martedì 31 maggio 2011

La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano (Mondadori)












Alice è una bambina obbligata dal padre a frequentare la scuola di sci. È una mattina di nebbia fitta, lei non ha voglia, il latte della colazione le pesa sullo stomaco. Persa nella nebbia, staccata dai compagni, se la fa addosso. Umiliata, cerca di scendere, ma finisce fuori pista spezzandosi una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canale innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno. Mattia è un bambino molto intelligente, ma ha una gemella, Michela, ritardata. La presenza di Michela umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei e per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia abbandona Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei. Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze si incroceranno, e si scopriranno strettamente uniti, eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano "primi gemelli": due numeri primi vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. Un romanzo d'esordio che alterna momenti di durezza e spietata tensione a scene rarefatte e di trattenuta emozione, di sconsolata tenerezza e di tenace speranza. Edizione rilegata con cofanetto.

La solitudine dei numeri primi – il trailer

Lungo questi anni le vite di Mattia e Alice scorrono parallele senza mai riuscire a congiungersi. Due infanzie difficili, compromesse da un avvenimento terribile che segnerà le fragili esistenze dei protagonisti fino alla maturità. Tra gli amici, in famiglia, sul lavoro, Mattia e Alice, portano dentro e fuori di loro i segni del passato. La consapevolezza di essere diversi dagli altri non fa che accrescere le barriere che li separano dal mondo fino a portarli ad un isolamento inevitabile ma consapevole. L'idea del film nasce dal libro La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, vincitore del premio Strega 2008. La regia è Saverio Costanzo. La sceneggiatura di Saverio Costanzo, Paolo Giordano. Il film è con Alba Rohrwacher, Luca Marinelli, Martina Albano, Arianna Nastro, Tommaso Neri, Vittorio Lomartire, Aurora Ruffino, Isabella Rossellini, Maurizio Donadoni, Roberto Sbaratto, Giorgia Senesi, Filippo Timi

Fonte Youtube/Comingsoon

Il libro del giorno: Sezione Crimini Violenti. Il primo caso dell'ispettrice Huss di Tursten Helene (Fanucci)













Una sera piovosa di novembre. Un colpo sordo sulla ghiaia bagnata. I passanti del centro di Göteborg si radunano sotto il balcone al quinto piano di un palazzo signorile. L’ispettrice Irene Huss, il commissario Andersson e un’affiatata squadra di colleghi iniziano a indagare su ciò che sembra a tutti gli effetti un suicidio. L’improvvisa scomparsa di Richard von Knecht, abile uomo d’affari dell’alta borghesia di Svezia, risveglia enorme interesse nella stampa, mentre si cerca di ricostruire la tela delle persone a lui vicine. Tra marmi e oggetti d’antiquariato, tappeti persiani e legni intagliati, si dovrà scoprire cosa si cela dietro al mistero. Irene Huss non demorde e, passando dall’analisi di vecchi ritagli di giornale a mosse di arti marziali, tiene a bada l’eccentrica signora von Knecht, il silenzioso figlio e l’affascinante nuora-modella, gli amici milionari e quelli amanti del vino. Infine i sospetti si moltiplicano e contemporaneamente si restringono, frantumando in mille pezzi l’immagine di partenza.
Helene Tursten scrive un giallo con dovizia di particolari e con una trama fitta di colpi di scena e imprevedibili sviluppi. La sua ispettrice Huss, alle prese con un caso di omicidio davvero insolito, si divide tra la vita di madre e moglie impegnata e quella di capo della Sezione Crimini Violenti in una società minacciata dal razzismo, dalla droga e da una nuova ondata di criminalità.
“Nessuno lo vide quando cadde nella fitta oscurità di novembre. Con un colpo sordo e pesante sbattè contro il porfido bagnato di pioggia. Sebbene fosse l’ora di punta, c’erano insolitamente poche persone per strada. I pedoni si proteggevano sotto gli ombrelli rovesciati dal vento e ritraevano il mento nei baveri sollevati, per cercare un po’ di riparo dalla pioggia che sferzava gelida. Tutti quelli che ne avevano la possibilità andavano in macchina o si ammucchiavano nel vapore caldo e umido di un autobus o di un tram. La persona più vicina era un’anziana signora, che trascinava al guinzaglio un bassotto disubbidiente e fradicio. L’ululato del cane e quello di lei annunciarono che era accaduto qualcosa di grave. I passanti affannati rallentarono il passo. La curiosità prese il sopravvento e vennero attratti sul luogo dell’incidente”.

Perfidi inganni, di Manlio Cancogni (Elliot). Intervento di Nunzio Festa












Uscito per la prima volta presso Rizzoli nell'ormai distante '78, “Perfidi inganni”, riproposto da Elliot a ricordarci della bravura immensa dell'esperto e indomabile giornalista e scrittore toscano Manlio Cancogni, è una lettera intima che vola nell'universale. Un racconto famigliare e amorale (non amoroso). E siccome il coraggioso e prezioso editore romano aveva già ripubblicato il romanzo “Parlami, dimmi qualcosa”, era nell'aria l'iniziativa: l'uscita dell'ideale seguito. Un romanzo, questo “Perfidi inganni”, strutturato in filo di missive. Che le lettere fanno da dialogo/trama. Trasfigurano l'irrealtà. Perché il professionista borghese, giornalista di fama, protagonista d'uno spezzone di famiglia sua, diviso fra Toscana e Francia, oltre che per i luoghi delle missioni di lavoro, deve controllare e raccontare assolutamente una famiglia che ha nei legami stretti e storti il suo sviluppo. Allora Piero si sfoga scrivendo lettere. Per tracciare la crescita di due figlie, Giulia e Orsola – che a loro volta sfornano lettere... Ed era chiaro fin dall'inizio che l'approdo dell'intruso, Armand, avrebbe destinato alla famigliola nuovo e più fresco scompiglio. Armand piace a Giulia. A Giulia piace Armand. E il paparino vuol metterci lo zampino, ma non per sconfiggere questa conoscenza sentimentale. Forse Cancogni riserva al testo il tono d'una delle commedie più belle del maestro Monicelli. O proprio il contrario. Sta di fatto che dalla leggerezza iniziale si sprofonda verso un finale che sa d'abisso appunto tragicomico. Il colpevole, più di tutti, appare Piero. Convinto di fare il regista non si rende conto che Giulia e suoi capricci diventeranno un grosso guaio. Una bomba. Una bomba pronta a deflagrare, e persino maciullando la scrittura del romanzo lungamente coccolato nel cassetto del desiderio d'un padre che vuole dare confort e conforti al suo focolare. Manlio Cancogni, con una grazia incommensurabile e soprattutto con un cinismo d'autore diventa il fine giustiziere d'un cammino in direzione di modernità. Cancogni guarda alle ossa delle cose. Vuole le fibre vitali della società. Smantellare il sistema d'ipocrisie e il velo d'apparenze dove s'annida il falso esemplare. Un processo di disvelamento. Da uno dei maggiori autori italiani viventi.

lunedì 30 maggio 2011

The Social Network

Fonte Youtube/SonyPicturesIta

In una sera d'autunno del 2003, lo studente di Harvard Mark Zuckerberg, un genio dell'informatica, siede al suo computer e inizia con passione a lavorare ad una nuova idea. Passando con furore tra blog e linguaggi di programmazione, quello che prende vita nella sua stanza diventerà ben presto una rete sociale globale che rivoluzionerà la comunicazione. In soli sei anni e con 500 milioni di amici, Mark Zuckerberg è il più giovane miliardario della storia ... ma per lui il successo porterà anche complicazioni sia personali, sia legali. Dal regista David Fincher e lo sceneggiatore Aaron Sorkin arriva The Social Network, un film che dimostra che con 500 milioni gli amici è inevitabile non farsi dei nemici. Il film è prodotto da Scott Rudin, Dana Brunetti, Michael De Luca e Ceán Chaffin, tratto dal libro The Accidental Billionaires di Ben Mezrich.

