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lunedì 22 agosto 2011

Helena Rubinstein. La femme qui inventa la beautè di Michèle Fitoussi (Grasset)












La giornalista Michèle Fitoussi ha pubblicato in Francia da poco una biografia dal titolo “Helena Rubinstein. La femme qui inventa la beautè”, per i tipi di Grasset. Un libro che attraverso questo personaggio non convenzionale, racconta l'emancipazione delle donne nel ventesimo secolo. E’ la storia di una piccola/grande donna che ha lasciato la sua natia Polonia per l'Australia con poco più di 12 vasetti di crema. Il suo obiettivo, conquistare il mondo. Ma questo libro non è solo una semplice storia di successo, ma una campagna “rivoluzionaria” per portare la bellezza ovunque. Ma c’è dell’altro … Helena Rubinstein, per tutta la sua esistenza, ha contribuito a promuovere i più grandi artisti del suo tempo utilizzando come “officine creative” i suoi istituti, ed esponendo nel mondo “opere d’arte altre” attraverso le sue pubblicità o le sue bottigliette. I nomi? Raoul Dufy, Salvador Dalì, Maria Larencin, Christian Bérard, Jacques Helleu, Man Ray. Quando morì nel 1965 a 93 anni, aveva nel suo appartamento in “quai de Bethune” a Parigi, è stata trovata una delle più grandi collezioni di dipinti al mondo, sculture, oggetti, mobili. Helena Rubinstein è stato il primo marchio di cosmesi (oltre alla concorrente d’oltreoceano Elizabeth Arden), a professare una forte tendenza al rispetto di canoni estetici vicini a una bellezza più naturale. Ma soprattutto Helena Rubinstein ha inventato la professione dell’estetista, a cui oggi molte donne e tanti uomini non riescono più a rinunciare. In poche parole un mito!

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