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sabato 10 ottobre 2009

Zero Limits, il nuovo libro di Joe Vitale e Ihaleakala Hew Len (Edizioni Il Punto d'Incontro)

Presentare questo libro come una naturale conseguenza del percorso avviato da The Secret di Rhonda Byrne, sarebbe una vera e propria forzatura, dal momento che non vi sono le stesse coordinate teoriche ed etico/pratiche avviate da quell’opera o contenuti simili rispetto agli insegnamenti di questi nuovi illuminati. Né può essere considerato un semplice libro sull’auto-aiuto, e dunque esposto in modalità espressive che si avvicinano ad argomentazioni del tipo: “Il tuo lavoro ti stressa oltre ogni misura? Ce la stai mettendo tutta, ogni grammo della tua energia, della tua forza psico-fisica per raggiungere il successo professionale, ma tutte le porte ti vengono chiuse in faccia? Incontri sempre nella tua vita le persone sbagliate o ti trovi nel posto giusto ma proprio nel momento meno opportuno? Zero Limits edito in Italia da Punto d’Incontro con grande cura editoriale, non può e non deve essere considerato nella maniera più assoluta con queste modalità. Una premessa però è di vitale importanza. Si tratta di un libro che necessariamente richiede una seconda lettura non per complessità dei temi trattati, ma per uno stupore e incredulità che in un primo momento quest’opera suscita repentinamente nel lettore, tanto da sentire forte l’esigenza di considerare il tutto o una pazzia o di contro una gigantesca burla. Innanzitutto le pagine (all’interno vi si trovano anche innumerevoli testimonianze di chi ha seguito gli insegnamenti dei due autori ovvero Joe Vitale e Ihaleakala Hew Len) sono piene di un’amore infinito e una generosa compassione verso l’umanità. Un tipo d’amore che non è semplice spirito di fratellanza o bonaria accondiscendenza verso l’altro, ma Amore Universale, quasi cosmico direi. Ci sono dunque molti modi di intendere l’amore: quello tra padre e figlio; fra parenti o amici; l’amore per le cose, gli oggetti; l’amore per il rispetto. Ma in questa sede parliamo di un amore che non si riferisce a nulla di concreto. Soggetto e Oggetto di forze invisibili che si agitano caoticamente nello spazio e nel tempo. I due autori partendo da questo principio fondativo ritengono che , poichè noi percepiamo solo pochi bit della realtà che ci circonda e dunqe rimaniamo un po’ scoperti sui restanti milioni di bit d’informazioni che costituiscono la realtà, non siamo in grado di porre ordine nelle nostre esistenze liberando questa enorme energia d’Amore, facendoci vivere vite che non ci appartengono. Come fare allora? Un antico metodo hawaiiano ci viene in aiuto: infatti l’Ho’oponopono è un sistema tramandato dalla tradizione hawaiana che purifica da convinzioni, pensieri e ricordi inconsciamente accettati che ti intrappolano e di cui non sei nemmeno consapevole. Per arrivare al grado zero di quest’Amore, occorre prendere su di sé la responsabilità di tutto quello che c’è al di fuori di noi, ripetendo “Ti amo”; “Perdonami”; “Grazie”. Una sorta di mantra da estendere su tutti e ogni cosa indistintamente (talvolta dicono gli autori anche quando non ne siamo proprio convinti), con la convinzione però che non esiste un “là fuori”. Sì, perché una volta arrivati a “Zero Limitis” è come se ci aprissimo ad accogliere tutto ciò che il Divino o Amore, o come lo vogliate chiamare, ha in serbo per ciascun uomo. Il grado zero è l’assenza di ostacoli, la rimozione di programmi interiori consci o sub/consci,che permette tutto ciò che vogliamo. Leggiamo a pag. 107 del volume: “ Il nuovo Ho’oponopono aggiornato, un metodo di pentimento, perdono e trasmutazione, è la richiesta all’Amore di liberarci da energie nocive e di rimpiazzarle con se stesso. L’Amore lo fa fluendo attraverso la mente, iniziando il suo flusso attraverso la mente intellettuale, la mente conscia, liberandola dalle energie del pensiero. Finalmente, si dirige verso la mente emozionale, il subconscio, liberandola da pensieri di emozioni nocive e riempiendola di se stesso”. Questo libro è uno strumento eccezionale per ripulire la mente da ostacoli e blocchi subconsci che impediscono alla volontà di ciascuno di ri-prendere il controllo sulla propria vita e permette di trovare modi nuovi e inaspettati per raggiungere ciò che si vuole. Sembra che funzioni, veramente, anzi alcuni sostengono che faccia meraviglie, nel lavoro, nella vita privata, e permette di sperimentare giorno dopo giorno una pienezza e una felicità sorprendenti. Si provi ad esempio ad immaginare di dimenticare tutti gli errori passati, di ricominciare di nuovo senza preconcetti e di vivere in un mondo di costante stupore. Si immagini cosa succederebbe se tutto fosse possibile. In effetti, tutto è davvero possibile quando si è lontani da costrizioni mentali. Questa è la chiave che aprirà la tua vita a un nuovo universo di possibilità e di risultati, un universo a limiti zero.

Joe Vitale ha scritto diverse opere di successo sulla Legge di Attrazione, ricevendo negli ultimi tempi molta attenzione grazie alla sua predominante presenza nel libro e nel film di Rhonda Byrne, The Secret. Uno dei maestri accreditati di The Secret, Joe Vitale è presidente di due società con sede ad Austin, Texas. Per la sua combinazione di spiritualità e di abilità nel marketing è stato soprannominato "il Buddha di Internet". Dalla condizione di senza tetto e di totale povertà, Joe è passato a quella di pioniere del marketing in Internet. Ha aiutato molte persone a diventare milionarie e a creare imperi on line. Grazie a The Secret e al successo delle sue opere, oggi è considerato un guru dell'auto-aiuto.

Il dottor Ihaleakala Hew Len ha lavorato per quarant’anni su programmi di risoluzione dei problemi e di affrancamento da stress. Per alcuni anni ha esercitato come psicologo clinico presso le strutture ospedaliere delle Hawaii. Nel corso della sua carriera ha seguito migliaia di persone, compresi gruppi delle Nazioni Unite, dell’UNESCO e di altri enti. Dal 1983 insegna il sistema aggiornato di Ho’oponopono. Ha presentato questo metodo per tre volte all’ONU e lo ha applicato con successo in reparti di massima sicurezza, maturando una notevole esperienza con disabili mentali, criminali malati di mente e le loro famiglie. Attualmente conduce corsi sul sistema hawaiano di guarigione.

Zero Limits, il nuovo libro di Joe Vitale e Ihaleakala Hew Len. Lo straordinario sistema hawaiano per gioire di una vita meravigliosa in cui tutto è davvero possibile (Edizioni Il Punto d'Incontro)


Lo straordinario sistema hawaiano per gioire di una vita meravigliosa in cui tutto è davvero possibile
ISBN: 9788880936176

Prezzo € 15,90


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venerdì 9 ottobre 2009

Dal 16 ottobre 2009 in libreria il nuovo romanzo di Paolo Roversi per Mursia

"Milano è da sempre l'università del crimine e nella magica Bassa ci sono pure gli indiani padani. Paolo Roversi spicca il volo con questa tosta e malinconica storia di mala"
Massimo Carlotto

Milano, anni settanta. In cella, a San Vittore, un ragazzo poco più che ventenne muove i primi passi nel mondo del crimine. La dura realtà del carcere e le sue leggi spietate lo forgeranno, trasformandolo in colui che tutti, con timore e rispetto, impareranno a chiamare Hurricane.
All'uscita dall'università del Quarto raggio, Hurricane vi porterà nei meandri della Milano delle grandi bande criminali. Bische clandestine, partite di eroina, rapimenti e giochi di potere fra i boss che tenevano la metropoli sotto scacco a colpi di calibro 9. Un'intricata indagine che Enrico Radeschi, giornalista di nera ed hacker, si troverà a dover affrontare in sella alla sua inseparabile Vespa gialla del '74. Un romanzo intenso che, ripercorrendo la trentennale storia criminale di Hurricane, in bilico fra la Bassa padana e la Milano nera di ieri e di oggi, fra omicidi e sparatorie che lo trasformeranno nel nemico pubblico numero uno, costringerà il cronista a mettersi in gioco fino a dover rischiare il tutto per tutto... Una storia mozzafiato, dal respiro internazionale; il noir criminale che mancava, e che fa tremare Milano.

Medici per i Diritti Umani (MEDU) presso la libreria MINIMUM FAX di Roma con una mostra

Medici per i Diritti Umani (MEDU) inaugura il 9 ottobre 2009 alle 19.00 presso la libreria MINIMUM FAX – Via della Lungaretta 90/e , Roma (Piazza Santa Maria in Trastevere) - la mostra fotografica “Missione Ecuador”. MEDU presenta l’intervento sanitario a favore delle popolazioni afrodiscendenti dell’area di Limones (Esmeraldas). Il progetto comprende 29 comunità che vivono nell’ecosistema delle mangrovie più alte del mondo sulla costa ecuadoriana in prossimità del confine con la Colombia. Le comunità sono dedite da secoli alla pesca artigianale e vedono minacciati il loro modo di vita e la loro salute da acute problematiche sociali, dalle conseguenze del conflitto armato in Colombia e dalla devastazione ambientale. Le foreste di mangrovia sono infatti oggi gravemente minacciate dall’indiscriminata espansione dell’industria di allevamento di gamberi di cui l’Ecuador è uno dei maggiori esportatori mondiali. La mostra fotografica racconta la vita quotidiana delle comunità e la loro strenua lotta per difendere la salute, l’ambiente e la dignità. “Proteggete la mangrovia !” ci hanno ordinato i nostri antenati “ essa è nostra madre, i nostri figli e l’aria che respiriamo, essa è il nostro alimento” anziano della comunità di Olmedo (Esmeraldas)La mostra sarà allestita fino al 23 ottobre. Orario: da domenica a giovedì 10.00/24.00, venerdì e sabato 10.00/1.00 – ingresso libero.
Il progetto è realizzato in collaborazione con: ARCI Comitato Territoriale di Firenze, Comune di Condove, Ministerio de Salud Pública del Ecuador e il contributo di: Comune di Avigliana, Comune di Roma, Istituto di Istruzione Superiore Statale di Oulx, Regione Piemonte, Regione Toscana

Alessandro Papetti al Palazzo Reale di Milano. La sua opera più ambiziosa. Intervento di Maria Beatrice Protino














Tre giganteschi tondi, in cui smarrire il proprio senso dell’orientamento: non ci sono indicazioni narrative, non un ordine cronologico. “Il ciclo del tempo”: questo il titolo dei tre grandi ambienti pittorici circolari del diametro interno di 8 metri ciascuno di Alessandro Papetti - realizzati dall’artista in più di un anno di lavoro - che affrontano tre tematiche differenti: l'acqua, il bosco, il vento. Il progetto è stato realizzato per superare la dimensione piatta della tela e parte dai lavori dedicati all’acqua sviluppati dall’artista fin dal 1998, con quadri incentrati sull'idea del bagno di notte e con le grandi piscine che ha esposto in numerose occasioni. La sua sfida è quella di dare sostanza fisica al liquido e di fornire un’immagine romantica e decadente dei soggetti attraverso un processo di spoliazione che rende le figure più fantasmi che presenze.
Essenziale anche l’introduzione del concetto del tempo e dello spazio: per Papetti è fondamentale il gioco dello starci dentro. Il pubblico deve entrare nel quadro e scegliere il suo punto di vista, decidere quando uscire attraversando una vera e propria soglia. Nel secondo cerchio, soprannominato quello del bosco, la pittura sfiora il linguaggio dell’astrazione. Il periodico succedersi dei tronchi degli alberi non poggia per terra, ma galleggia: la natura si fa insidiosa e disorienta.
Allo stesso modo, nel quadro ispirato al tema del vento tutto sembra evaporare e perdere peso e spessore: lo stesso gesto pittorico, con la sua vibrante forza dinamica e la sua carica di energia, diventa il vero protagonista dell'opera. Il vento che è invisibile, intangibile, che svuota o riempie, sembra attraversare il corpo della sola, unica e residuale presenza umana: come ispirare ed espirare.