Miliardari per caso. L'invenzione di Facebook: una storia di soldi, sesso, genio e tradimento di Ben Mezrich (Sperling & Kupfer)












Pensate che Facebook sia il solito successo made in USA fabbricato a tavolino? La verità è molto diversa... Eduardo Saverin e Mark Zuckerberg erano studenti di Harvard e grandi amici, accomunati da intelligenza straordinaria, eccellente curriculum scolastico e ottima posizione sociale. Alla fine, due geek con la testa nei libri, emarginati e privi di sex appeal. Eduardo cercava di risolvere il problema corteggiando le confraternite ultraesclusive dell'ateneo. Mark, genio indiscusso del computer meno interessato a quello che pensavano di lui i maschi alfa del branco, applicò nella strategia dell'autopromozione un metodo più diretto e personale, totalmente innovativo. Una notte, senza un obiettivo preciso in mente, violò il sistema informatico dell'università, mise insieme un gigantesco database di tutte le studentesse e ... il resto è storia. Era nata l'idea che si sarebbe trasformata in Facebook, il fenomeno di costume che ha cambiato le abitudini di milioni di individui. Ironia della sorte, il social network concepito per far incontrare le persone ha alla fine diviso i suoi creatori: la febbre del denaro facile e di una vita a cinque stelle ha dissolto l'amicizia fra Eduardo e Mark. E così i due giovani geek hanno pagato il prezzo dell'ingresso nel mondo degli adulti, fatto di finanzieri, falchi e avvocati. Resta l'avventura di due ventenni che, giocando fuori e contro le regole, hanno avuto l'intuizione giusta al momento giusto.

Il libro del giorno: LA BANDA DEL CIMITERO DI JESSE BULLINGTON ovvero la triste storia dei gemelli Grossbart (CASTELVECCHI)












Nell’anno del Signore 1364, stritolata dal terribile morbo della Peste Nera, l’intera Europa appare come una landa desolata: una terra senza speranza in cui, simili agli spettri, si aggirano i corpi scheletrici di chi è sopravvissuto alla catastrofe. In questo regno di fame e paura, dove il prossimo non è altro che un nemico da tenere a bada con la forza delle armi, il terrore è tenuto vivo da storie che parlano di streghe e demoni, creature malvagie sempre pronte a gettarsi sui vivi per consegnare nuove anime al mondo dei dannati. Hegel e Manfried Grossbart, però, non temono nessuna maledizione. E, convinti di godere della protezione della Vergine Maria a cui sono devoti, sbarcano il lunario svaligiando cimiteri. Guai a chi, per troppo coraggio o semplice ignavia, dovesse incrociare la strada dei due ladri di tombe, Fedeli a un solo desiderio – raggiungere l’Egitto per depredare le necropoli dei faraoni - Manfried ed Hegel, oltre che ladri, sono anche assassini senza scrupoli. I protagonisti di un viaggio che, in un romanzo in bilico tra il folklore dei fratelli Grimm e la vena dissacrante di Quentin Tarantino, saprà parlare di fattucchiere passionali e di morti viventi, di crociate e di eresie, di mostri assetati di sangue e di preti reietti. Un medioevo spaventoso ma vivo, in grado di trascinare il lettore in una storia dove i colpi di scena rappresentano la regola e i lati oscuri delle antiche leggende escono dai libri per impossessarsi della realtà.
“Definire i fratelli Grossbart briganti crudeli ed egoisti screditerebbe persino il ladrone più abietto, e dire che erano dei porci assassini offenderebbe anche il più lurido dei cinghiali. Erano Grossbart fin nelle midolla, e in molte regioni il nome ha ancora oggi un triste significato. Pur non essendo ripugnanti quanto il padre o scaltri come il nonno, uomini orribili entrambi, i fratelli si dimostrarono anche peggiori. Il sangue può guastarsi in una generazione sola o stillare nei secoli qualcosa di veramente malvagio, com’è appunto il caso di quei due abominevoli gemelli, Hegel e Manfried. Erano tutti e due di media statura ma scheletrici di costituzione. Manfried possedeva enormi orecchie sproporzionate, e in confronto al naso di Hegel, parecchie rape sarebbero parse banali per dimensioni e bitorzoli. I capelli rossicci e le sopracciglia cespugliose di Hegel contrastavano con l’argento arruffato della zucca del fratello, ed entrambi avevano visi butterati e scarni. Avevano appena venticinque primavere ma portavano una barba di tale lunghezza che anche da vicino li si prendeva spesso per vecchi. Chi tra i due l’avesse più lunga, poi, era frequente motivo d’alterco. Prima di essere arrestato e impiccato in un sinistro villaggio nel profondo nord, il padre aveva tramandato l’attività di famiglia, ammesso che razziare tombe possa essere considerata un’occupazione lucrosa. Assai prima della morte del nonno, il nome Grossbart era già sinonimo di furfanteria della più losca specie, ma fu solo quando i cimiteri si evolverono in qualcosa di più di semplici fosse comuni che la famiglia trovò la sua autentica vocazione.”

“Da questo libro presto un film” di Simona Toma (Mondadori)* Uno scambio di … battute con l’autrice












Simona Toma, è nata a Lecce nel 1976. A Bologna si laurea in Giurisprudenza e dopo il primo shock iniziale dell’alloro accademico, si riprende e comincia a fare una serie di lavori tutti non pagati ma di cui si poteva vantare con gli amici. A un certo punto, per ragioni oscure soprattutto alla sua famiglia, decide di provare a fare del cinema, “Da questo libro presto un film” è il suo primo romanzo (edito da Mondadori) e, in cuor suo, spera che non sia l’ultimo. La storia parla di Toni che ha diciotto anni, e fin qui va tutto bene: vive a Milano con la sua famiglia e con le sue migliori amiche, Clementina e Matilde. Poi arriva Filippo e, pur senza sentire cori di angeli, Toni se ne innamora perdutamente. Il fenomeno che le rubriche di posta del cuore chiamano “colpo di fulmine” per lei diventa una MISSIONE: se Filippo fa l’aiuto regista, non rimane altro che partecipare alle riprese del suo film! Questa decisione porta Toni e il suo buffo cuore lontano, addirittura in Puglia, e le sue amiche sono costrette a seguirla. Nel delirio di un set cinematografico, che a volte sembra uno zoo e altre un circo, tra costumisti variopinti, esseri mitologici metà uomo metà telefonino, registi in crisi, attrici che fanno della loro età un segreto di stato e litri di caffè, Toni scoprirà che l’amore e il cinema sono due mestieri molto faticosi. Soprattutto se arrivano insieme.

