«Qualche volta il
destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la
direzione del percorso. Per evitarlo cambi l'andatura. E il vento cambia
andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il
vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte, come
una danza sinistra con il dio della morte prima dell'alba. Perché quel vento
non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. È qualcosa che
hai dentro. Quel vento sei tu. Perciò l'unica cosa che puoi fare è entrarci, in
quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare
la sabbia.»
Un ragazzo di quindici
anni, maturo e determinato come un adulto, e un vecchio con l'ingenuità e il
candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti
allo stesso luogo, Takamatsu, nel Sud del Giappone. Il ragazzo, che ha scelto
come pseudonimo Kafka, è in fuga dal padre, uno scultore geniale e satanico, e
dalla sua profezia, che riecheggia quella di Edipo. Il vecchio, Nakata, fugge
invece dalla scena di un delitto sconvolgente nel quale è stato coinvolto
contro la sua volontà. Abbandonata la sua vita tranquilla e fantastica, fatta
di piccole abitudini quotidiane e rallegrata da animate conversazioni con i
gatti, dei quali parla e capisce la lingua, parte per il Sud. Nel corso del
viaggio, Nakata scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo
della propria vita. Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a
sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell'incomprensibile
schivando numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma
che rappresenterà il compimento del proprio destino. Diversi personaggi
affiancano i due protagonisti: Hoshino, un giovane camionista di irresistibile
simpatia; l'affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato
lontano; Òshima, l'androgino custode di una biblioteca; una splendida
prostituta che fa sesso citando Hegel; e poi i gatti, che sovente rubano la
scena agli umani. E infine Kafka. "Uno spirito solitario che vaga lungo la
riva dell'assurdo".
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