giovedì 8 ottobre 2009

Fabio Mauri alla Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone

Sabato 10 ottobre, presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone verrà inaugurata una personale dedicata ad un protagonista dell’arte contemporanea recentemente scomparso, Fabio Mauri. La rassegna, in parte concepita dall’artista stesso prima della sua morte per la Galleria Michela Rizzo di Venezia, trova il suo naturale proseguimento qui a Monfalcone; arricchita di altri lavori, diventa un doveroso omaggio ad un artista eminente che ci ha lasciati all’età di 83 anni questo 19 maggio. Fabio Mauri è uno dei maestri dell'avanguardia italiana del secondo dopoguerra. Vive a Bologna e a Milano fino al '57, poi si trasferisce a Roma. Nel 1942 fonda con Pier Paolo Pasolini la rivista Il Setaccio. Ha insegnato per 20 anni Estetica della sperimentazione all'Accademia di Belle Arti dell'Aquila. È stato invitato alla Biennale di Venezia nel 1954, 1974, 1978, 1993 e 2003.
È stato un grande sperimentatore, un grande innovatore, sempre in anticipo sui tempi.
La prima personale di Mauri nel '55 alla Galleria Aureliana di Roma è presentata proprio dall'amico Pasolini. Alla fine del '57 realizza i primi “schermi”, la sua versione del monocromo: la ricerca dell'azzeramento impegna tutti gli artisti più avanzati in quel momento. Ma il monocromo di Mauri contiene già il discorso sul cinema. Lo schermo è la nuova vera “forma simbolica” del mondo e Mauri coglie questo fatto tempestivamente, immediatamente. La forma mentale dello schermo attraverserà tutta l'opera di Mauri. Nel 1964 sbarca alla Biennale di Venezia la Pop Art americana, arte simbolo di una società che non può essere quella italiana e europea, Mauri allora inizia a riflettere sulla specificità della cultura europea e la individua nell’ideologia. “Ho ripensato la mia biografia e ho pensato che avevo conosciuto una realtà storica forte, la guerra. Avevo rimosso come un grande incidente tutto questo dolore, l’ho riaffrontato”, dice l’artista. Nascono qui le perfomance degli anni ‘70 Che cosa è il fascismo, Ebrea, Gran Serata Futurista 1909 – 1939. Per l’artista il Futurismo diventa un grande, inesplorato deposito, un rimosso rinascimento italiano contemporaneo. La finzione è un ulteriore mezzo di complicità con gli spettatori nell’intento di ricreare una rete di sensazioni tra palcoscenico e pubblico. Come afferma l’artista stesso il suo “è un teatro che non è teatro”. Mauri diventa anche attore nella Medea di Pasolini, dove interpreta il Re Pelia. È l'unico film dell'amico a cui Mauri accetta di partecipare, in cambio ottiene la promessa dello scrittore e regista di prendere parte a una sua opera: alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna, il 31 maggio 1975, pochi mesi prima della morte di Pierpaolo, Mauri gli proietta addosso Il Vangelo secondo Matteo in una storica performance. Come afferma Andrea Bruciati: “Fabio Mauri è stato forse l'unico artista italiano operante dalla seconda metà del novecento ad avere nel suo lavoro una dimensione antropologica, sociologica e politica oltre che estetica, che ha cioè espresso in forma e contenuto nuovi lo spirito del tempo del secolo passato”.
Installazioni, video, documenti, fotografie degli ultimi trent’anni si dispiegano nell’aula grande della Galleria di Monfalcone per un ri-allestimento suggestivo degli spazi dedicato ad un artista oramai considerato maestro per le giovani generazioni. Un autore pienamente eversivo e contemporaneo, che ha sperimentato molteplici linguaggi espressivi: dai disegni, ai dipinti a tempera e ad olio di matrice espressionista, ai collage, agli sconfinamenti extrapittorici e concettuali degli anni Sessanta e Settanta fino ad oggi, quali la performance ed il ready-made, il teatro, l'installazione, l'ambiente, gli scritti teorici La rassegna è stata resa possibile grazie alla collaborazione dell’Associazione Studio Fabio Mauri di Roma e al prezioso supporto della Galleria Michela Rizzo di Venezia.

GC. AC - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, piazza Cavour 44. Curatela Andrea Bruciati. Dal 10 ottobre al 1° novembre 2009. Orario da mercoledì a domenica 16.00/19.00.
Organizzatori: GC. AC - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, Galleria Michela Rizzo Venezia, Associazione Studio Fabio Mauri Roma

SUDAPEST di Irene Leo poet/bar 14.10- magazzino di poesia a cura di Mauro Marino (Besa editrice)

La scrittura ha un immenso potere che fa viaggiare nel tempo e nello spazio, ha la facoltà di rievocare mondi e infinti universi paralleli dove le storie si intrecciano, colmano vuoti, si ricostruiscono senza posa sino a creare quella che è una possibile versione dei fatti. Raccontare il Sud dopo Salvatore Toma, Claudia Ruggeri, Vittorio Bodini e Antonio Leonardo Verri, risulta impresa ardua dal momento che la riscrittura dei luoghi, di questi luoghi, di un Salento ormai mitico e spesso inutilmente mitizzato all’ombra di ulivi, del morso del ragno che estasi e ritmo produce più del volo di S. Giuseppe da Copertino, e del morboso barocco, terribile e obliquo, è affare che rientra nella possibilità. E una tra le tante chiavi di lettura più psichica che cosmica di questo “Sud del Sud del mondo”, risulta essere quella di Irene Leo, poetessa dal grande respiro e dall’immensa generosità nel ritmo e nella resa immaginifica della scrittura e del suo performare semantico. Conosco da tempo Irene Leo e ho sempre associato il suo incedere nel mondo dei versi come una speranza, che ha fame di vita, inappagabile, inavvertita nel trascorrere del Tempo che ormai di divora se stesso nello slegarsi dei fatti, delle cose, delle storie che narrano di amori, solitudini, e occasioni mancate. Un tempo che fa i conti con il precariato esistenziale, che è liquido e vischioso, immateriale abisso dell’incertezza senza alcun argine e margine, mappa di un mondo che nella deriva degli sradicamenti affettivi crede di essere nel giusto. Questo è Sudapest di Irene Leo edito dalla Besa editrice, e che poi parli di una storia d’amore o più nuances dell’Amore si capisce che è un pre/testo, l’anticamera di una pesante melanconia che accarezza il cuore e di lui si beffa, che fa sorridere in maniera amara e crea solo disillusione. “I giorni qui portano sulle nocche i calli e le ferite di civiltà deserte, cugine di un’era grande che rivedi negli occhi e nelle curve generose, vere opere d’arte oltre le architetture d’azzardo mesciate a terra e sudore. Sono ricco. Ho qui con me sacchi interi di dignità in foglie ed olive e mani consunte che urlano e gemono nelle ore del giorno. Le osservo, me le guardo, le nascondo” questo dice Rodolfo - maschera principe su un palco dove la vita viene recitata con amarezza e un senso di deriva fortissimo in questo Sudapest -presentandosi. Non è un poemetto, il ritmo è quello della prosa poetica non tanto selvaggia, ma costruita oltre l’essere un mestierante della parola. Chi si avvicina a questo lavoro deve essere avvertito: potremmo dire “hic locus terribilis est” proprio come all’ingresso della piccola chiesa di Rennes les Chateaux. Già perché il lavoro di Irene Leo ci fa capire come sacro e profano sono ancora in lotta nelle nostre vite e spesso la scelta non può chiudersi su un oggetto ben definito … perché perennemente in bilico

Irene Leo, classe 1980, ha “esordito” ufficialmente nel 2006 con “Canto Blues alla Deriva” (Besa editrice). E’ presente su “Tabula Rasa 05″, rivista di letteratura invisibile, nella sezione Poesia e su alcune antologie, tra cui “Verba Agrestia ” 2008, e “Il Segreto delle fragole” 2009, entrambe Lietocolle edizioni. Nel 2007 ha ricevuto dal teatro di musica e poesia “L’Arciliuto di Roma, il riconoscimento in “Kagolokatia”. Collabora con “Il Paese nuovo ” e cura un suo blog letterario: www.ireneleo.wordpress.com. Ha sempre preferito all’apparenza la sostanza della parola, e del dettaglio. Su tutto la Poesia, la scrittura, emblema di quel niente “Ca te inchie lu core”…

SUDAPEST di Irene Leo poet/bar 14.10- magazzino di poesia a cura di Mauro Marino
ISBN 978-88-497-0630-7, www.besaeditrice.it, 09 – 2009, Euro 5.00

mercoledì 7 ottobre 2009

Orfeo e il Poeta @ dIvERSI immoralia Arterìa Martines poesia reading

E' un recital incentrato sulla figura del poeta cantore. Qui però le due figure si sdoppiano e accanto all'Orfeo mitologico, summa di poesia, musica e retorica, si inserisce il moderno poeta che alla propria voce affianca l'uso del corpo, lingue diverse nella materia ma identiche nella sostanza. Orfeo è Mataro da Vergato che accompagna il proprio canto alla lyra (strumento da lui stesso progettato e fatto realizzare e quindi pezzo unico al Mondo), intrecciandosi poi ai moderni versi di Massimiliano Martines, attore e poeta, sulla scia di quanto tramandato dalla tradizione ellenica. Il gioco di contrasti e rimandi crea una partitura di grande intensità emotiva e sonora. Accanto al recupero fatto da Mataro da Vergato, nel corso di anni di studio, degli antichi inni ed epitaffi, e all'arrangiamento di moderne canzoni (da segnalare l'omaggio a Jacques Prévert de “Les Feuilles mortes”), si inseriscono i caustici testi, per la maggior parte inediti, di Martines, talvolta veri e propri monologhi teatrali.

Mataro da Vergato - Nasce a Vergato (Bologna) nella seconda metà del '900. Diplomato Maestro d'arte e poi all'Accademia di Belle Arti di Bologna, fin dall'infanzia ha abbinato le arti del tempo (il teatro) e quelle dello spazio (le arti applicate). Negli anni '80, oltre a importanti collaborazioni teatrali a livello internazionale, collabora con vari artisti Italiani tra cui, dall'86 all'89, la poetessa Patrizia Vicinelli. Dal '90, pur continuando a lavorare con compagnie teatrali e a partecipare a film e video, inizia a interessarsi al computer appena nato"personal", che abbinato alla fotografia (passione sempre coltivata) dà vita a quella che chiamerà "Pittura Digitale". Nel '98 la prima personale digitale allo Studio Cristofori, con la mostra "L'Altra Eva-Virtual Trans". Ha fatto performances ed esposto in Italia e all'estero, partecipando a mostre importanti tra le quali quella del NUDO alla GAM di Bologna nel 2003. Nel 2005 esce Il volume a tiratura limitata "Digital Paint" che raccoglie 10 anni di lavoro, con il patrocinio della Galleria d'Arte Moderna di Bologna e l'introduzione di Peter Weiermair e Jonathan Turner. La Personale più recente allo Spazio Testoni La 2000 nel gennaio 2008, in concomitanza con Artefiera a Bologna, dove ha presentato i nuovi lavori digitali dal titolo "HOLY EROS" (catalogo Damiani). Si divide tra il performer citaredo e l'artista digitale. Vive e lavora in Italia e all'estero.