Davvero interessante il tuo esordio, ironico, tagliente al momento giusto, quel tanto pop che non guasta mai! Questo esordio è stato premeditato oppure …

Il libro è nato davvero per caso. Posso dire che, semplicemente, mi sono trovata al posto giusto, nel momento giusto, con la persona giusta e con la cosa giusta! Da qualche anno, collaboro con Mondadori Ragazzi e nel giugno del 2009 mi si dice che si è alla ricerca di nuovi autori italiani. Ho pensato: “e perché no”? In un giorno ho scritto i primi tre capitoli del libro che, sostanzialmente e nonostante le stesure successive, sono rimasti sempre quelli. Il mattino seguente li ho inviati in redazione e poi sono andata a fare i sopralluoghi per il film più bello e più geniale che abbia mai fatto W ZAPPATORE di Massimiliano Maci Verdesca (che, detto tra noi e nonostante io sia una dannata illuminista, considero il mio portafortuna). Ripeto, era il giugno del 2009. Esattamente due anni fa. E qualche mese dopo, mentre ero sul set, il 4 novembre del 2009 (scusate ma io per queste cose sono un po’ malata), mi giunge tramite sms, mentre preparavamo una faticosissima scena di massa con comparse metallare e quindi tutte metallate, la notizia che un editor, nonché affermatissimo scrittore, sempre per Mondadori, Francesco Gungui, aveva letto i capitoli e li aveva trovato belli al punto da volerci fare un libro. Gli era piaciuto soprattutto lo stile. Sono seguiti ancora alcuni mesi di altri e belli impegni (cinema, televisione e teatro) e poi è cominciata la fase della scrittura. E qui, all’improvviso, mi si sono spalancati tutti i sensi e ho cominciato a guardarmi intorno con una curiosità diversa, rapace, affamata, ho cominciato a tendere agguati a chi popola il mio mondo o anche solo a chi ci capitava per caso e di passaggio e quindi a nutrire con questo cibo i personaggi e le storie del mio romanzo. E, così, piano piano, il libro si è lasciato scrivere. E, a volte, penso che abbia fatto tutto da solo perché voleva essere scritto.

Tutto è filato liscio come l’olio nella stesura e realizzazione del lavoro, o la legge di “gravitazione universale” della scrittura ha fatto il suo dovere?

I momenti più difficili li ho avuti dopo la prima stesura quando pensavo di non avere più nulla da dire e invece, quando ci ho rimesso mano per seguire i preziosissimi e vitali suggerimenti del mio editor, le cose hanno continuato a venire fuori e a mettersi, a quanto pare, nei posti in cui dovevano stare. Tutto aveva già un posto e io ancora non lo sapevo. Anche se, chiaramente, il momento ad elevatissimo impatto emotivo è quando viene letto da altri occhi. Un po’ mi spaventa, sono esposta come una mamma davanti alla prima pagella del figlio: responsabile ma impotente. Adesso è tutta una questione tra Toni (la protagonista) e chi vorrà leggerla. Mi devo rassegnare, ci posso fare poco, oramai.

Per te scrivere che “sapore” ha ?

La scrittura più che una passione è stata una cosa che c’è sempre stata, come una caratteristica fisica, come un bisogno fisiologico ma mai una cosa ragionata. Ho sempre scritto ma senza volerlo veramente. Io ero la classica bambina cui i professori, soprattutto alle medie, dicevano sempre “scrivi molto bene, dovresti fare il liceo classico”. Poi, arrivi al liceo classico con questa convinzione, in un’età in cui tutto traballa e trovi il professore di italiano che ti mette 6- al compito in classe e, siccome sei in una fase in cui avere fiducia in te stessa non è esattamente il tuo hobby, riconsideri tutto e decidi di iscriverti a Giurisprudenza. Poi, io sono sempre stata una lettrice onnivora, una che legge 5/6 libri in un mese, per intenderci. Non esiste un ricordo senza un libro, sin da bambina. Io sono sempre stata bene così. Anche se, poi, molto spesso, non ricordo le trame dei libri che ho letto o le scene dei film che ho visto anche se si accomodano profondamente in me. E, all’università, ho incontrato un libro cha raccoglieva gli scritti di una straordinaria intellettuale e editor, purtroppo scomparsa, Grazia Cherchi “Scompartimento per lettori e taciturni” che è sempre stato un memento per me “è questo che sei, è questo ciò che ami fare”.

Il titolo colpisce molto, anzi fa venire “appetito” …

È carino il modo in cui è nato il titolo del libro. Si tratta di una frase letta sulla fascetta di un altro libro, un giorno che io e la mia migliore amica, eravamo in giro per librerie. Era un sabato mattina di dicembre ed eravamo alla Feltrinelli della Stazione centrale di Milano, appena aperta. Ci ha fatto molto ridere il fatto che venisse lanciato il film prima ancora della sua realizzazione “Da questo libro prossimamente un film”, era la dicitura originaria. Quindi tutto è nato come uno scherzo ma poi questo titolo ha cominciato a far innamorare un po’ tutti e, nella sua colorata follia, è diventato il nome del libro. L’altra cosa che mi affascina è che, nonostante ogni riferimento a fatti e persone sia puramente casuale, qualcuno possa riconoscersi in alcune parole di questo libro e comprendere meglio alcune altre cose anche se QUESTO LIBRO NON È AUTOBIOGRAFICO! In tutto ciò, e me ne scuso, io non sono una scrittrice, ho sempre scritto ma non ho mai avuto un romanzo nel cassetto. Questo è davvero il mio primo romanzo. E voglio aggiungere che, nel breve volgere di due anni ho smesso di fumare, ho smesso di mangiare le unghie, mi sono innamorata moltissimo, mi sono trasferita a Milano e il mio primo romanzo è stato pubblicato da Mondadori. E adesso? Magari un film?

Cosa ti piace e chi ha sollecitato il tuo interesse tra la contemporaneità letteraria dei nostri giorni?

Tra gli autori italiani amo appassionatamente Fabio Geda. Mi piace quello che scrive, amo le sue storie e la sua onestà crudele e poetica. Amo anche la scrittura e le storie di Giulio Morozzi e Paolo Nori. Mi fanno ridere, per me fondamentale, e mi appassionano ferocemente. In genere, ho l’impressione che si abbia poco il coraggio di far ridere, come se una penna leggera e ironica automaticamente squalificasse un libro, compromettendone il valore. Bisogna far ridere e per risata non intendo un atteggiamento frivolo o disinteressato ma bisogna far ridere come, per esempio, fanno Stefano Benni e Daniel Pennac. Tra i pugliesi, ho amato molto leggere Desiati e Argentina. Belle le storie, bella la scrittura. E trovo geniale Francesco Dimitri sebbene il suo sia un genere che, solitamente, non frequento.

