A lungo in questi ultimi mesi si è discusso di un libro che non solo ha suscitato interesse, ma addirittura in più di qualche occasione è stato paragonato al “mitologico” Codice Da Vinci di Dan Brown. Faccio riferimento al libro di Francesco Fioretti dal titolo “Il libro segreto di Dante” edito dalla Newton Compton. Ora, devo confessare di essere tendenzialmente attratto da pubblicazioni la cui area interesse sfiora l’esoterico, e ammetto di essere piuttosto ferrato su questi argomenti. Ciò che tengo sotto osservazione in questa tipologia di lavori è fondamentalmente la plausibilità (anche se si tratta di opere di pura finzione) delle ipotesi sviluppate dall’autore. Ricordiamo che gran parte delle “ipotesi” lanciate da un grande maestro della fantascienza come Isaac Asimov si sono e si stanno lentamente traducendo in realtà. Il cocktail di Francesco Fioretti è veramente splendido, perché non solo non ci si trova dinanzi ad un rompicapo letterario soporifero, ma riesce a mettere in campo tutta una serie di indicazioni, che sinceramente non mi sento di definire né casuali, né arbitrarie, né puramente inventate. Il libro parla di segreti terribili, fa vivere entusiasmanti colpi di scena, tutti legati in maniera indissolubile al poema che ha dato origine alla storia della nostra letteratura e alla nostra lingua. Questo libro inoltre ci aiuta a capire un aspetto sul Sommo Poeta, che sfugge a molti noiosissimi manuali di storia della letteratura italiana nelle nostre scuole e presso alcune cattedre di Letteratura Italiana dei nostri atenei (forse perché appartenenti a certo “folklore storico”: il nostro Dante Alighieri, non solo non era lontano da certi studi “liberali”, ma addirittura la sua vicinanza all’ordine templare potrebbe far sorgere l’idea che si trattasse di un graduato all’interno di questo ordine, con cariche di responsabilità e a conoscenza dunque di grandi segreti, anche di natura economica. Le vicende narrate dall’immenso Francesco Fioretti, vedono protagonisti la figlia del poeta, suor Beatrice, che indaga sulla morte misteriosa di suo padre, un messaggio in codice lasciato da Dante su nove fogli di pergamena, e il mistero sul fatto che Dante volesse nascondere gli ultimi tredici canti del Paradiso.
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