Massimiliano Martines - nasce a Galatina (Lecce), ma vive e opera a Bologna dal 1995. Ha lavorato come attore con alcuni gruppi della scena contemporanea (Teatro Valdoca, Teatrino Clandestino, ..), prima di fondare la compagnia dry_art e curare la regia di diversi spettacoli. All'attivo ha anche la partecipazione a film, medio e cortometraggi, nonché alcune esperienze nelle vesti di autore. "Anime infernali" è la sua terza opera di poesia, che segue a "Della sete dell'anello" (Manni ed.) con prefazione di Roberto Roversi e postfazione di Mariangela Gualtieri e "Ho scritto ti amo sullo specchio" (ed. Pendragon) - con una nota di Roberto Roversi e la prefazione dell'ex-Assessora alla Cultura della Provincia di Bologna Simona Lembi. Ha avuto segnalazioni e premi per narrativa e poesia. Suoi scritti e interventi critici sono pubblicati in riviste e antologie.

venerdì 9 ottobre 2009 h. 21.30 presso Arterìa, v. Broglio 1/E, Bologna, Italy

"Nevica e ho le prove. Cronache dal paese della cicuta" di Franco Arminio, Editori Laterza (Bari, 2009). Recensione di Nunzio Festa

Dopo “Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia”, la bellissima collana Contromano dell'editore Laterza, accoglie l'almeno altrettanto accattivante e ustionante “Nevica e ho le prove. Cronache del paese della cicuta”. Se con Vento forte Arminio entrava maggiormente nei paesi, ora Franco Arminio entra soprattutto nelle persone. Più che entrarci, però, ne esce. Per offrire, quindi, un momento significativo e insignificante. Una vita. Arminio, ancora una volta in veste di paesologo malato di malattia, garantisce alla normalità della desolazione che vive quotidianamente il diritto all'evocazione. In terre purtroppo rotte, dalla marginalità. La stessa marginalità che potrebbe salvare e già ha fatto salvezza. Nel paese della cicuta dove comunque anche, e nonostante i tanti problemi e difetti delle persone, un morto qualsiasi messo in affissione ha dignità senza pregiudizi. Il poeta Franco Arminio usa il linguaggio di sempre. A cavallo fra poesia e prosa. Con quella normale cura per la parola spontanea, polemica, preziosa. Arminio infila nel corpo dell'opera un narratore che sa sperimentare le lande di tutte quelle donne e uomini che affollano, spesso vergati dalla forza dell'invisibilità, quei paesi che sa. L'obiettivo dell'autore non è dichiarato. Ma è sempre lo stesso, dunque. Il racconto. Dell'epica normalità. Anche se questa volta non c'affacciamo troppo sopra i paesi eppure di nuovo ci stiamo in mezzo. Il volume, che l'autore ha lungamente tenuto in fase di gestazione, è costruito per avere un impianto che siano le narrazioni stesse. Dunque, il libro è diviso in sezioni. Grazie alle quali, per esempio, si può incontrare un Sivizia come un Rocco Menna. Oppure andando più avanti quelle miniature che sono nient'altro e niente di più di aforismi, ma con la particolarità nuovamente d'Arminio che è quella dei protagonisti dei tempi disegnati. L'effetto prodotto dalle miniature non è costante, la resa a volte lascia a desiderare. Però gli accenti e gli accenti, i toni e le tirate che poi sono più abbondantemente ripartite nel resto della modulazione danno ugualmente grazia dolorifica. Arminio, con questa nuova opera, si conferma quale narratore dei luoghi e delle psicologie, conoscitore del materiale che utilizza e divulgatore di quella prosa sensuale che ci tiene ogni volta agganciati alla carta. In virtù dei racconti non possiamo dimenticare cosa l'emarginazione produca nella gente. Quello che ancora ci dice Franco Arminio è che si deve osservare e conoscere. La sua maestria di scrittore ci permette di entrare vicende che appartengono all'umanità e a volte al sentiero imprevedibile della odierna disumanità.

martedì 6 ottobre 2009

Dell'eroico furore a cura di Michelangelo Zizzi e Stefano Delacroix al Grifone di Lecce

Mercoledì 7 Ottobre alle ore 18.00, presso la galleria “Il grifone” di Lecce, via Giuseppe Palmieri 20, “Fucine letterarie” guiderà i presenti al corso di scrittura creativa “Dell’eroico furore”, giunto con successo al terzo anno, attraverso la lettura di passi tratti da “il sesso”(ed.Lupo), ultima opera dello scrittore tarantino Stefano Delacroix, allievo dei precedenti corsi. Il poeta e scrittore Michelangelo Zizzi, conduttore dell’incontro, presenterà il programma principale di formazione, comprendente 11 incontri full immersion di 3 ore ciascuno, ed i secondari, incentrati sulle tecniche di comunicazione di massa. Il calendario verrà stabilito in accordo con i partecipanti e si snoderà tra i mesi di Ottobre, Novembre e Dicembre 2009.
Info: fucineletterarie@libero.it
Tel. 328.3292451, 340.2757171

COME UN CANE di Alex Crippa e Alberto Ponticelli ( Edizioni BD). Recensione di Mauro Gulma

Paulinho è un ragazzo nato e cresciuto nello squallore e nella miseria di una favela brasiliana. Trattato (come intitola l’opera scritta dal talentuoso Alex Crippa e illustrata magistralmente da Alberto Ponticelli) “come un cane”, Paulinho è costretto a divenire uomo, dopo che l’infanzia gli è stata letteralmente violentata dalla crudele realtà del suo luogo natale. Come ogni brasiliano, sogna anche lui fama e ricchezza, desidera divenire un calciatore, ma le strade che si trova costretto a percorrere a causa del suo carattere impulsivo e violento, lo portano verso una meta fatta di droga e delinquenza (forse la tipica alternativa di chi nasce nelle zone più degradate del Brasile). Negati i suoi sogni e perso ogni legame che lo trattiene al luogo natio, decide di dare un taglio all’attuale esistenza, intraprendendo un viaggio che lo porta lontano da quella situazione insana.
Il destino infine, gli offre un mezzo per dar sfogo alle proprie frustrazioni nel modo “migliore” che Paulinho avrebbe potuto trovare: la violenza. Diviene lottatore di vale tudo, un tipo di lotta che permette incontri quasi completamente privi di regole, sfogando così tutta la sua rabbia contro gli avversari e conquistando, grazie agli insegnamenti del suo allenatore Horacio, la cintura di campione in questo crudele sport. Horacio si trasforma quindi in una sorta di maestro di vita per Paulinho, dimostrandogli che bisogna combattere sempre, se si vuole sopravvivere a qualunque costo. Come un cane è una storia drammatica e soffocante, resa con il tratto pulito e completamente a colori di Ponticelli; la sua morale è che, se si hanno la forza e il coraggio di far fronte agli ostacoli e lottare per raggiungere un ideale, la vita può avere risvolti positivi anche per chi nasce, proprio malgrado, in un mondo di degrado e povertà.

Ghiaccio di Alessio Viola (Palomar) il 10 ottobre al Fondo Verri

Venerdì 9 e domenica 10 ottobre (ore 21.00 - ingresso gratuito) presso il Fondo Verri di Lecce in via S. Maria del Paradiso, proseguono gli appuntamenti de La Poesia nei jukebox, rassegna di musica e libri a cura di Coolclub in collaborazione con Officine Cantelmo, Fondo Verri, Libreria Ergot e Il Giardino delle Nuvole e con il Patrocinio della Provincia di Lecce, che rientra nell’ambito del progetto Ottobre, piovono libri: i luoghi della lettura promosso dal Centro per il libro del Ministero per i Beni e le attività culturali in collaborazione con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, l’Unione delle Province d’Italia e l’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Sabato 10 ottobre spazio alla presentazione del romanzo Ghiaccio di Alessio Viola, scrittore, editorialista del Corriere del Mezzogiorno. Ghiaccio edito da Palomar, è un romanzo generazionale, on the road tra la Puglia e l’Olanda. Intrecci tra terrorismo, amicizia e amore, è il secondo capitolo di una trilogia cominciata nel 2006 con Closin’time per le Edizioni della Libreria, Laterza. Neil Young, i Beatles, il rugby, inseguimenti alla Serpico, il testamento di Easy rider, Guccini, la lotta politica, la focaccia “nella carta color marrone” di S.Nicola, gli addii alla Bogart. Humor che disturba ma fa sorridere, sogno e disincanto, la coppia anni 70, chiusa o aperta, il femminismo e la crisi, le estenuanti sedute di autocoscienza e la necessità di dirsi tutto, “poi a settembre, il massacro”. Le cabine a gettoni, profumo di camomilla e fieno, alla ricerca di una donna occhi color pervinca, strappati dalla realtà della quotidianità, noia, tradimenti e matrimoni, l’orrore del succedersi di giorni tutti uguali. “Ce ne saranno di donne di quelle che sorridono senza parlare, che parlano senza chiedere, che chiedono senza togliere”. Classe ’52, barese d’adozione, è sposato e ha un figlio, cui dedica i suoi lavori. Sulla figura del padre Cesare, sarto ecclesiastico a Troia, in provincia di Foggia, scrive una delle pagine più apprezzate del suo precedente libro. Laureato in Filosofia, giornalista, editorialista del Corriere del Mezzogiorno, collabora alla Comunicazione del Ciasu. Componente della Presidenza nazionale dell’Associazione Italia-Cina, ha curato i rapporti economici ed istituzionali tra i due Paesi. Nel 1980 ha diretto il periodico “La voce del Mezzogiorno” della Provincia di Bari. Ha collaborato con Repubblica Bari, e alcune televisioni locali, tra cui Telebari e Antenna Sud. Correttore di bozze per Laterza dal ’78 all’80, ha insegnato Storia e Filosofia negli istituti di scuola media superiore

Net-Poetry Reading in Web Cam, a cura di Caterina Davinio













53. Biennale di Venezia – Eventi Collaterali 2009
Fondazione Mare Nostrum / MHO_Save the Poetry / A cura di Marco Nereo Rotelli


Presentano

Evento: Network Poetico / Net-Poetry Reading in Web Cam, a cura di Caterina Davinio
Dove: San Servolo (VE), Piazza Baden Powell
Quando: 9 Ottobre 2009
Orari: dalle 15:00 alle 15:30 (chiedere in loco, possono variare) e proiezione delle registrazioni nel pomeriggio.
Info: e-mail: davinio.art.electronics@gmail.com


Eventi audio/video di poesia e in connessione live

SINTESI:. L’artista e poeta digitale italiana Caterina Davinio il 9 ottobre realizzerà a San Servolo (VE) un video-reading poetico in web cam, con poeti e artisti dal mondo, i quali porteranno la propria testimonianza poetica in un evento partecipativo di comunicazione globale.