* intervento apparso sul quotidiano Paese Nuovo del 30/05/2011

domenica 29 maggio 2011

Paul - il trailer



Graeme Willy e Clive Collings, due nerd inglesi appassionati di fantascienza, partono per gli Stati Uniti alla volta di una convention di fumetti. Attraversando il deserto del New Mexico s'imbattono in Paul, un alieno che per 60 anni è stato tenuto prigioniero di una base militare top secret dall quale è appena evaso. Paul condurrà i due terrestri in un'avventura on the road nel tentativo di raggiungere l'astronave che lo potrebbe riportare a casa prima di essere bloccato dagli agenti del governo o del padre infuriato di una giovane che hanno accidentalmente rapito.


REGIA: Greg Mottola
SCENEGGIATURA: Nick Frost, Simon Pegg
ATTORI: Nick Frost, Simon Pegg, Seth Rogen, Jason Bateman, Kristen Wiig, Bill Hader, Jane Lynch, Sigourney Weaver, Blythe Danner, Jeffrey Tambor, David Koechner, John Carroll Lynch

Linea borbonica di Antonio Devicienti (LietoColle)









Cosa sia o cosa rappresenti LINEA BORBONICA di Antonio Devicienti edito da LietoColle difficile a dirsi, vuoi per uno splendore visionario post-barocco quasi rococò ( mai fenomenologia del vuoto) che contraddistingue l’incedere della parola tra le pagine di questo libro, vuoi per genomatica provocazione del senso che divora miti geo/esistenziali come Bisanzio, Castiglia, l’oriente nel suo essere visione esoterica. Fondamentalmente auto/analisi dell’Io poetante che dissemina nuove lingue e si fa soffio di vita meta/narrativa.

LINEA BORBONICA - Aprile non dà requie, eccita il respiro. // Mese faustiano, patto mefistofelico, // sabba del rifiorire, sonetto cavo // nell’alba di bambù: convessità, // sporgenze, anfratti così colmi d’attesa (…) // Perché è vero: visionari utopisti // bruniani impenitenti santi naturalisti: // nutriamo la nostra fame feroce // di libri, scriviamo di lontananza, // emigriamo (emigreremo) da borboniche // terre (vi imparammo carnalità // di parola, aspra spasmodicità // di metafore, passione politica).

sabato 28 maggio 2011

ALFRED HITCHCOCK IN ITALIA



fonte Youtube/Rai Storia

Piero Grima con "L'uomo ucciso due volte" scrive il Giallo del Salento












Piero Grima per i tipi di Negroamaro pubblica "L'uomo ucciso due volte. NEGROAMARO è il nuovo marchio editoriale di Salento Books, che si aggiunge a Besa Editrice e Edizioni Controluce e che darà risalto e attenzione a questo tipo di pubblicazioni “dal” e “per” il territorio. La scrittura di Piero Grima di sposa fin dal suo apparire alle eccellenze produttive del territorio salentino. Grima mette al centro della sua narrazione l’uomo con le sue ansie, e con la paura della morte che tenta di esorcizzare in tutti i modi. I contesti sono quelli del Salento, con i suoi profumi e i colori che si tingono del colore del sangue e del crimine, e di tanto tanto ancora. Il libro ha questa trama:“Il nuovo caso che il commissario Santoro è chiamato a risolvere riguarda il ritrovamento, in una cisterna della campagna salentina, del corpo senza vita di un uomo, un forestiero, una sorta di commerciante circondato da una fitta coltre di misteri che nel corso delle indagini vengono abilmente chiariti, pur con molte difficoltà, dall’astuto e perspicace commissario. Pochi indizi guidano il tortuoso percorso investigativo, tra questi un paio di polsini di corallo nero che, secondo le credenze locali, “nessuno compra in quanto porta iella”. I fatti confermano quanto è convincimento popolare. La storia si svolge tutta tra le viuzze “inchiancate” e l’elegante barocco della terra salentina, in un ritratto discreto e tenue ma suggestivo di questa bella terra ricca di storia, di arte ma anche di antichi proverbi pieni di saggezza e gustose ricette popolari a cui Santoro è particolarmente legato. Anche in questa vicenda, l’aiuto di Nella, la sagace moglie del commissario, risulterà determinante, così che nonostante l’omertà, le maldicenze, le maligne allusioni e l’arroganza anche il caso dell’uomo di Soncino verrà brillantemente risolto.”

venerdì 27 maggio 2011

Cars 2 - Disney Pixar



Accendete i motori e seguite "Cars 2" su facebook: http://www.facebook.com/carsit

Dai creatori di Toy Story 3, benvenuti al World Grand Prix. Guardate il nuovissimo Trailer di Cars 2. Il film arriverà nelle sale il 22 giugno 2011 in Disney Digital 3D™ e in IMAX® 3D nei migliori cinema

La popolare macchina da corsa Saetta McQueen e il suo incomparabile carro attrezzi Cricchetto stanno per visitare nuovi eccitanti luoghi in "Cars 2": la loro amicizia attraverserà l'oceano per partecipare nel primissimo Grand Prix Mondiale, che decreterà chi è la macchina più veloce del pianeta. Ma la strada verso la gara si rivelerà disseminata di buche, deviazioni e divertentissime sorprese quando Cricchetto si ritroverà coinvolto in prima persona in un'intrigante avventura: spionaggio internazionale. Combattuto tra l'assistere Saetta McQueen in una gara importante o l'eseguire gli ordini in una missione di spionaggio top secret, il viaggio ricco di azione di Cricchetto lo condurrà a un inseguimento esplosivo tra le strade del Giappone e dell'Europa, seguito dai suoi amici e osservato dal mondo intero. Al divertimento a tutta velocità si aggiunge un coloratissimo cast di nuove auto tra cui agenti segreti, loschi furfanti e concorrenti di gara da tutto il mondo

fonte Youtube/Walt Disney Studios

Appunti sul contro di Manlio Della Serra (Besa editrice)












Nelle solenni parole di Tacito (Annalia, XV, 63), i lenti fiotti di sangue che bagnano la morte di Seneca raccontano il calore della vita che si disperde e gli attimi preziosi di una veglia ancora non interrotta. Una testimonianza dell’unica rivincita possibile, quando il contro sembra congedarsi nei pochi istanti vergini tra vita e morte. Si vive nel contro, si muore nel contro. Il vivere e il morire conservano una parentela che si esteriorizza nella menomazione, che riaffiora nel disprezzo di ogni risposta provvisoria. Il moto del contro è la ferita, lo svantaggio permanente, l’assenza di rimedio, l’ustione inguaribile che nessuna promessa divina può cancellare. Il contro urta il sentimento e affoga ogni sensazione. Per descrivere questo penoso ritardo non si procede con andamento sistematico, né si confida nella maturità compiuta e definitiva della poesia. Al contro si può rispondere senza illusione, nella collera di una battaglia non voluta e di una sconfitta già assegnata, nel torpore del massacro congenito che si adibisce per salutare l’immensa insoddisfazione e conoscere la caduta. I tre movimenti di Appunti sul contro sono risposte insoddisfacenti, ma così plausibili da dimostrare come si possa eludere il contro con la finta esecuzione di una contrarietà che potrà solo imitare e mai andare a segno.

