Se la vita può essere una possibile
filosofia, la filosofia potrebbe essere una possibile poesia... Poetare è
vivere - pensavo - ed oggi ne sono più che convinta, elimino persino il
condizionale, dal momento che mi trovo a leggere la raccolta poetica di Elio
Ria “Poesia, ragazza mia”.
È un'intensissima vita decantata in versi
e in aforismi. È la filosofia che primeggia e resiste al tempo rendendo eterno
il valore della Vita, non quella che ha un inizio ed una fine, ma Ria ne
conferisce abilmente l'eternità: la poesia come la filosofia non hanno un punto
di fine, ma possiedono l'immenso, la libertà, l'assoluto che l'esistenza
dell'essere umano può soltanto avvertirne il profumo o se religioso vivere con
l'illusione di essere immortale.
È così, o forse è meglio così, perché in
questo modo si apprezza la bellezza del finito e dell'infinito, della vita e
della morte, della poesia e della filosofia. Elio Ria fa conoscere tutto questo
al lettore dando un'immagine reale della poesia perché non risulti vano il suo
vivere: ragazza mia, emblema di donna la poesia, come la filosofia, creatura
bella, meravigliosa, reale e nello stesso tempo eterea, sognatrice, misteriosa,
può procurare timore e disorientare e un tutto la “ragazza” che racchiude la
freschezza e ingenuità dei suoi anni, la purezza, la vitalità.
“Poesia, ragazza mia” è vitale, è
“il dolce latte” che può dare consolazione, «è il fulmine dell'estate / è
presagio d'amore. / Non è errore di cielo sbadato. / … / Questa poesia non è un
trucco di una fata. È giuramento. O qualcosa di / simile». (p. 47).
Sono versi che richiedono impegno,
costanza, attenzione, per i quali il lettore non può lasciarsi sfuggire nemmeno
una parola, sarebbe come perdere l'alba di un nuovo giorno. È la luce, il sole,
lo splendore della vita che fiorisce come ogni mattino spalanca la beltà agli
occhi del mondo. Come si legge: «Ogni cosa ch'è bella ha il suo istante, e
trascorre. / Bisogna come eterno godere il nostro istante. Io non t'invidio
Dio; lasciami solo / con l'opera mia umana che non dura: quest'ansia di colmare
ciò che è effimero / di eternità, vale l'onnipotenza». (Luois Cernuda, p. 51).
Con una certa probabilità anche in Elio
Ria si intravede quest'ansia di superare l'effimero, di cogliere il senso
dell'eterno, perché le poesie e la stessa esistenza che esprime in versi abbia
un'accezione totalmente solida, universale, che il verso scalfisca goccia dopo
goccia il lettore fino a penetrarlo nel suo meraviglioso Io, nella magnifica
essenza che supera il superficiale e si tramuta in eterno. Occorre tempo e
pazienza nell'attesa, ma senza dubbio il poeta sarà capace di raggiungere il
suo intento, dopo una lunga ed affannosa ricerca nell'esercizio del meglio,
come direbbe Manzoni. È evidente la voglia di andare oltre le consuetudini
della vita, perché la gente riesca a guardare il bello, e veda al di là delle
solite notizie piccole, del malaffare, della politica squallida e non sia
ossequiosa alla modernità, ma assuma insiste - Elio Ria - quella grandezza che
è nella poesia e nella filosofia che come una lente permettano di raggiungere
la profondità delle cose, la “scintilla” eckartiana, il guizzo che rende
straordinaria la vita.
È ammirevole inoltre notare la profonda
dedizione che l'uomo, il poeta ha per la donna, il femminile la poesia che
diventa un tutt'uno con la filosofia e insieme se pur differenti, divise
entità, magicamente si uniscono in una sola ed unica materia universale, senza fine.
Sono un'immersione di freschezza i versi
e gli aforismi annessi e connessi di filosofi scelti accuratamente da Ria che
scuotono, risvegliano le coscienze addormentate.
«Insegui primavera nei dialoghi
d'inverno, / del sole che appare sui balconi di nubi sornione / immagini estate
per essere già donna. / Nel dimenticare giochi per avventure, sorreggi / lo
sguardo delle voglie attuali e / inesorabilmente raggiungi lidi di autunno».
(p. 44). è un alternarsi di
stagioni la poesia di Elio Ria, come l'esistenza di un uomo e di una donna,
della natura, è un mostrarsi nella forma, nella vanità dell'esserci ma è al
tempo uno svelarsi di significato nel proprio intimo, così che ogni cosa si sia
in grado di viverla pienamente e con consapevole intensità.
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