NOTE: La performance collettiva fa parte della 53ma Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia – Eventi Collaterali 2009 / Evento: MHO_Save The Poetry/NOTTE DI LUCE, promosso dalla Fondazione Mare Nostrum, a cura di Marco Nereo Rotelli.

Evento: 9 Ottobre 2009
Pubblicazione delle registrazioni on line: 9 ottobre – 22 Novembre

Artisti/Poeti coinvolti nel “Poetry reading in web cam”:
Caterina Davinio, in connessione con i poeti e gli artisti: Stefano Donno (Lecce, Italia), Vincenzo Bagnoli (Bologna, Italia), Ruth Lepson (USA), Phoebe Giannisi (Grecia), Obododimma Oha (Nigeria), Nicole Mauro (USA), Mirona Magearu (USA), Matteo Fantuzzi (Bologna, Italia), Massimo Mori (Firenze, Italia), Lamberto Pignotti (Roma, Italia), Italo Testa (Parigi, Francia), Gabriele Montagano (Napoli, Italia), Francesco Muzzioli (Roma,Italia), David Seaman (USA), Craig Saper (USA), Avi Rosen (Israel), Annamaria Ferramosca (Roma,Italia), Alfonso Siracusa (Siracusa, Italia), Cristina Vignocchi (Sant'Andrea Pelago / Modena, Italia), Joseph Young (UK), Liliana Ugolini (Firenze, Italia), Denis Belley (Canada), Philip Meersman (Olanda), Mariapia Quintavalla (Milano), Elif Sezen (Australia), Mario Lunetta (Roma, Italia).

Genere: arte/poesia contemporanea, net-art, digital art, poesia, avanguardia
Ingresso: libero

L’artista digitale italiana Caterina Davinio, pioniera dell’arte/poesia digitale italiana dal 1990, resa popolare nella comunità artistica internazionale da una serie di happening virtuali legati alla poesia, il 9 ottobre 2009 realizzerà a San Servolo un video-reading poetico in web cam con poeti e artisti dal mondo, nell’ambito del progetto di Marco Nereo Rotelli MHO_Save the Poetry/Notte di Luce. I poeti, tramite Skype e web Cam porteranno la propria testimonianza poetica in un evento di comunicazione: la parola poetica come momento individuale, ma anche identità dei popoli e respiro globale, grazie ai nuovi media e tecnologie della comunicazione.
Il progetto Network Poetico/Poetry Reading in Web cam si è protratto anche on line durante il mese di settembre 2009. Sono intervenuti (e interverranno nuovamente il 9 ottobre a San Servolo:
Stefano Donno (Lecce, Italia), Vincenzo Bagnoli (Bologna, Italia), Ruth Lepson (USA), Phoebe Giannisi (Grecia), Obododimma Oha (Nigeria), Nicole Mauro (USA), Mirona Magearu (USA), Matteo Fantuzzi (Bologna, Italia), Massimo Mori (Firenze, Italia), Lamberto Pignotti (Roma, Italia), Italo Testa (Parigi, Francia), Gabriele Montagano (Napoli, Italia), Francesco Muzzioli (Roma,Italia), David Seaman (USA), Craig Saper (USA), Avi Rosen (Israel), Annamaria Ferramosca (Roma,Italia), Alfonso Siracusa (Siracusa, Italia), Cristina Vignocchi (Sant'Andrea Pelago / Modena, Italia), Joseph Young (UK), Liliana Ugolini (Firenze, Italia), Denis Belley (Canada), Philip Meersman (Olanda), Mariapia Quintavalla (Milano), Elif Sezen (Australia), Mario Lunetta (Roma, Italia).


Dopo la navetta spaziale di poesia su Second Life, per celebrare il Centenario del Futurismo (5 giugno – 22 novembre 2009) , con “atterraggio” su SL delle poesie nel quarantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna, “Net-Poetry Reading in Web Cam” si propone come luogo di aggregazione e di scambio, opportunità di confronto e di presenza per i poeti.
Nella “call for entries”, rivolta al network poetico internazionale, Caterina Davinio scrive che i poeti sono un po’ come alieni in terra e che la poesia è guardare da un punto di vista estremo, qualcosa da difendere in un mondo omologato, divenuto forse un pianeta da cui fuggire. Ma i poeti, benvenuti a bordo dell’astronave di poesia, ritornano per affermare il loro punto di vista contro l’annullamento di identità e differenze.

Sul tema delle identità culturali minacciate la Fondazione Mare Nostrum ha sviluppato negli anni altri progetti, tra cui Isola della Poesia, evento collaterale della Biennale di Venezia del 2005, a cura di Marco Nereo Rotelli, con un grande happening on line a cura della stessa Caterina Davinio (Isola Virtuale), che ha coinvolto 500 poeti da molti paesi. La collaborazione tra Rotelli e la Davinio risale, però, al 2001, anno in cui fu realizzato lo storico evento di poesia della 49ma Biennale di Venezia: Bunker Poetico, progetto speciale voluto da Harald Szeemann, cui parteciparono oltre mille poeti e artisti dal mondo.

Ecco tutti i link del Network Poetico (VIRTUAL Mercury House) a cura di Caterina Davinio, nell’ambito della 53.ma Biennale di Venezia – Eventi Collaterali MHO_Save the Poetry:

The First Poetry Shuttle Landing on Second Life
http://slurl.com/secondlife/Face%20North/163/50/22

Network Poetico –“Net-Poetry readings in Webcam” (line/off line, live) 9 ottobre 2009. Successivamente sarà possibile vedere alcune registrazioni sul canale YouTube: http://www.youtube.com/VirtualMercuryHouse

Virtual Mercury House / Welcome on Board. Happening virtuale nei giorni dell’inaugurazione della Biennale e raccolta di testi nel Libro degli ospiti della Poetry Space Shuttle, aperto alle adesioni on line fino al 22 novembre 2009. Il guest book è accessibile da Internet e da Second Life e contiene oltre 250 interventi poetici.
Proponi un tuo testo poetico
http://htmlgear.tripod.com/guest/control.guest?u=virtualmercuryhouse&i=1&a=view

Tra i poeti e gli artisti presenti sul sito con le loro poesie:
Francesco Dalessandro Italia
Luigi Di Ruscio Norvegia
Chiarlone Bruno Italia
Antonio Spagnuolo Italia
Chiara De Luca Italia
Fortuna Della Porta Italia
@Netwurker Australia
John Gian Italia
Pietro Barbera Italia
Faraòn Meteosès Italia
Marco Palladini Italia
Antonia Colasante Italia
Rod Summers/Vec Maastricht, The Netherlands
Ida Campagnola Italia
Doron Furman Tel Aviv, Israel
Wilton Azevedo Sao Paulo Brazil
Ted Warnell Medicine Hat Canada
Eugenio Lucrezi Italia
Enrico Tavernini Italia
Ilaria Drago Italia
Franco Piri Focardi Italia
Anat Elberg New York, Ny
Mario Vassalle New York ,Usa
G.H. Hovagimyan New York, Usa
Geraldo De Joachima Neuva York, Etats Unidas
Irving Weiss Dix Hills, Ny Eua
Gabriella Di Trani Italia
Ben Brack Maastricht, Holland
Matteo Fantuzzi Italia
Alckmar Santos Silveiras - Sp/Brasil
Sitalo Nove Italia
Luisella Carretta Italia
Laura Mautone Italia
Sergio Sarritzu Italia
Stefano Donno Italia
Miekal And Dreamtime Village, Usa
Rosetta Berardi Italia
Linda Mavian Italia
Paolo Arceri Italia
Luc Fierens Belgium
Massimo Mori Italia
Alfonso Lentini Italia
Elda Torres Italia
Holly Crawford Nyc/Usa
Gustavo Sànchez-Velandia Paris/France
John M. Bennett Columbus, Ohio, Usa
Massimo Zanasi - Arka (H.C.E.) Italia
Eric Dubois Joinville Le Pont/France
Reid Wood Oberlin, Ohio, Usa
Javier Robledo Argentina
Pete Spence Australia
Karissa Lang Chicago/Usa
Randy Adams Nanaimo, Canada
Lucas Farrell Middlebury, Vermont, Usa
Adrian Arias (Peru) San Francisco Us
Gigi Zoppello Italia
Caterina Davinio Italia
Italo Testa Italia
Giovanni Fontana Italia
Lorenzo Mazza Italia
Tomaso Binga Italia
Keith A. Buchholz St. Louis, Missouri, U.S.A.
Sara Maino Italia
Mud Scab Usa
Vermeulen Guido Belgium
Radoslav B. Chugaly Odzaci / Serbia
Djazairia Lamia Rue Emir Khaled Ain-Defa 44000 Algérie
María Jimena Pintos Montevideo/Uruguay
Klaus Peter Dencker Germany
Pedro Juan Lopez Caracas, Venezuela
Maria Grazia Calandrone Italia
Lamberto Caravita Italia
Reynolds Brooklyn, Ny Usa
Paul Murphy Ireland
Piotr Osuszkiewicz Brussels/Belgium
Juan Jose Díaz Infante Mexico
Margherita Levo Rosenberg Italia
Anna Boschi Italia
Giovanni And Renata Strada Da Italia
Robitah Nawawi Malaysia
Richard Piegza Paris France
Vincent Gregory Switzerland
Carmela Corsitto Italia
Maria Grazia Galatà Italia
Robert Van Saane Netherlands
Alberto Mori Italia
Armando Tinnirello Italia
Pascale Gustin Paris, France
Ricci Rossella Italia
Ignacio Pérez Pérez Venezuela
Alessio Liberati Italia
Aidana Rico Caracas
Allan Revich Toronto, Canada
Angela Ibañez Zaragoza/España
Mario Lunetta Italia
Vincenzo Bagnoli Italia
Lamberto Pignotti Italia
Lello Masucci Italia
Francesco Muzzioli Italia
Cecil Touchon Fort Worth, Texas Usa
Bruno Santos Coimbra // Portugal
Emanuela Santoro Italia
Daniel Daligand Levallois – France
Aristotelis Triantis Karditsa Greece
Joe Murray Kansas/Usa
Gilbertto Prado São Paulo – Brazil
Tony Green North Shore City, New Zealand
Nathalie Ranc France
Flavia Fernandes Florianopolis,Brasil
Thomas Nicolai Germany
Claudio Grandinetti Italia
Carla Della Beffa Milano/Italia
Maria Grazia Martina Italia
Don Boyd Mt. Vernon/Ohio/Usa
Mariapia Quintavalla Italia
Sanda Nedic Italia
Marija Nikola Vauda Pilipovic Manik Serbia
Jean-Pierre Balpe Paris France
Demosthenes Agrafiotis Greece
Eugenia Serafini Italia
Sérgio Monteiro De Almeida Curitiba/Brazil


E altri, di cui potrete leggere le poesie/text art partendo da questo link: Leggi le poesie. Partecipa all'evento online / Submit http://htmlgear.tripod.com/guest/control.guest?u=virtualmercuryhouse&i=1&a=sign

CALL FOR ENTRIES/INFO
PROGETTO VIDEO, E PERFORMANCE SECOND LIFE
http://xoomer.virgilio.it/cprezi/poetry-join.htm

Tutti i Link
http://virtualmercuryhouse.blogspot.com/

lunedì 5 ottobre 2009

La rivolta dello stile a cura di Ted Polhemus e Pierfrancesco Pacoda al Fondo Verri