Manlio Della Serra (Roma, 1983) è dottorando in Filosofia presso l’università degli studi di Roma Tor Vergata. Ha curato nel 2004 la rassegna “Tempi a confronto” presso il museo civico “Umberto Mastroianni” (Marino, RM). Lavora ad alcuni progetti di traduzione di testi medievali e ha pubblicato saggi su periodici specialistici (“Schede Medievali”, “Ricerche Teologiche (SIRT)”, “Gregorianum”, “Augustinianum”, “Studia Monastica”, “Rivista di Scienze Religiose”). È autore di Parentesi filosofiche (Milano 2007) e coordinatore del progetto Calixtilia (www.calixtilia.com).

Harry Potter e i Doni della Morte di J.K. Rowling (Salani)












"Mi apro alla chiusura": è uno dei tanti enigmi lasciati da Silente con cui Harry Potter deve confrontarsi in questo ultimo, settimo libro. E la saga stessa, giunta alla sua conclusione, si apre a sorpresa su nuovi mondi, nel passato e nel futuro: getta la luce della meraviglia su dettagli, personaggi ed eventi che sembravano già noti, rivelandone segreti e significati profondi. Insieme a Harry, nella sua disperata ricerca della verità, un caleidoscopio di avventure apparentemente già vissute, piccoli fatti e grandi eventi, seguendo il filo della consapevolezza che si dipana e si acuisce in un crescendo di emozioni, colpi di scena, perdite e conquiste. La conclusione, piena di luce e vapore, sembra indurre a rileggere tutto dall'inizio, per arrivare a chiudere il cerchio. Mai gli interrogativi sono stati così tanti; mai come in questo ultimo volume si ha la piena soddisfazione di una risposta che vada oltre l'apparenza; mai come in questo episodio l'autrice dimostra la sua capacità di sorprendere i lettori, di alimentare un fuoco d'artificio che non cessa di ammaliare il lettore.

Harry Potter e i Doni della Morte – il trailer

Dopo l'omicidio di Silente da parte di Piton, Harry, Hermione e Ron decidono di abbandonare Hogwarts per cercare i restanti horcrux e distruggerli, così da uccidere Voldemort una volta tornato mortale.

Fonte Youtube/iltrailer

Prepariamoci di Luca Mercalli (Chiarelettere)












Mai tante crisi tutte insieme: clima, ambiente, energia, risorse naturali, cibo, rifiuti, economia. Eppure la minaccia della catastrofe non fa paura a nessuno. Come fare? Ci vuole una nuova intelligenza collettiva. Stop a dibattiti tra politici disinformati o in conflitto d’interessi. Se aspettiamo loro sarà troppo tardi, se ci arrangiamo da soli sarà troppo poco, ma se lavoriamo insieme possiamo davvero cambiare. L’autore racconta il suo percorso verso la resilienza, ovvero la capacità di affrontare serenamente un futuro più incerto, e indica il PROGRAMMA POLITICO che voterebbe. Il cambiamento deve partire dalle nostre case (più coibentate), dalle nostre abitudini, più sane ed economiche (dal consumo d’acqua, ai trasporti, dai rifiuti alle energie rinnovabili, dall’orto all’impegno civile). Oggi non possiamo più aspettarci soluzioni miracolistiche: meglio dunque tenere il cervello sempre acceso, le luci solo quando servono.
Luca Mercalli, torinese, presiede la Società meteorologica italiana e dirige la rivista “Nimbus”. Ospite fisso della trasmissione Rai3 “Che tempo che fa”, cura per “La Stampa” la rubrica di meteorologia e clima. Tra i suoi ultimi libri: FILOSOFIA DELLE NUVOLE (Rizzoli 2008), CHE TEMPO CHE FARÀ (Rizzoli 2009), VIAGGI NEL TEMPO CHE FA (Einaudi 2010). Vive e lavora in Val di Susa, in una piccola casa con orto, alimentata da energia solare.

Il libro del giorno: Passione Vintage di Isabel Wolff (Leggereditore)












Ecco uno splendido romanzo che parla di Vintage come stile di abbigliamento e stile di vita, come punto di vista sulla vita e sull’amore. Phoebe, la protagonista del romanzo, crede fermamente che gli abiti siano dotati di anima, che portino in sé la storia di coloro che li hanno comprati, indossati, conservati nel tempo. Tra tutti, il cappottino blu della signora Bell, simbolo di una colpa mai espiata e di un dolore che non è mai riuscito a dissiparsi, e che permetterà a entrambe le donne di riconciliarsi con un passato che non sono mai riuscite ad accettare. Per l’uscita di questo romanzo sono stati coinvolti circa 30 negozi Vintage italiani, che supporteranno l’uscita del libro esponendolo nei propri punti vendita e nelle fiere di settore a cui prenderanno parte. Questa la storia: un cappello di paglia intrecciata è tutto ciò che a Phoebe rimane della sua amica Emma. Ed è da quell’accessorio a lei tanto caro che decide di ripartire. Perché secondo Phoebe ogni oggetto, e ogni capo porta con sé l’anima di chi l’ha creato e di chi l’ha indossato. Quando Phoebe decide di lasciare il suo incarico nella prestigiosa casa d’aste Sotheby, tutti rimangono di stucco. Perché lasciare un impiego così ambito per aprire una boutique di abiti vintage? Presto un capo che proviene dal passato, e da una piccola cittadina oltreoceano, le aprirà gli occhi e cambierà per sempre la sua vita. Thérèse Bell, un’anziana signora francese, ha una straordinaria collezione di capi vintage. Ma fra gli abiti da sera e i tailleur d’alta moda, Phoebe trova un cappottino blu che non sembra essere mai stato usato, e dal quale Thérèse non vuole separarsi. Le due donne stringono un’amicizia profonda, e presto scoprono che nonostante le differenze d’età e di cultura, un destino comune le unisce. Entrambe, infatti, non riescono a riconciliarsi con il proprio passato. Le settimane scorrono e passo dopo passo, davanti a una tazza calda di tè, Phoebe scopre la storia del cappottino blu. E quando Thérèse le confessa che le mancano pochi giorni di vita, Phoebe decide di aiutarla ad affrontare i fantasmi che la richiamano dall’infanzia, perché soltanto così anche lei potrà dare una svolta alla sua vita, riuscendo forse a innamorarsi e a vivere di nuovo. Una storia commovente, un inno all’amicizia e alle seconde possibilità che la vita riserva.
ISABEL WOLFF è un’autrice molto affermata in Inghilterra e nel mondo. Ha scritto sette romanzi, tutti bestseller di grande successo, tradotti in venti Paesi. È stata spesso paragonata ad autrici del calibro di Marian Keyes e Cecilia Ahern. Passione vintage ha segnato una svolta nella sua carriera ed è in corso di pubblicazione in Germania, Francia, Spagna, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Russia, Serbia, Svezia, Thailandia, Taiwan, Turchia e Vietnam.

giovedì 26 maggio 2011

RECD. RASSEGNA EUROPEA DEL CORTOMETRAGGIO E DEL DOCUMENTARIO - QUARTA EDIZIONE













RECD è secondo numerosi operatori ed esperti del settore, una delle più prestigiose rassegne di cortometraggi e documentari per giovani filmaker in Italia che nasce con l’obiettivo di scoprire, sostenere e promuovere giovani talenti del cinema italiano. RECD "A corto di idee", nasce nel 2007 ad opera di un gruppo di giovani appassionati dell'arte cinematografica. Location della rassegna, è stata da sempre Specchia, comune iscritto nel prestigioso elenco dei Borghi più d'Italia.

