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venerdì 22 giugno 2012

Il secondo bene. Saggio sul compito terreno dei mortali, di Flavio Ermini (Moretti & Vitali). Intervento di Nunzio Festa


Il poeta e saggista veronese Flavio Ermini con “Il secondo bene” scompone e ricompone la Morte, fa a quadratini l'oltre dell'oltre-esistenza, senza affanno, si libera dal dovere di santificare quel moto che dovrebbe riempire il tempo libero di sufficienza e insufficienza utile allo svago. Perché entra nei fondali della materia. S'affaccia alla morte: leggendola.
Dopo aver avuto tra le mani questo “Saggio sul compito terreno dei mortali”, stranamente, c'accorgiamo d'esser in lieta e perfetta sintonia col lancio promoziona dell'opera letteraria:   “Impossibile avere esperienza della morte, che sarebbe il compimento dell'esperienza umana, che si compie appunto quando non è più possibile esperire. Forse, per averne una sorta di figura, dobbiamo cercare altrove, forse in questi frammenti di morte che sperimentiamo per esempio quando siamo esiliati sul confine tra la veglia e il sonno. I pensieri si slabbrano, sembrano uscire da noi in lembi, che scivolano in una buia palude, o in lancinanti frammenti, in schegge che feriscono la coscienza fino ad annullarla in una sorta di malattia. Ci si aggrappa a un ricordo, e il ricordo sfugge e ci si dimentica persino di aver per un attimo ricordato. Si cerca di comporre la geografia di ciò che nel buio ci sta intorno, e tutto si confonde in una sorta di agglomerato di sensazioni strane. Si invoca il sonno che sprofondi il tutto, e nello stesso tempo in cui lo si invoca sentiamo che si casca nel sonno, si sprofonda appunto in esso, come in un abisso”. Ché così l'autore descrive “la condizione umana”.
Questo d'Ermini è un viaggio, altamente problematico in quanto noi sempre o quasi problematici, nelle terre di mezzo della vita. Siamo certi che non è il dato anagrafico del poeta, a fare la differenza; quanto, invece, la sua volontà di servire – e servirsi (non di meno) – incessantemente delle logiche degli esseri umani messi fra velocità e insussistenza.  
Flavio Ermini, poeta e saggista, è nato a Verona nel '47. Dirige la rivista di ricerca letteraria Anterem, fondata nel '76 insieme a Silvano Martini, ed è nel comitato scientifico della rivista internazionale di poesia Osiris e di quella di critica letteraria Testuale. E' tradotto in diverse lingue. E lavora a progetti culturali di respiro mondiale. Tra i suoi libri più recenti, “L'originaria contesa tra l'arco e la vita, (Moretti & Vitali, 2009), con il quale ha vinto il Feronia – Città di Fiano nell'anno 2010. 

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