Venerdì 9 e domenica 10 ottobre (ore 21.00 - ingresso gratuito) presso il Fondo Verri di Lecce in via S. Maria del Paradiso, proseguono gli appuntamenti de La Poesia nei jukebox, rassegna di musica e libri a cura di Coolclub in collaborazione con Officine Cantelmo, Fondo Verri, Libreria Ergot e Il Giardino delle Nuvole e con il Patrocinio della Provincia di Lecce, che rientra nell’ambito del progetto Ottobre, piovono libri: i luoghi della lettura promosso dal Centro per il libro del Ministero per i Beni e le attività culturali in collaborazione con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, l’Unione delle Province d’Italia e l’Associazione Nazionale Comuni Italiani. La poesia nei jukebox si propone di tracciare un percorso nella storia della musica attraverso la voce degli autori, la ricerca musicale, i romanzi che trasudano musica, il costume e lo stile che la musica ha marchiato, e anche attraverso la musica stessa e le canzoni. Sette incontri capaci di spaziare tra generi (letterari e musicali), con l’intento di raccontare il secolo appena trascorso e quello appena cominciato proprio attraverso la musica e le parole. Venerdì 9 ottobre un interessante cambio di prospettiva sulla musica e sulle sue influenze con la presentazione del libro “La rivolta dello stile” che il giornalista Pierfrancesco Pacoda ha scritto con il sociologo e antropologo Ted Polhemus. A seguire dj set di Popolous. La musica è il linguaggio per eccellenza delle culture giovanili. Espressione di un confuso supermarket dello stile, definisce oggi i confini, sottili, delle comunità, e ha sostituito così l’appartenenza a un’etnia basata sulle radici e la tradizione. Fenomeno sempre più al centro della cultura delle metropoli, dove i ragazzi fondano la loro identità proprio sui suoni nei quali si riflettono. Quegli stessi suoni che non si limitano più a essere canzoni, ma generano linguaggio, abbigliamento, consumi. Quello, insomma, che viene definito “stile di vita”. Questo libro è una guida alle modificazioni che solcano i codici del lifestyle e della società, ricostruendo una geografia fatta di luoghi, club, stelle del rock e dj di successo che, inconsapevolmente, hanno messo in relazione la strada e i consumi, l’underground e l’alta moda, sovrapponendo frammenti di una ribellione che passa dal rock’n’roll a Malcolm X, da Vivienne Westwood ai chicanos che ballano nei club latin only di New York. Se Ted Polhemus racconta la nascita di una rivoluzione che, attraverso i grandi protagonisti della musica bianca e nera, ha contribuito a cambiare il volto dell’America e dell’Europa, Piefrancesco Pacoda (che sarà ospite dell’incontro insieme all’operatore culturale e giornalista Mauro Marino) raccoglie il testimone, e fa parlare il presente attraverso le voci dei protagonisti della scena musicale, portandoci nei locali, da Londra a New York a Goa passando per Berlino, lasciando che a spiegarci cos’è un club sia chi ne costruisce l’immagine e la vita ogni notte. Pierfrancesco Pacoda, critico musicale e saggista, si occupa di stili di vita e culture giovanili. Tra i suoi libri: Potere alla parola e Sulle rotte del rave (Feltrinelli), Hip hop Italiano e Io, DJ (Einaudi). Collabora con “Il Resto del Carlino”, “L’Espresso”, “Hot Magazine” . Ted Polhemus è sociologo, antropologo, figura di riferimento nello studio delle culture giovanili. Ha curato la mo-stra Streetstyle al Victoria and Albert Mu-seum di Londra. Tra i suoi libri Fashion&Anti-Fashion, Diesel / World Wide Wear

Amedeo Anelli, "Alla rovescia del mondo. Introduzione alla poesia di Guido Oldani" (LietoColle). Recensione di Silla Hicks

La mia ignoranza, non conoscenza della vita e del mondo nuda di qualsiasi autocompiacimento (il mito del buon selvaggio è una cazzata, da quello che non si sa non nasce mai niente di buono) è anche mancanza di idonei strumenti culturali a decodificare buona parte della produzione artistica che mi circonda. Voglio dire: esistono cose davanti alle quali ci si può accostare comunque, a prescindere dalle basi che uno ha, se passi due ore in un cinema Cronemberg o Herzog o Lumet o Kurosawa ti parlano, e capirai di più o di meno, ma capirai, comunque, uscirai e terrai tra le braccia qualcosa, fossero anche lacrime o rabbia cui non sai dare un nome. E lo stesso vale per alcuni libri, puoi immergerti fino a raccogliere la sabbia sul fondo o guardarlo dalla superficie attraverso una maschera da 2 soldi, ma se sono buoni ti perseguiteranno, per un pezzo o per la vita, fioriranno di domande e di risposte e ti scoprirai diverso, altro prima e dopo “loro”.
Non è così, e mi spiace, per la poesia. Oggi pomeriggio sostenevo accanitamente che fosse uno scandalo il mancato spazio che ha nell’editoria e sugli scaffali, e stasera mi ritrovo con in mano un libro che mi lascia fuori, né più né meno come quelli di algebra che mia sorella ha accatastato qui, sul tavolo della sua cucina, fitti di annotazioni incomprensibili, cancelli chiusi dietro cui non vale implorare. I suoi teoremi – a margine di alcuni è scritto “caso banale” – semplicemente per me non hanno senso, come lo spagnolo e il baseball e tutti i riferimenti che inzuppano queste pagine, ancor più che non sono riportati i versi che commentano, e che magari mi avrebbero parlato, Sylvia Plath, e Auden ci sono riusciti, e anche Ungaretti, Saba, e alcuni Haiku, abbastanza democratici per rivolgere la parola anche a un illetterato camionista, cani feroci che si sono fatti accarezzare. Ed è un peccato, perché c’è scritto introduzione alla poesia di Guido Oldani, nel sottotitolo, e un’introduzione dovrebbe avvicinare, non ringhiarti contro: invece è un rompicapo per iniziati, che non ammette chi non ha lauree e dottorati e un background che gli consenta di capire (che il campo si chiama diamante, che quelle mattonelle sono le basi, che c’è uno che lancia una palla e uno che deve colpirla con una mazza e viene eliminato se la manca 3 volte, etc. etc.). Peccato, perché i pochi versi riportati mi tagliano in due, anche se non ci vedo collegamenti con Dante, Petrarca e Pavese : perché uno che parla d’amore come fa Oldani in “A quattr’occhi” sintetizza il destino di tutti, dai sogni avventurosi di quando eri bambino al letto in fiamme di cui canta Blixa Bargeld in cui ti addormenti naufrago, se c’è qualcuno che può e vuole stringerti. Straordinario Oldani, nell’intuire che davvero il nocciolo di tutto (vita/mondo/sentimenti) sia irraggiungibile con le parole, che possono solo metterci sulla strada e al contempo sono zavorra, ci ostacolano, come quando guardi una donna e quello che provi in quel momento è troppo grande perché tu possa contenerlo, e qualsiasi cosa tu dica non può tirare fuori in tempo ciò che ti fa esplodere il torace, larva che si nutre distruggendoti: solo la scena dell’alveare di Aliens, i coloni nei bozzoli cui Vasquez pietosamente spara, può dare l’idea di che sia, l’amore. Straordinario Oldani, che accetta i limiti della scrittura eppure si spinge oltre le sue colonne d’Ercole e ne scardina le regole, la sintassi che padroneggia al punto di farne a meno, di riscriverne una sua, che ha le parole composte del mio tedesco e i suoi costrutti tratti dal latino, come se non bastasse il resto a colpirmi al cuore. Cazzo, leggetelo: leggetelo e mi arriverà addosso come un treno, e vaffanculo se – come me – non avete finito le superiori. Perché è uno che parla del nostro tempo, delle nostre storie, inclusa la ruffianeria dei leccaculi (“Le sedie) e non rimpiange i riti barbari del passato, no, solo li riconosce edulcorati nel presente (“Il brodo”), è uno che si protegge dalla disperazione con l’ironia, come i più grandi, come Pirandello, eppure che vede con gli occhi aperti, sempre, tutto: il guiccirdinismo italico (“La pace”) e persino il placebo della religione, pur senza mai mettere di credere davvero in un dio che sia più di una “betoniera”. Cazzo, leggetelo: leggetelo e vi lascerà quello che potete prendere, il che sarà comunque abbastanza. Mi correggo: la poesia non è diversa dai film o dai libri, se è buona è buona, e fa male uguale. Perché fa sempre male uscire dall’ignoranza, fa sempre male crescere, capire. Certo, di questo libro qui mi restano oscure molte parti (ci sono persino note in cirillico) ed è un peccato. Però, adesso. Oldani so che esiste, e alcune sue parole mi restano, altro asfalto della mia personale autostrada, lui sta lì dentro di me, da qualche parte, omaccione che ride di sé stesso e rivendica la sua libertà che lo fa leggero divenire mentre, scarabeo, appallottola la bruttura del mondo perché ne venga fuori qualcosa (“Autoritratto”). Tenendo per mano Kureishi e Roth e Palaniuk e Kurosawa e Ferrara e Cronemberg e gli altri, tutti quelli che ho incontrato in una pagina o un fotogramma, tutti quelli che mi hanno fatto ridere e piangere e trovare il cazzo di coraggio di cercare un senso, com’è destino di qualsiasi uomo.

GRAZIE OLDANI - ALLA ROVESCIA DEL MONDO DI AMEDEO ANELLI letto da Silla Hicks

domenica 4 ottobre 2009

STANZE di Michele D'Aloisio_NUfactory 09/10_INSIDE ART

La scelta di NUfactory di aprire la stagione espositiva del Teatro Palladium con una personale di Michele D’Aloisio non è del tutto casuale. La volontà di rendere questo spazio espositivo un vero punto di riferimento per i giovani artisti che meritano un’adeguata visibilità ci porta ad accogliere le opere di questo artista. Michele D’Aloisio meritava di aprire la nuova stagione con questa personale per diversi motivi: per la sua maestria tecnica, per il suo rapportarsi libero ma rispettoso di una tradizione accademica alla quale deve la sua conoscenza profonda delle forme nonché per la sua capacità di variare il modello compositivo delle sue opere in un continuo confronto tra la dimensione narrativa e quella emotiva. Le opere selezionate per questa mostra offrono un ampio panorama della sua produzione grafica e pittorica degli ultimi anni, ma tra tutte ci piace sottolineare la presenza dei disegni e delle tavole, in parte inedite, per il fumetto OPUS, realizzato a partire da una sceneggiatura di Marcello D’Angelo. Michele D’Aloisio riesce infatti a restituire proprio quelle atmosfere introspettive che hanno contribuito a far conoscere D’Angelo sulle pagine di Alter Alter o di Corto Maltese, all’epoca in cui lo sceneggiatore collaborava con Andrea Pazienza.