PATROCINI. Per l’Edizione 2011 RECD ha ottenuto tre importanti riconoscimenti istituzionali: Il Ministro della Gioventà On.le Giorgia Meloni, la Regione Puglia e l’Apulia Film Commission, hanno concesso il patrocinio per la quarta edizione della Rassegna Europea del Cortometraggio e del Documentario.

RECD, giunta quest'anno alla sua 4° Edizione, ha raccolto dal 2008 un importante numero di opere cinematografica di giovani filmaker italiani ed europei. La selezione è avvenuta grazie al lavoro di esperti ed operatori del settore che hanno fatto parte delle giurie delle varie edizioni della Rassegna.

Un appuntamento dunque di grande valore che ha visto nel corso della sua esistenza (tre edizioni) la selezione, la proiezione, e la promozione di oltre 200 cortometraggi e documentari di giovani registi italiani ed europei.

La 4a edizione della Rassegna Europea del Cortometraggio e del Documentario RECD - ”A corto di idee” si svolgerà a Specchia nei giorni 16, 17 e 18 Agosto 2011, rivolta a giovani filmaker di età compresa tra i 14 e i 35 anni. L'intento è di valorizzare, promuovere e divulgare il Cortometraggio e il Documentario come forme espressive particolarmente valide ed attuali, per sviluppare i linguaggi artistici dei nuovi media, per rispondere alle esigenze di crescita culturale dei giovani registi emergenti che continuano a stupire con il proprio potenziale creativo, e per dare a tutti i Filmaker la maggiore visibilità possibile.

Questa edizione non sarà solo un Concorso ma anche un Festival ed una Festa. Mostre fotografiche e di pittura, incontri con autori di libri e con personaggi del mondo del cinema faranno da cornice a questa edizione.

BANDO 2011. Il tema scelto per questa edizione ed al quale ogni autore dovrà attenersi è il seguente: “LE TRADIZIONI”: Raccontare le tradizioni vuol dire parlare delle radici di un popolo, di una terra, vuol dire narrare le sue usanze, i suoi costumi, il suo linguaggio; la tradizione esprime anche cultura, storia, arte. Tradizione come ricordo del passato che non si vuole cancellare o come elemento che può essere modificato? Tradizione vista come qualcosa di statico o come continua trasformazione della cultura?

SCADENZA. L’iscrizione è aperta ai giovani autori (di età compresa tra i 14 e i 35 anni) e scade il 25 Giugno 2011. Ogni opera deve avere una durata massima di 30 minuti. Il bando potrà essere scaricato dal sito www.recd.it.

Ora l’unica cosa da fare è non restare a … corto di idee

Per Info: Sito web: http://www.recd.it - info@recd.it - Telefono: 0039 0833.772652 - Fax: 0039 0833.772652 - Mobile: 333.8856323

Jennifer Lopez - On The Floor ft. Pitbull



fonte Youtube/Vevo

Music video by Jennifer Lopez performing On The Floor feat. Pitbull. © 2011 Island Records

La creatura delle acqua. Spiderwick. Il nuovo mondo. Vol. 1 (Mondadori) di Tony DiTerlizzi e Holly Black




















Nella nuova serie, le Cronache di Spiderwick lasciano l'affascinante New England per approdare nel divertente quanto diabolico mondo incantato della Florida. L'incontro con un impaurito mostriciattolo verde vicino a casa sarà per Nicholas e la sorellastra Laurie l'occasione per tuffarsi in una nuova stupefacente avventura. Ma i due ragazzi dovranno usare tutte le loro conoscenze fantastiche per fermare la furia devastatrice di un gruppo di giganti prima che tutta la Florida prenda fuoco.

Spiderwick - Le cronache



La regia è di Mark Waters. Con Nick Nolte, David Strathairn, Freddie Highmore, Sarah Bolger, Mary-Louise Parker, Andrew McCarthy, Martin Short, Izabella Miko, Tod Fennell.

Lasciata New York per trasferirsi nella vecchia e decrepita casa, appartenuta ad un loro pro-zio, la famiglia Grace (mamma, due gemelli, Jared e Simon, e la sorella Mallory), si trovano alle prese con le strane cose che accadono intorno a loro. Jared viene accusato dagli altri delle misteriose sparizioni e dei fatti inconsueti che si verificano, ma quando insieme ai fratelli, decidono di cercare di capire, finalmente, cosa sta realmente accadendo, si troverà immerso in fantastico e misterioso mondo popolato da bizzarre creature... Jared, infatti, trova uno strano libro, scritto dallo Zio Arthur, "La Guida Pratica di Arthur Spiderwick al Mondo Fantastico che Vi Circonda". Tra le creature che popolano questo mondo parallelo però ce n'é qualcuna molto pericolosa, ed i ragazzi capiscono che il libro dello zio é la chiave per rapportarsi a questo mondo e che per nessuna ragione deve cadere nelle mani sbagliate, perchè chi lo possiede é in grado di acquisire un potere straordinario... (fonte FilmUp)

Il libro del giorno: Luca Di Persio MOMENTO ZERO (Elliot)














