Il
nuovo viaggio del "lucano" Semplici. Premesso che in realtà il
giornalista e fotografo Andrea Semplici appartiene anagraficamente, per così
dire, al capoluogo della Toscana, e quindi non alla Lucania dei boschi e del
terziario che con la Fiat ha sostituito pezzi importanti dell'agricoltura,
diciamo che "Dancalia. Camminando sul fondo di un mare scomparso",
ultimo libro edito presso Terre di Mezzo, un po' comunque alla Basilicata
appartiene. In quanto, in definitiva, prima che l'autore tornare a vedere la
Dancalia, ovvero rimettesse anima e corpo nel nuovo peso, moderno assai e
turistico persino, della lontana e davvero geograficamente marginale terra
conficcata in uno sprofondo fra Etiopia ed Eritrea, il viaggiatore ha dimorato
diversi mesi a Matera; ma eleggendo anche la città dei Sassi, oltre che come
possibile domicilio pure a venire, punto di transito verso piccole marginalita
nostre: da Castelmezzano a Pomarico, per dire. A scoprire, insomma, più usi e
costumi. In un poco di tradizioni ancora in vita delle terre lucane. Semplici
di libri di viaggio comunque ne ha scritti molti. E, per esser più puntuali
possibile, dobbiamo aggiungere che "Dancalia" nasce soprattutto da
viaggi dadati dell'esploratore fiorentino, che, tra le altre cose, dirige la
rivista online Erodoto108. Legato idealmente a Kapuściński, Andrea Semplici ha
visitato e vissuto, seppur solitamente per tempi non lunghissimi, in tante
luoghi del vasto mondo. Da Cuba, per fare un piccolo esempio, alla Dancalia che
adesso troviamo nella pagine pubblicate. Per Semplici, preme dire, e lo
ricordiamo a leggere e parlare delle storie di transiti nel Pianeta a Matera e
nella sua provincia, gli spostamenti sono sempre incontri. Coi luoghi. Con le
persone. Dove la storia e le origini sono, appunto, tanto quelle delle lande
vere e proprie quanto quelle dei popoli che fanno vita e morte nelle loro
patria. Tra, per aggiungere solamente postille forse banali, rivoluzioni e
sofferenze. La Dancalia, ricorda oggi l'apolide Semplici, è un deserto di sale
che fa da calamita agli uccelli: uccidendoli. La Dancalia, sottolineerà Andrea
Semplici con la sua scrittura odorosa di contatto con immagini e realtà
diverse, è rocce che t'attirano coi loro psichedelici colori, e poi ti porta
nella sabbie morte. Sarai fortunato, insomma, a trovare "la locanda di
Madame Kiki" (approdo spuntato quasi in forma di miraggio - ai bordi del
deserto). "Ma la Dancalia è degli
afar - si preoccuperà di spiegare appunto l'autore -, un popolo enigmatico e
'feroce' (così dicono cronisti e studiosi), che schiude la propria
straordinaria umanità solo a chi, mettendo da parte gli stereotipi sull'Africa,
sa stare 'fianco a fianco con la diversità'. Volti e scenari da scoprire oggi,
prima che il turismo e le multinazionali minerarie stravolgano definitivamente
la bellezza desolata di queste terre e dei loro abitanti". Perché il
processo è in atto. Ché, sappiam bene noi, dove gli spazi sembrano o sono
veramente incontaminati, si tratti della Dancalia dei fuochi infernali come del
Pollino degli alberi in resistenza, gli appetiti e il consumo si fanno proposta
indecente. Oppure addirittura presa d'assalto.
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