STANZE di Michele D'Aloisio_NUfactory 09/10_INSIDE ART sabato 3 ottobre 2009 h. 18.00 al PALLADIUM di piazza Bartolomeo Romano a Roma

Da Via Etere di Paolo Lunghi (Ibiskos-Ulivieri) al RadioLibro

Un progetto innovativo creato con l’obiettivo di offrire nuove metodologie d’utilizzo della cultura, orientato ad aprire nuovi spazi nel mondo della comunicazione e nato soprattutto con la volontà di offrire, grazie alle nuove tecnologie digitali, una maggiore fruibilità del libro tradizionale, integrandolo con nuove forme di utilizzo dell’opera letteraria, come la possibilità di ascoltarlo in auto e in casa, offrire nuove occasioni ai giovani grazie all’utilizzo dell’mp3, supporti in CD e la rete internet come strumento primario di distribuzione e non sottovalutando l’opportunità che si crea per i portatori di handicap spesso impossibilitati a “leggere” opere non tradotte in braille.
Nasce anche per offrire nuove forme d’espressione artistica integrando l’aspetto letterario dell’opera alla straordinaria capacità interpretativa dei nostri attori e artisti, mettendo la Radio come strumento primario d’interazione e integrazione artistica e comunicativa. Dal libro “Via Etere –Trent’anni di Radio Libere” di Paolo Lunghi, edito da Ibiskos-Ulivieri, nasce l’audiolibro, “il RadioLibro” un libro da ascoltare, un doppio CD realizzato grazie alla partecipazione di grandi nomi del mondo della Radio, dello spettacolo e del giornalismo, una bella storia italiana, letta ed interpretata dai protagonisti dei nostri giorni, con la forza delle diversità interpretative, espressive e caratteriali, un viaggio nel mondo della radio, com’era e come sarà. Un doppio CD nato come progetto No Profit per l’AVIS con l’obiettivo di sensibilizzare ed incrementare la donazione del sangue, quindi editore, produttore, autore, grafici, fonici, fotografi, doppiatori, artisti, giornalisti, attori, in pratica tutti i soggetti coinvolti nel progetto hanno offerto la propria collaborazione e disponibilità in modo completamente gratuito senza né gettoni presenza né rimborso spese, contribuendo così alla realizzazione del progetto. Grazie alla collaborazione con la REA Radiotelevisioni Europee Associate e Assoartisti/Confesercenti, e ad un gran numero di personaggi, alla loro professionalità e disponibilità è stato possibile realizzare Via Etere, il RadioLibro, grazie a: Andrea Agresti, Ferdinando Avarino, Don Backy, Max Baldino, Dario Ballantini, Teo Bellia, Andrea Buscemi, Giovanni Carta, Paolo Cavallone, David Del Bufalo, Antonio Diomede, Margherita Fumero, Awana Gana, Guido Genovesi, Niki Giustini, Jocelyn Hattab, Riccardo Heinen, Rossella Iallorenzi, Marco Degl’Innocenti, Philippe Leroy, Franco Ligas, Marco Liorni, Anna Longo, Marco Mailer, Alessandro Masti, Maurizio Melita, Cristiano Militello, Ryan Paris, Tiziana Rivale, Sergio Sironi, Betty Senatore, Tullio Solenghi, Tana de Zulueta, grazie a Marco Lastri per la regia.Via Etere, analizza il settore radiofonico partendo proprio dalle piccole realtà di provincia, da quei progetti apparentemente inutili di piccoli ragazzi, di nomi ignoti che non “saranno famosi”, ma che grazie al loro intuito hanno modificato la storia d’Italia, dando vita negli anni ‘70 al fenomeno delle Radio libere.
Affronta l’argomento non solo da un punto di vista tecnico e giuridico, ma soprattutto da un profilo umano e se vogliamo sentimentale, in quanto la Radio è stata, non solo un apparecchio frutto della tecnologia, ma la leva e allo stesso tempo lo specchio di un fondamentale sviluppo dell’informazione, pilotando il passaggio all’età della libera informazione del cittadino e dal cittadino, il primo vero progetto di interattività nei processi informativi e comunicativi “on demand”, vuol essere un contributo per i più giovani che operano o vogliono “fare Radio”, anche in futuro grazie alle nuove tecnologie ed internet.
Sottolinea quello che la Radio ha rappresentato per i giovani, come creatrice di tendenze, come punto di riferimento, quello che ha rappresentato per il mercato discografico e per tutti quegli artisti anche di nicchia che sperimentavano nuovi progetti musicali, modificando per sempre la comunicazione tra individui, ed è stata un vero “Etere” in tutti i sensi per coloro che hanno vissuto a trecentosessanta gradi quell’esperienza.

Da Via Etere al RadioLibro. Un cast straordinario per un progetto importante.
La 5° edizione del libro “Via Etere” di Paolo Lunghi in audio

PRIMA EDIZIONE PREMIO “POESIA PURA”



















1)
E’ indetta la prima edizione del premio Poesia Pura, aperto a tutti gli autori italiani e stranieri che abbiano compiuto diciotto anni di età. Si partecipa con una sola poesia a tema libero in lingua italiana, edita o inedita, non superiore a 50 versi.
2) Il presidente di giuria è Paolo Ruffilli, poeta, critico letterario, direttore editoriale de le edizioni del leone. Riconosciuto come una delle punte della poesia italiana contemporanea, è stato membro di giuria dei premi nazionali più prestigiosi come il Premio Camaiore. Fa parte dell’elenco dei giurati del Premio Strega.
3) Le opere devono essere inviate a mezzo posta elettronica come allegato word entro il 31/12/2009, al seguente indirizzo: premiopoesiapura@email.it. Occorre inoltre specificare, all’interno dello stesso file, dati anagrafici, indirizzo postale completo, recapito email, titolo dell’opera.
4) La quota di partecipazione è fissata in € 10,00 da inviare tramite ricarica postepay carta N° 4023 6005 6085 5522 intestata a Giulio Marchetti. E’ possibile effettuare la ricarica postepay in tutti gli uffici postali e in tutte le ricevitorie SISAL. In alternativa è possibile effettuare un versamento sul CC. bancario intestato a Giulio Marchetti, codice IBAN IT 48 S 03002 05138 000400236294. L’iscrizione diverrà effettiva all’accertamento della ricarica postepay o del versamento bancario. Per velocizzare l’operazione, si consiglia di allegare la ricevuta di pagamento.
5) L’esito del premio verrà comunicato a mezzo internet. Gli autori premiati saranno avvisati personalmente. Il Premio non prevede una serata di premiazione pubblica. I vincitori riceveranno i premi direttamente al loro domicilio.
6) Al primo classificato verrà assegnato un quadro d’autore del valore di € 300,00.
Gli autori segnalati riceveranno un diploma di merito.
7) La Giuria del premio è composta da poeti e critici il cui nome sarà reso noto contestualmente alla pubblicazione dei risultati.
8) Il giudizio della giuria è insindacabile.
9) Con la partecipazione al Premio, l’autore autorizza la Segreteria del Premio al trattamento dei dati personali come previsto dalle norme di legge vigenti.
10) La partecipazione al Premio comporta l’accettazione integrale del presente Regolamento. La non osservanza anche di un solo punto del presente regolamento implica l’impossibilità di partecipare al Premio senza che la Segreteria sia obbligata a darne comunicazione.

sabato 3 ottobre 2009

I superdotati (ad est dell'equatore ed.) alla Feltrinelli di Napoli

13 delle penne piu’ vivaci e di qualità del panorama narrativo italiano, senza farsi mancare un paio di esordienti dal sicuro avvenire: Abate, Brun, Caria, Cretella, Deiana, de Giovanni, del Giudice, Morganti, Petrella, Pingitore, Santoni, Scarpati, Vaccari. Questi 13 autori sono stati incaricati di scrivere di 13 improbabili supereroi che si celano sotto mentite spoglie nella vita di tutti i giorni, in una ideale città dal sapore di Sin City, dove scorazzare e farne di tutti i colori.
Questi Superdotati hanno qualità uniche (per fortuna) che spaziano da talento in talento, rimpinzando un corpus narrativo completo di voci comiche e grottesche, che sanno essere serie, puntute in alcuni punti e clamorosamente divertenti in altri, mischiando il sacro e il profano, il porno e il calcio, la magia e la musica rock. Così non sarà anormale incontrare per le strade della loro città un ricettatore di nome Mago Merlino e il suo curioso amico (campione di sputi) Carmine o’ pazzo, o incappare in una lettera scritta da un gerarca nazista di nome Adolf. Con queste, altre diavolerie ad animare una raccolta di racconti veramente preziosa, che vi farà ridere e riflettere su quale sia, in fin dei conti, il vostro talento nascosto. Perché, se c’è una cosa che “I Superdotati” ci insegna, è che tutti, nessuno escluso, possiedono una particolare abilità che il mondo gli invidia.
E, come disse l’Uomo Ragno: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”.
Chissà cosa direbbe dunque Spider Man se leggesse questi racconti. Probabilmente reclamerebbe un posto in un eventuale sequel, sbraitando contro l’uso maldestro che i protagonisti dei racconti fanno dei loro poteri. La domanda sorge spontanea: meglio un giorno da Superdotato o cento da Viagra?

Mario Gelardi e Marco Lombardi presentano l’antologia I superdotati, pubblicata dalla neonata casa editrice napoletana Ad est dell’equatore. Tra gli autori intervengono Riccardo Brun, Maurizio de Giovanni, Antonella Del Giudice, Davide Morganti, Luigi Pingitore e Daniele Scarpati.

I superdotati (Ad est dell'equatore ed.), mercoledì 7 ottobre 2009, h. 18.00, alla Feltrinelli di via S. Tommaso D'Aquino, 70/76 a Napoli

"VOLEVO FARE IL SINDACO" di GIANNI LIVIANO (edizione Edit@, Taranto)

E' uscito il libro di GIANNI LIVIANO, "VOLEVO FARE IL SINDACO", edizione Edit@, di Taranto. Uno spaccato della vita politica tarantina, narrato in forma di romanzo da Gianni Liviano, il cui titolo rappresenta e riassume il sogno infranto di un uomo impegnato nel mondo del volontariato e della politica, nella città in cui vive e lavora. Un percorso in cui l’autore riflette, si racconta e si mette in discussione rispetto alla sua esperienza di uomo politico raccontando, tra l’altro, quelle che secondo lui rappresentano le cause del fallimento della classe politica tarantina, che hanno condotto al dissesto del Municipio, non tralasciando di narrare quelle che sono state le sue fatica personali profuse nella creazione di prospettive future per la città, opponendosi e schierandosi contro una cultura locale basata sull’assistenzialismo, l‘improvvisazione e la retorica. Il tessuto narrativo appare fluido e coinvolgente, facilmente fruibile anche per il lettore a digiuno di specifici riferimenti rivolti alla politica ed alla società civile tarantina. Un coinvolgente e quanto mai accorato appello che Liviano rivolge a uomini e donne di buona volontà affinché riprendano a coltivare il terreno dell’etica, della moralità e della civiltà, così come insegna la nostra Costituzione. La seconda parte del testo, nota innovativa della letteratura editoriale, potrebbe stupire il lettore: infatti, dopo aver scritto il proprio diario/romanzo, Liviano si è messo in discussione ancor prima di dare alle stampe il libro stesso. Risultato: una esclusiva integrazione di “contributi” di amici e testimoni – che abbracciano la società civile ed il mondo della politica a 360° – che si sono liberamente espressi sulla questione sviluppata da Liviano. Il suo scritto viene, quindi, ampiamente dibattuto, avversato, sostenuto e commentato da personalità del mondo della politica (sindaci, parlamentari, amministratori), della cultura (scrittori, giornalisti, ambientalisti), del sindacato e della società civile, senza tralasciare gli affetti e le amicizie. Si alternano al testo, quindi, una serie di lettere/intervento redatte da: Rossana Di Bello, Vittorio Angelici, Giovanni Battafarano, Pierfranco Bruni, Dante Capriulo, Angelo Caputo, Alfengo Carducci, Gaetano Carrozzo, Domenico Cito, Leo Corvace, Pierpaolo D’Auria, Vincenzo Di Maglie, Luigi D’Isabella, Gianni Florido, Giovanni Guarino, Umberto Ingrosso, Filippo Lerario, Enzo Mastromarino, Lelio Miro, Cosimo Nume, Cesare Paradiso, Nicola Pavia, Fiore Petrelli, Carlo Petrone. Resta di assoluto interesse il racconto speculare reso da alcuni di questi co-autori riguardante lo stesso momento storico politico di cui racconta Liviano. Inequivocabilmente, uno spaccato di vita politica cittadina degli ultimi anni, che prende le mosse dai primi passi dell’autore nel mondo del volontariato, giungendo sino alla maturata disillusione per la politica, che determina il suo abbandono di un sistema che non reputa più connaturato al proprio modo di essere e di agire.

