Vi potrebbe costringer a farvi
male, l'ultimo romanzo di L. R. Carrino, "Esercizi sulla madre". E'
un romanzo che fa veramente male, l'ultima opera di Carrino. E per volerci un
po' bene cominciamo con tatto; parliamo infatti della scrittura, della lingua
del nostro Carrino: ché Carrino è 'nostro'. Autore, poeta di talento tra
l'altro, che ha imparato la segreta legge della letteratura: devi avere uno
"stile": esser riconoscibile. O la giustizia delle lettere alla lunga
ti toglie dall'archivio delle pagine da difendere (lo facciamo con le nostre
misere librerie - in fondo). Rompe i tempi verbali, l'autore. Ché Carrino deve
correre, lentamente, avanti e indietro nel tempo-storia. Ragionare con periodi
che san d'acqua limpida ma poggiata nelle bruciature d'un rogo di numeri di
scrittura. Una certa disaffezione alla lingua perfetta, si potrebbe facilmente
sintetizzare. Che però si trova nella lana d'un torrido inverno di spazientita
e, a spicchi lamentevole, voglia di parola. Due voci, anzi una e mezza usa oggi
lo scrittore. Ché la protagonista femminile della presenza/assenza deve aver
tutto il campo e insieme tutte le colpe. Quindi gli sfoghi della voce femminile
son prudenti, forse. Sicuramente meno tormentati, se possibile, degli editti
affermati dalla maschile. Il tono di Carrino è perentorio. Seppur siamo infine
in un romanzo. A mosaico, certo. Eppero senza dubbio in un testo pieno di se
stesso. La narrazione, è quella degli Impazziti. Seguiamo quest'autore
napoletano, classe '68, da "Acqua Storta" (Meridiano Zero). Da
allora, lo apprezziamo. Autore anche di versi e testi teatrali, Carrino ha
esordito nel 2006 con due racconti in "Men on Men 5" (antologia
mondadoriana del 2006). Poi son arrivati, tra le altre cose, il libro di poesie
"Certi ragazzi" (Liberodiscrivere) e "Pozzoromolo".
"Sei dietro le mie spalle, nel vialetto, con le buste della spesa, stai
andando nella direzione sbagliata. Non vedi che la casa è qui? Madre, sono
qui". Questo liquido infetto di Esercizi sulla madre, c'infetta. Il
quarantaduenne Giuseppe, adesso internato in un ospedale psichiatrico
giudiziario, ripercorre la sera interminabile di decenni prima, la sera del 23
febbraio 1976 quando suo madre l'abbandonerà con la scusa di normali compere.
Mentre il figlio attendeva, invano, il ritorno. Carrino ci fa male
costringendoci a ricordare intanto insieme a Giuseppe la ragione del suo
internamento - ha commesso un crimine che neppure ricorda -. Dieci ore d'attesa
del figlio diventano dieci esercizi di scrittura e memoria del Pazzo. Il
lettore più forse più attento e acuto di L. R. Carrino, Francesco Durante, ha
detto che questo romanzo è matrice di Pozzoromolo. L'esperimento di psichiatria
al quale è sottoposto il 'maturo' Giuseppe, inventa nel Giuseppe
"ragazzino" dieci diverse figure di Madre riprese dall'uomo. (Con
l'innesto d'una sorpresa: un racconto d'un'altra figura - tra l'altro
importantissima, seppur estemporanea in forma d'apparizione - per la storia).
Dalle Macchie rinasce l'innocente crimine.
In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei - As an Amazon Associate I earn from qualifying purchases
Cerca nel blog
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno
I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà
Cerca nel blog
-
E’ accaduto già con un altro caso letterario: il “Necronomicon” di Howard P. Lovecraft. Il dibattito ancora oggi tutt’altro che conclu...
-
Di cosa siamo veramente responsabili? Qual è il margine di libertà delle nostre azioni, anche di quelle che crediamo dipenda...
-
Il movimento MODERATI 2.0 PER LE LIBERTA’ trae le sue origini dalla rete e si riallaccia al movimento politico internazionale pirata...
Nessun commento:
Posta un commento