Morire sarà l’unico modo per restare vivi. Marylin Monroe, Elvis Presley, James Dean, Bob Kennedy, John Lennon, Jim Morrison, Michael Jackson… un segreto li accomuna: sono sopravvissuti alla propria morte. Momento Zero è la loro seconda possibilità. Il mortale incidente d’auto in cui scompare Frank Altobelli, testimone chiave di un importante processo contro la criminalità organizzata, dapprima sembra riconducibile a una tragica fatalità. Polizia, giornali e opinione pubblica, infatti, sono d’accordo: si è trattato di un banale incidente causato dall’eccessiva velocità del veicolo su cui viaggiava Altobelli. Due uomini, però, Paolo Assi e Francecsco Gualtieri, due persone la cui vita non potrebbe essere più diversa, notano alcune inspiegabili anomalie. A Paolo Assi, poliziotto di giorno e killer di notte, appare subito evidente che la dinamica dell’incidente è straordinariamente simile a quella che sette anni prima ha distrutto la sua famiglia e la sua vita. A sua volta Francesco Gualtieri, ricercatore scientifico attualmente ingaggiato dai servizi segreti, ha notato che c’è qualcosa di inspiegabile e illogico nell’incidente. Assi decide di avviare un’indagine personale sulla morte di Altobelli, un’indagine che lo porta a scoprire l’esistenza di un’organizzazione segreta che agisce da oltre duecento anni, infiltrata nel sistema economico, militare, politico e in grado di compiere un’impresa straordinaria definita Momento Zero: mettere in scena la morte dei propri facoltosi clienti e dare loro una nuova identità, un nuovo volto, un nuovo destino. In questa ricerca disperata e mortale che lo porterà a scontrarsi infine con il capo dell’organizzazione, l’italiano Lorenzo Costantini, Assi incrocia la propria traiettoria con quella di Gualtieri, l’unico uomo che ora potrebbe aiutarlo e al contempo la vittima predestinata dell’organizzazione criminale per cui Assi stesso lavora come killer. Sullo sfondo delle vicende dei due, si muovono però i feroci personaggi del team Zero: Costantini e gli agenti dell’organizzazione, in lotta tra loro per il controllo del potere e della misteriosa “sequenza inversa” in cui si celerebbe il segreto dell’immortalità. Un segreto che riguarda da vicino proprio Paolo Assi e la sua famiglia… Momento Zero, romanzo d’esordio di Luca Di Persio, è un thriller originale e potente che richiama le atmosfere dei film di Tarantino e il mondo enigmatico di Lost, superando brillantemente i confini italiani di genere.
LUCA DI PERSIO - Vive a Roma, dove è nato nel 1975. Questo è il suo primo romanzo.
Un estratto - Lunedì 15 ottobre, ore 4.50. Roma, periferia sud, via Appia Nuova, 5 km oltre il Grande Raccordo Anulare. Intense perturbazioni in arrivo dal versante atlantico. Ottantadue km/h. La luce stava tornando. La sentiva strisciare alle sue spalle, guadagnare spazio. Sarebbe arrivata di colpo a prenderlo e trascinarlo via, come la massa di una marea. Avrebbe divorato ogni cosa e riempito fino all’orlo tutti i buchi, le cavità e le fessure della sua testa. Strinse gli occhi e schiacciò l’acceleratore. Il vetro era appannato, nonostante lo sbrinatore fosse alla massima velocità. Staccò una mano dal volante per pulirlo, quando le luci lampeggianti della strada illuminarono di colpo il gomito di una curva chiusa e stretta. Un’ondata di riflessi gialli invase l’abitacolo: sterzò all’ultimo momento e colpì con la fiancata dell’auto un pezzo sporgente di guardrail. Lo specchio retrovisore destro si staccò dallo sportello, sbatté a terra e schizzò via in mille frantumi. Sentì le ruote posteriori perdere aderenza e scivolare verso il limite della carreggiata. Diede un colpo di gas, scalò marcia e in qualche modo riprese il controllo dell’auto, prima che fosse troppo tardi. Gli alberi e i burroni non si muovono, lo aveva sentito dire una volta a un famoso pilota di rally. Ma ora non gli credeva affatto. Riprese fiato. Il naso gli andava a fuoco. Alzò il volume girando la manopola a vuoto, oltre il limite, e le casse davanti gracchiarono distorcendo i bassi. Non riusciva a sentire alto quanto avrebbe voluto. Gli sembrò di vedere una c’hai le palle. Chiamiamo il Giona che se la carica lui la tipa. Dai. Ci costa duecento euro il Giona, vero Darietto? Darietto?». Lippo si rivolse al tizio che guidava; ma quello non disse nulla. Aspettò qualche secondo, poi riprese a parlare. «E la tipa ce la scopiamo tutti e tre senza rischiare un cazzo. Un cazzo. Noi tre più Giona, è chiaro. Ci pensa lui a tutto e poi gli dà quattro sveglie alla troia e la scarica da qualche parte. Facciamolo dai. Darietto, lo hai già fatto, vero? Come si chiamava quella che vi siete caricati a Capodanno? Lucrezia? Luridella? Porella… anzi, porella ’sto grandissimo cazzo! Cazzo. Oh, un’altra cosa, Darietto bello e tenebroso: ma quanto fa ’sto bidone di macchina di tuo padre? Li prende i duecinquanta all’ora? All’ora?». Ridevano. Ma Dario Murri guidava e non rideva. E non parlava. Guidava, non rideva, non parlava. Gli altri due continuavano a beccarsi con una voce troppo alta per il suo mal di testa. Lippo poggiò la mano sui tasti dell’impianto stereo. «Basta salsa! C’ha rotto le palle ’sta salsa. Mettiamo Radio Globo. A palla. Che fanno la musica “antica” da discoteca. Vai Riccardino, alziamo la caciara vera. Rolla pure un cannone, che c’ho voglia. Voglia». «Grande Lippo!». Riccardo prese le cartine dalla tasca della giacca, quando notò qualcosa in lontananza, sulla strada, oltre il vetro del parabrezza. Indicò un punto con il dito, tra le gocce di pioggia sempre più fitte. Poi disse. «Oh, ragazzi… laggiù… li vedete quei fari? Eh? Che dite?». Lippo gli rispose eccitato, mentre con la mano smuoveva la testa di Dario. «Che vuoi fa’ il giochetto? Lo facciamo caga’ sotto dalla paura? Dalla paura?». A quel punto, Dario Murri parlò. «Lippo, ma perché cazzo ripeti sempre le cose due volte, te?». «Ma guarda! Darietto il silenzioso ha parlato! Parlato! Guida e parla pure, adesso. Allora ce l’hai la lingua, Darietto bello, però la usi quando non devi. Non devi. È una malattia, ve l’ho spiegato già, mi pare. Mi pare. Quando sono fatto mi prende. Prende!».

Oltre l'orizzonte di Gianfranco La Grassa (Besa editrice)












Il testo qui presentato è il quinto, e ultimo, volume di una ricerca teorica intorno a diverse forme della società capitalistica; una ricerca che si riallaccia al pensiero di Marx, ma che se ne allontana su alcune questioni decisive. Il testo si divide idealmente in due parti. Nella prima si illustra il primo disvelamento teorico compiuto da Marx con riguardo alle correnti della scienza sociale dei suoi tempi. Nella seconda si compie un passo successivo, criticando varie impostazioni odierne, accomunate dal riferimento o alla pura volontà e forza politica o alla netta predominanza assegnata all’ambito economico e al calcolo che lo pervade, quello del minimax (minimo costo o massimo beneficio). Qui si tenta di connettere strettamente la razionalità economica e quella strategica (applicata al conflitto per la supremazia), pur assegnando la prevalenza alla seconda. Se ne traggono numerose conseguenze in merito all’interpretazione delle “strutture” economico-sociali, della loro storia, delle pratiche politiche perseguite nel XIX e XX secolo, ecc. Soprattutto ci si sforza di superare la generica indicazione della società moderna quale capitalismo, segnalando l’esistenza di sue forme diverse, sia in successione temporale (storica) sia nella loro compresenza attuale.
Gianfranco La Grassa ha lavorato nell’industria ed è stato docente di Economia nelle Università di Pisa e Venezia. È autore di decine di libri e articoli vari. Fra gli ultimi volumi pubblicati: Gli strateghi del capitale e Finanza e poteri (Manifestolibri) e Tutto torna ma diverso (Mimesis).

