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venerdì 8 settembre 2017

L’Editore racconta … mal comune mezzo gaudio? Niente di più falso



















La mia casa editrice è una casa editrice per molti ma non per tutti. L’ho sempre detto e lo ripeterò finchè campo! Vengono selezionate accuratamente tutte quelle pubblicazioni che rientrano (secondo i criteri del comitato di lettura e secondo il mio modestissimo parere) di diritto nelle collane attivate, ma soprattutto una volta approvate all’autore non viene richiesto nulla, in termini di acquisto copie o di contributo spese. Mi reputo un editore puro. Ora però questo non significa che gli autori debbano disinteressarsi totalmente o quasi del loro libro, o non acquistare nemmeno delle copie (tranne fortunatamente rari casi) a sconti vantaggiosi, o non contribuire all’iter di proposte progettuali che fanno il bene del libro e della casa editrice. Il più delle volte è solo pretesa, pretesa e solo pretesa. Certo sto scoprendo l’acqua calda qualcuno potrebbe dirmi. In verità in piccole ma virtuose realtà come la mia piccola azienda, è fondamentale collaborare e non solo delegare all’editore e pretendere dall’editore questioni, idee, e proposte  talvolta che rasentano la follia, non cogliendo minimamente la reale consistenza dell’azienda e la sua capacità produttiva. Forse andrebbe scritto un bon ton per gli autori che decidono di interfacciarsi con l’editore, sperando di recuperare il buon gusto che pare si sia perso per strada.  

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