venerdì 2 ottobre 2009

"OGGETTI SMARRITI" di Shaun Tan (Elliot edizioni). In libreria dal 28 ottobre

Due graphic novel, un’unica storia fantastica e commovente sul potere della speranza e la forza rigeneratrice dell’amore. Un ragazzo trova sulla spiaggia una strana creatura (o forse un oggetto) apparentemente smarrita. Le si avvicina e stabilisce un contatto, nasce un’amicizia e con essa un viaggio all’interno di un paesaggio dai tratti fiabeschi e surreali, alla ricerca del proprietario della “cosa perduta”. Una mattina come tante una ragazzina dai capelli rossi si sveglia nella sua stanza colta da un senso di smarrimento e malinconia. Esce di casa, vaga tra le strade di un mondo che “è una macchina sorda” in cui perdersi, nella speranza di capire chi è e dove sta andando. Alla fine del suo errare di luogo in luogo c’è però la scoperta di una verità: ogni cosa appartiene a qualcuno o a un posto, e questa verità è forse il significato ultimo del nostro vivere. Come i due giovani protagonisti di queste due delicate storie, che cercano, dentro se stessi e in un mondo capovolto, la loro identità e la loro promessa d’amore.

«Le illustrazioni di Shuan Tan sono un tributo alla straordinaria tradizione artistica di Miró, Duchamp, Dalí, Kandinski, Hopper, John Brack e Jeffrey Smart». «The Washington Post»

Shaun Tan è nato a Perth, in Australia, nel 1974. Illustratore, pittore, fotografo, regista cinematografico, animatore, scrittore, commediografo e scultore, nel 2001 è stato premiato con il World Fantasy Award. Le sue illustrazioni, spesso raccolte in libri, hanno vinto centinaia di riconoscimenti. Attualmente è impegnato con il suo primo film per una major, la Pixar (Toy Story, Alla ricerca di Nemo, Ratatouille). Il suo sito internet è www.shauntan.net.

In libreria La cura di Michele Ainis (Edizioni Chiarelettere)

"I cittadini sono egualmente ammissibili a tutti gli incarichi e impieghi pubblici secondo le loro capacità, e senza altra distinzione che quella delle loro virtù e dei loro talenti."
Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, 1789

Un pessimismo duro e compatto come una lastra di piombo. Ma la cura è possibile.
Ecco un decalogo di proposte (dopo un’impietosa denuncia) per costruire una società basata sul merito, la legalità e l’uguaglianza. Un’uguaglianza dei diritti, dal basso. Troppi giovani bravi e onesti restano al palo. Troppe donne emarginate. Troppi singoli contro il concistoro delle lobby. Troppi spiriti liberi lasciati soli contro il conformismo dei partiti, dei sindacati, delle chiese. Serve una terapia d’urto. Cominciamo stabilendo una penalità per chi concorra a ottenere lo stesso lavoro dei propri genitori, il sorteggio al posto delle lottizzazioni, la rotazione delle cariche, l’ineleggibilità contro i conflitti d’interesse... E per promuovere realmente la democrazia inseriamo il referendum propositivo, la possibilità di revoca da parte degli elettori, la mozione di sfiducia verso rettori, dirigenti, presidenti... Per vincere la guerra c’è una camicia di gesso da mandare in pezzi.

a pag. 144
"Contro i vecchi blocchi di potere via ogni carica a vita, nelle istituzioni e nella società civile."

a pag. 112
"C'è una specifica ragione se la politica preferisce i co.co.co, i contratti a termine. Perché così può scegliere i fedeli, stabilizzandoli se dimostrano obbedienza, e nel frattempo tenendoli per anni sotto schiaffo."

Michele Ainis
, costituzionalista, è un siciliano trapiantato a Roma da vent’anni e passa. A Messina, nel 1978, scrive la sua tesi di laurea con la guida di Temistocle Martines, che successivamente lo avvia alla carriera accademica, e soprattutto gli impartisce una lezione di rigore civile. A suo modo, questo stesso libro ne è una conseguenza. Ma questo libro è anche l’ultimo d’una serie fin troppo nutrita. Nell’ordine: "L’entrata in vigore delle leggi" (Cedam 1986); "Cultura e politica" (Cedam 1991); "Le parole e il tempo della legge" (Giappichelli 1996); "La legge oscura" (Laterza 1997, nuova edizione 2002, più volte ristampato); "Se 50.000 leggi vi sembran poche" (Mondadori 1999); "L’ordinamento della cultura" (Giuffrè 2003, nuova edizione 2008, con M. Fiorillo); "La libertà perduta" (Laterza 2003); "Le libertà negate" (Rizzoli 2004); "Vita e morte di una Costituzione" (Laterza 2006); "Stato matto" (Garzanti 2007); "Chiesa padrona" (Garzanti 2009). Ainis ha anche pubblicato, insieme a Martines, un "Codice costituzionale", che ha ricevuto due edizioni per i tipi di Laterza (l’ultima nel 2002), sei edizioni per i tipi della Led (l’ultima nel 2007). Ha curato un "Dizionario costituzionale" (Laterza 2000), nonché – fra l’altro – "Informazione, potere, libertà" (Giappichelli 2005) e "I referendum sulla fecondazione assistita" (Giuffrè 2005). E ha firmato un centinaio di saggi scientifici su vari temi del diritto costituzionale. Dopo di che, se scrivere è una forma di nevrosi (almeno in questo caso sì), c’è da aggiungere un’intensa attività di editorialista, con più di cinquecento articoli su vari organi di stampa. Sporadicamente sul «Corriere della Sera» (nel 1997), «Italia Oggi» (1998-2000), «Il Riformista» (2003-2006), «Panorama» (2005), «Il Sole 24 Ore» (2009). In modo organico e continuativo su «La Stampa», dal 1998 in poi. Da qui qualche riconoscimento, che in Italia non si nega mai a nessuno. Per esempio il premio Tosato (1990), un premio della Cultura della presidenza del Consiglio dei ministri (1991), il premio «Libri dell’anno nella scienza giuridica» (1997 e 2004), il premio «Giurista dell’anno» da parte della European Law Students’ Association (1999), il premio «Santa Marinella» (2004). Quanto all’insegnamento, comincia nel 1984. Come ricercatore a Messina, poi a «La Sapienza» di Roma, quindi (da ordinario) all’Università di Teramo, infine a «Roma Tre». È un quarto di secolo, ti curva un po’ la schiena. Ma d’altronde siamo stati tutti più giovani in passato.

Gabriela Fantato, Codice terrestre (La Vita Felice edizioni). Intervento di Massimiliano Martines

Ci sono frutti che si lasciano addentare già al primo impatto della vista, sono semplici, dalla scorza sottile ma commestibile, al pari della polpa. Mele, pere, ciliegie... doni della terra, della cui frequentazione la nostra esperienza di vita ci ha ampiamente abituato. Altri frutti sembrano invece planare da pianeti alieni, così inusitatamente colorata e originale ci appare la forma, si presentano spesso in gusci difficili da rompere, senza incorrere quantomeno nel rischio di disfarne la spesso esigua polpa. Anche il sapore è qualcosa cui non siamo avvezzi e subito ci colpiscono per rarità e mistero, misticismo suggerirebbe un palato fine. Codice terrestre di Gabriela Fantato ci riporta a questa associazione e in particolare all'immagine del fico d'india, frutto della cui presenza difficilmente si riesce a fare l'abitudine, per via dei suoi urticanti e sottilissimi aculei. Il gusto di tale esotica delizia, a differenza di tante altre, si può quasi afferrare e descrivere, se non fosse per i duri e numerosi semini, intorno a cui si concentra la polpa, che rendono tale operazione più ardua, dovendo la masticazione districarsi nel loro pugno fitto. Siamo avvertiti sin dall'inizio: afferrare senza precauzioni è un istinto naturale, come il mordere del figlio il dito del padre per prendere confidenza coi “perché” della vita, quel retrogusto persistente e amaro.., così l'addentare il frutto con la pungigliosa scorza. Eppure una volta acquisita la coscienza della materia, passando d'obbligo dalla dolorosa esperienza, non resta che armarci degli arnesi, “geometria della fatica" e "rabbia sottile” sembrano suggerirci i versi della Fantato, che soli ci possono aiutare nell'impresa. Con la forchetta della fatica e col coltello della rabbia possiamo prepararci a schiudere la “dolcezza che fa male”, un segreto ancora invelato, come quello “dove la corteccia si piega, abbraccia il legno e i nodi” e dove “le formiche rosse ci fanno la tana”. Non sappiamo difatti nulla di quel che ci aspetta ad ogni apertura. Così infilzato il fico d'india, siamo ora pronti a procedere col taglio della spugnosa e ovoidale scorza, badate bene: un'incisione precisa e netta! Non prima però di averne reciso i due estremi poli, varianti di poco differenti a uno sguardo disattento. Questi, nello schema dell'autrice, sembrano corrispondere a un ostinato andare dentro le cose da un lato, e a uno scivolare delle cose nelle e dalle cose, come se tutto fosse conseguenza e origine di ciò che l'ha preceduto, in un girotondo da cui è difficile rintracciare il punto di partenza, il filo della matassa, a meno che non si guardi nel mezzo del cerchio per ritrovarvi il poeta che tutto pote e tutto muove, quasi fosse un imponente Tiresia dagli occhi sbiancati e dalle mani tese a carpire e penetrare realtà e segreti. Dopo l'avvertimento a non mordere la scorza di “Una geometria, forse”, poema che apre la silloge, e la predisposizione alla tattica degli arnesi, della sezione “Un bacio dopo l'ultimo”, siamo ora preparati a rimuovere il guscio, a svelare il corpo essenziale del frutto, la polpa; possiamo poi procedere oltre e, con “la gioia che manca”, finalmente godere di questo aperto segreto. Eccoci allora nel disegno senza scampo di una cena al lume della "grazia del dimenticare", al cui cospetto non resta altro che piangere, solito appuntamento che si rinnova!, pari al piangere del cielo ad ogni undici di agosto. Possiamo prendere e mangiare, questo corpo è dato. Non ci colga impreparati il rimpianto, semmai la dolorosa constatazione del perdono mancato, per l'amarezza di quel primo avventato morso, originale peccato (ma non peccato originale, frutti ben più domestici, come già accennato all'inizio, porterebbero a questa pista). Con la succulenta polpa ci tocca mandar giù tutti i semini, districando lingua e mascella, affinché, alla stregua di parole non dette, non si conficchino tra i denti, nella zona remota, in fondo ai molari. Il perdono non dato... le parole che abbiamo trangugiato, il senso di un pianto asciutto, secca piega della pelle. Nella penultima sezione, “Per un addio”, il codice terrestre, nella consapevolezza del limite, svela la vacuità delle rassicuranti geometrie, componendosi definitivamente, come il punto, il semplice momento in cui prende la parola il volo, dopo una faticosa estenuante rincorsa: siamo “dentro la terra alla fine”, dentro a un'altra cosa ancora, l'ultima, la prima, il “terzo livello” che, nella perfezione di un eterno ritorno, va a ricongiungersi al primo movimento, quello quasi scordato, mai scordato in effetti, solo lasciato dietro il "giro delle spalle", nella distrazione della fatica e della rabbia, di tutto ciò che ha offuscato il senso, la ricerca.