mercoledì 25 maggio 2011

Vasco Rossi - Manifesto futurista della nuova umanità



Music video by Vasco Rossi performing Manifesto futurista della nuova umanità. (P) 2011 The copyright in this audiovisual recording is owned by EMI Music Italy s.r.l.

fonte Youtube/Vevo

Il libro del giorno: Lagune (quasi) blu - Condizioni di vita e di salute degli stagni costieri in Italia di Mauro Lenzi (Effequ)












Esce “Lagune (quasi) blu - Condizioni di vita e di salute degli stagni costieri in Italia” di Mauro Lenzi per Effequ. Mauro Lenzi ci guida alla scoperta delle "zone di transizione: le aree in cui avviene la mescolanza delle acque dolci, provenienti dalle terre emerse, con le acque marine. Tra queste devono annoverarsi le lagune costiere … di cui è ricca la costa del Mediterraneo (nonostante gli scempi del passato) soprattutto nell'arco Nord, tra Spagna, Francia e Italia". In che stato si trovano le lagune costiere italiane? Questo libro prova a dare una risposta comprensibile a tutti scattando una impietosa e lucida fotografia ("Le zone di transizione sono state fortemente compromesse dallo sviluppo della nostra civiltà"). Si tratta di ambienti di transizione tra mare e terraferma che furono scelti dai nostri antenati per le loro palafitte proprio per la possibilità di facile sopravvivenza offerta dall’habitat, perfetto per numerosissime specie animali e vegetali ("costituiscono habitat per numerose specie di animali, per alcune delle quali risultano un vero e proprio paradiso alimentare. E questo le ha rese appetibili all'uomo: in esse ha potuto cacciare e pescare con relativa facilità"). E tuttora le lagune e gli acquitrini italiani sono zone di grande importanza ecologica, naturalistica, paesaggistica, ma anche economica, con il loro indotto di attività lavorative (turismo, pesca, allevamento ittico). Nella storia più recente, però, nelle lagune sono stati perpetrati scempi di ogni tipo ("Una laguna che risultasse in pessimo stato ambientale richiederebbe ingenti interventi della spesa pubblica. Ma non solo, ci si scontra sul tipo di interventi da adottare. Ecologi e ingegneri spesso non hanno buoni rapporti tra loro"). Con tutte le ripercussioni pratiche, economiche e politiche conseguenti; e anche dopo interventi d’urgenza esse sono diventate comunque ambienti problematici, su cui si scontrano le idee opposte di ecologi, ingegneri, cacciatori, pescatori, gestori di attività turistiche, amministratori…
L’autore: Mauro Lenzi è membro della Società italiana di biologia marina, cofondatore della rete italiana per la ricerca lagunare Lagunet e dirige le attività di ricerca del laboratorio di ecologia della laguna di Orbetello per la società Orbetello pesca lagunare. Collabora inoltre con il polo universitario di Grosseto, con le università di Pisa, Firenze, Siena, Parma, Venezia e Roma, con l’Ispra (Istituto di ricerche protezione dell’ambiente) di Roma, con il Wwf Italia, con l’Arpat (Protezione ambientale toscana), con la Fao Roma, con il Cnr Italia (National research council), con l’Enea (Agenzia nazionale per la nuova tecnologia), con l’Iss (Istituto superiore della salute) e con l’Authority per la bonifica della laguna di Orbetello. Ha al suo attivo numerosissime pubblicazioni di carattere scientifico.
La collana: I Saggi Pop sono volumi tascabili, leggeri nella forma e nel contenuto, ma che non rinunciano alla sostanza, mai banali o superficiali, testi che aiutano a riflettere e offrono risposte immediate, pratiche, curiose sulla storia, il costume e la società. Un'attenzione alla leggerezza, che si riflette anche sul portafogli.
Lagune (quasi) blu - Condizioni di vita e di salute degli stagni costieri in Italia di Mauro Lenzi, Effequ, pp.160, euro 10

L' isola della paura di Dennis Lehane (Piemme)












A chi arriva dal mare l'isola non fa una bella impressione. Una macchia scura in mezzo alla foschia, alberi macilenti e radi a interromperne il grigiore. Ma è difficile aspettarsi di meglio da un luogo come quello. Anche perché l'agente federale Teddy Daniels sa che lo attende un incarico delicato: una paziente dell'Ashecliffe Hospital, istituto per la detenzione e la cura dei criminali psicopatici, è scomparsa e le sue preoccupanti condizioni psichiche ne rendono più che urgente il ritrovamento. Ma su quell'isola, che un uragano travolge impedendo qualunque collegamento con la terra ferma, niente è davvero ciò che sembra: cosa succede veramente in quell'ospedale? E che cosa sta cercando Teddy Daniels? Una detenuta inspiegabilmente scomparsa, oppure le prove che all'Ashecliffe Hospital si fanno esperimenti sugli esseri umani? Forse, invece, è qualcosa di torbido che lo tocca più nel profondo, e che riguarda i fantasmi che da tempo lo tormentano, da quando l'adorata moglie è morta tragicamente in un incendio doloso. E quanto più Teddy si avvicina alla verità, tanto più la morsa si stringe intorno a lui.

Shutter Island

Fonte Youtube/intothemoview

Shutter Island è un film del 2010 diretto da Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Michelle Williams, Emily Mortimer e Max von Sydow. Il film è basato sul romanzo del 2003 L'isola della paura (Shutter Island) di Dennis Lehane.

Nessuna speranza per Malceski di Alfonso Ramunni (Besa editrice)












La vita umana si allunga e si crede che la vecchiaia non arrivi mai, consentendoci di proseguire anche in età avanzata le peripezie della giovinezza. Di questo vuole convincersi Stanislao Malceski che, nel corso della sua turbinosa esistenza, ha sperimentato ogni sorta di piacere e non vuole arrendersi al decadimento fisico. Assolda pertanto un geniale ricercatore, il dottor Davide Verastri, perché faccia luce sui processi della degenerazione vascolare e gli fornisca in fretta una cura contro l’invecchiamento. Non contento, affianca a Verastri, e senza che questi lo sappia, l’infido Ocanesian, sperimentatore dalla dubbia moralità… Da qui un’appassionante vicenda umana e scientifica, di sapore faustiano, nella quale l’autore ha innestato le proprie esperienze mediche in una trama fitta di avvenimenti e percorsa da straordinaria tensione: una grande saga sui segreti e gli artifici della medicina – più un’arte dell’invenzione che una scienza arida.

Alfonso Ramunni vive a Bari, dove lavora come medico nefrologo ospedaliero. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali. Nessuna speranza per Malceski è il suo primo romanzo.

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