentili con coloro che prediligevano, generalmente per le buone maniere (Good maners) e la discrezione che questi mostravano nei loro confronti. Le fate usavano ringraziare sia con atti di pura cortesia sia con doni che portavano fortune e prosperità.(…)”. Le definizioni raccolta dal robusto dizionario possono essere descrizioni di ‘specie’ di fate o folletti come possono essere, addirittura, le descrizioni del carattere di questi, d’atteggiamenti, d’abitudini. Il dizionario della Briggs, corposa opera che lungo lavoro costò alla studiosa e ricercatrice inglese è la perfetta rappresentazione d’un vero e proprio mondo a parte. Se il tanto osannato, seguito, giustamente studiato Tolkien fu grandioso per aver inventato mondi su mondi e gnomi su gnomi, la Briggs ha creato un libro che il frutto d’un’interminabile operazione di scavo. Viaggiando su binari paralleli, le pagine di Katharine Briggs possono essere comunque unite a quelle, sicuramente più numerose, di Tolkien. Lo studio, lavorato da due attentissimi e fini traduttori, come si sono mostrati Casorati e Iovane, è indispensabile sia per i cultori di questo genere di ‘folklore’ sia per quante e quanti vogliono avere “informazioni” utili su terre solcate da esseri simili in tanto ai nostri monacelli. Eppure tanto diversi da noi brutti, sporchi e fetenti esseri umani.

Dizionario di fate, gnomi, folletti e altri esseri fatati, di Katharine Briggs, traduzione di Cecilia Casorati e Giovanni Iovane, con una nota di Riccardo Reim, con illustrazioni, Avagliano (Roma, 2009), pag. 495, euro 36.00.



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