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domenica 27 marzo 2011

Quello che non vedo di Nunzio Festa (Altrimedia edizioni)

















"Ci sono, soprattutto a meridione, delle esperienze tali per cui non sai se sei davanti a un'alba o a un tramonto. E non ci sono strumenti oggettivi che ti rivelino l'arcano. L'attesa è necessaria per capire se sarà buio o luce. Quello che non si vede mai si vedrà, lo sapevamo, ma bisogna toccare con mano un paesaggio per sapere se ne usciremo ancora vivi". (dalla nota critica di Francesco Forlani). Un poema che scrive un pezzo di Sud ammazzato, e si scrive oltre il Sud della felicità, e con esso. Per perdersi, senza descrizioni. Vicino alle possibilità di riscatto. Preazione di Ivan Fedeli e Plinio Perilli.Con una lettera di Massimo Consoli e una di Franco Arminio.

Quello che non vedo

più che delle suole// non mi posso spaventare// più di sventrare// il pensiero serioso di belle figliole//non posso permettermi//come di fare conoscere//alle streghe chiedetemi//ma mai potrete avere//il fiele a ridosso della//mano morbida appoggiato//ai vetri bui che sono bella// visione d’occhio rigato/ attorno a un bicchiere//che fa cammino lunghissimo//il piede destro tristissimo//e un mignolo a tacere (..)

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