giovedì 1 ottobre 2009

CONTAGI, V Giornata del Contemporaneo - AMACI alla Galleria Famiglia Margini di Milano

All'interno della mostra "IL CORPO OLTRE IL CORPO" si svolge, in occasione della Giornata del Contemporaneo un'esibizione Live-Performativa che vede artisti, muse, corde, colori e spettatori interagire tra loro in un turbine espressivo generato dalla contaminazione delle corporeità. Mettiamo a nudo l'anima attraverso il corpo!
Quante volte vi siete chiesti come nasce un'opera d'arte, quali sono i passaggi che permettono di creare sfumature, chiaroscuri o semplicemente come dall'idea astratta, visibile solo dall'artista perchè racchiusa nella sua mente, si arrivi all'opera completa? Alla Galleria Famiglia Margini sabato 3 Ottobre avete la possibilità di osservare un artista al lavoro. Un'esperienza che non capita spesso e che di sicuro vi emozionerà. Durante la serata lo spazio della Galleria si trasforma per ospitare, come in una performance del Teatro d'Improvvisazione, gli spettatori che diventeranno parte viva ed attiva dell'opera. Speciali performance prenderanno forma nel corso della serata, saranno momenti di mutevole estremismo e crescente intensità, che vedranno l'interazione a cavallo tra vita quotidiana e interpretazione della stessa. Accanto a queste insolite esperienze potrete assistere a Proiezioni incentrate su corpi deformati a causa dei moti convulsi della società contemporanea che inducono ad una profonda riflessione dai forti contenuti
estetici e sociali. Filmati che coinvolgono il pubblico a livello umano.
La denuncia dell'asportazione della libertà sessuale della donna a fianco ad antichi rituali di bondage. A lume di candela nella serata di Sabato 3 Ottobre alla Galleria Famiglia Margini potrete vivere la verità tramite l'espressione dell'arte.
Artisti: Fabrizio Garghetti, Emanuele Benedetti, Gatto Nero, Tomoko Nagao, Isotta Dardilli, Veronica Bellei, Florindo Rilli, Sara Meliti, Elcin Ekinci, Luca Lillo, Carlotta Polegato, Elvira Biatta, Beatrice Morabito, Alessandro Acerra, Max Papeschi, Pietro Geranzani, Salvatore Melillo.

Galleria Famiglia Margini di Milano in Via Simone D’Orsenigo 6, presenta CONTAGI, V Giornata del Contemporaneo - AMACI a partire dal 3 ottobre 2009. Cocktail ore 18:00 offerto da ASTORIA VINI. A cura di Angelo Cruciani e Grace Zanotto

l'opera qui proposta è stata fornita dall'ufficio stampa della Galleria Famiglia Margini Eleonora D’Angelo e rappresenta un'opera di Luca Lillo

LE VOCI DEL M@L D’@MORE (RED Edizioni) di Roberto Cavaliere alla libreria Rinascita Ostiense

Le testimonianze di donne e uomini che soffrono per amore sono al centro di questo libro, che le affronta proprio a partire dal racconto che ognuno fa di una personale esperienza dolorosa. Selezionate tra le migliaia pervenute al sito www.maldamore.it., si tratta di storie di vita vera che risentono della particolare condizione di anonimato protettivo offerta da internet, in cui anche persone che sarebbero poco disposte a un confronto possono lasciarsi andare alla condivisione del proprio disagio affettivo. Questa eterogeneità di esperienze apre una possibilità di analisi di fattori che normalmente non sarebbero presi in considerazione ed esprime una ricchezza di situazioni e sentimenti che stimola alla riflessione su di sé, per imparare a riconoscere i propri errori, superare il dolore e concepire nuovi modi di amare e di vivere.

sabato 3 ottobre 2009 alle 19.00 presso la LIBRERIA RINASCITA OSTIENSE, Via Prospero Alpino,48 a Roma

Il mistero del Gatto d'Oro di Francesca Ruggiu Traversi (Einaudi ragazzi)

"Il mistero del Gatto d'Oro" narra le avventure di una comunità di animali, topi, scoiattoli e marmotte, che vivono ai margini di un bosco, alla Biblioteca dei Castagni, luogo di studio e di ricerca. Dall'altra parte del bosco, in un castello, vive un gruppo di volpi al servizio del malvagio Lord Pavel. Le volpi non possiedono nemmeno un libro, oziano tutto il giorno e hanno costretto gli animali della Biblioteca a stringere con loro un patto ingiusto: gli studiosi riforniscono di cibo le dispense del castello e le volpi, in cambio, non li uccidono.
Milo però, un coraggioso scoiattolino della Biblioteca, riesce a sottrarre a Lord Pavel un magico pugnale, appartenuto al Gatto d’Oro, che potrebbe aiutare gli studiosi a liberarsi delle volpi crudeli.
Gli studiosi decidono così di andare alla ricerca del gatto per restituirgli il pugnale e chiedere in cambio il suo aiuto. Sarà proprio Milo a partire, insieme ai suoi più cari amici, il topo Zot, la marmotta Greta e il corvo Gracchio, per un viaggio che si rivelerà pieno di pericoli. Nel frattempo,
gli studiosi rimasti alla Biblioteca, dovranno vedersela con Lord Pavel, infuriato per la perdita del pugnale....

dal sito dell'autrice Francesca Ruggiu Traversi (http://www.francescaruggiu.it/Francesca_Ruggiu_Traversi/Home.html)

"Ho scritto questo romanzo nei primi mesi del 2006. Un giorno mi è venuto in mente un possibile titolo per un libro: Il gatto d'oro. Mi piaceva l'idea e continuava ad assillarmi. "Voglio scrivere un romanzo che si intitoli così" continuavo a pensare. Di solito non si inizia a scrivere basandosi su un titolo. Prima si pensa a una trama, si sviluppa una storia, e solo a lavoro compiuto si assegna il titolo all'opera. Ma nella scrittura in realtà non ci sono delle regole, se non quelle che vanno bene all'autore stesso. E così, senza avere ancora in mente una storia, con solo il titolo nella testa, ho cominciato a scrivere. Ho scoperto che spesso, nel mio caso, funziona semplicemente il mettersi al computer e dare libero sfogo alla fantasia del momento. Così, in questo caso, cominciai a scrivere di uno scoiattolino che correva in un bosco, inseguito da due volpi feroci. La piccola creatura mi guidò alla scoperta di quello che le stava accadendo: si era appena impadronita di un "pugnale d'oro" al castello delle volpi, era inseguita e stava tornando alla Biblioteca dei Castagni, dove viveva in compagnia di amici e studiosi...."

“Muse” di Tonino Vincent Caputo (Luca Pensa editore). Recensione di Vito Antonio Conte

Nello scorso mese di giugno, Luca Pensa Editore (ch'è anche il mio Editore) ha dato alle stampe, proseguendo in un apprezzabile “lavoro” iniziato diversi anni addietro, cioè pubblicare poesia, l'ultima raccolta di versi di Tonino Vincent Caputo (“Muse”, Collana AlfaOmega, pagine 82, € 12,00). Caputo, nativo di Ascoli Satriano (FG) e magliese d'adozione, mi ha chiesto, tramite l'Editore, di prefarre l'opera citata. Non credo molto agli “interventi” fuori testo nel testo, anche se diversi ne ho fatti, altre volte li ho richiesti. Non credo alle pre-fazioni, post-fazioni e varie quando sono prezzolate e/o rientrano in mere operazioni di marketing. Siccome non mi hanno pagato per farlo, né era pensabile che una mia “nota” potesse far vendere foss'anche una copia in più del libro, ho letto la raccolta e, verificata quella che mi è sembrata essere una scrittura sincera (...), ho accettato di scrivere quella che ho chiamato “Se la musa tocca il cuore...”. Ve la ripropongo qui di seguito, dando un po' di “visibilità” al libro perché credo che l'Autore lo meriti. Non ho mai incontrato di persona Tonino Vincent Caputo; qualcosa di lui, comunque, so. Senza presunzione. So (o credo di sapere) che ama i luoghi di confine, quelli dove l'incerto è di casa, dove non crescono i mondi assurdi costruiti dall'uomo, dove l'uomo ha ancora una possibilità di salvezza, dove la solitudine è compagna e ti tiene la mano intanto che le assenze emergono e s'annullano nel d'intorno (ch'è regno della Natura), dove una voce arriva leggera e ridesta ricordi, dove è facile perdersi senza smarrirsi, dove la spietata curva del tempo è amica, dove il vento è suono d'armonia, dove luce e buio s'inseguono senza confondersi, dove stare per sempre sarebbe facile. Se non fosse che, in modo viscerale, anche il resto gli appartiene e, in qualche modo, al resto appartiene lui. Caputo ama starsene ai margini di quel resto. Osservare e nutrire pensieri. Caputo non può far altro che fermare tempo e pensieri con le parole. Per sentirsi vivo. Per far sentire ch'è vivo. Per dirla quella sua vita. Non sa, Caputo (schernendosi), se il suo dire l'esistenza in versi è poesia. Preferisce, umilmente, che siano gli altri a dirlo. Nemmeno io so se i suoi versi sono poesia. Poco importa. Quel che davvero conta è che (sia che le parole assumano liricità alte, sia che diventino invettiva, sia che esprimano altro...) nei versi di Caputo non alberga mistificazione alcuna. Chissà, conoscendolo potrei mutare il mio sentire, ma il mio istinto e la lettura di questo libro mi dicono (senza arroganza) che Caputo è uomo che guarda dritto in faccia chi gli sta di fronte e, soprattutto, dice quel che pensa, senza riserve, a costo di giocarsi qualche rapporto, ché i rapporti importanti sono quelli autentici, dove forma e sostanza coincidono. I versi di questa raccolta raccontano questo, testimoniano dei fallimenti e delle gioie di un uomo, delle sue aspirazioni, delle sconfitte e dei sogni rimasti intonsi nonostante i giorni e le nefandezze del quotidiano stare in questa Terra, delle speranze ancora coltivate e delle piccole felicità che -se le riconosci- sono dietro l'angolo, narrano di chi c'è ancora e del ricordo di chi è altrove. E dell'amore. Di quello andato. Di quello che sarebbe potuto essere e non è stato. Di quello espresso. Di quello conservato dentro. Di quello taciuto. E di quell'amore che non può tacersi, che pulsa irresistibilmente dentro, tanto da esplodere, deflagrando in parole. Parole che danno vita eterna a questi versi. Qui, aggiungo che -scrivendo queste poche righe- pensavo, in particolare, a una poesia che chiude così: “Un giorno qualcuno forse / ti parlerà di me, lusingandomi / usando parole / fino ad ora a noi sconosciute. / Ma allora figlia mia / non ci sarò più, / e tu gli risponderai / che avresti preferito / un padre ad un poeta”.

Il volume può essere richiesto alla mail penspol@alice.it

Dal 10 ottobre, con i libri e per i libri, apre in via Cavallotti la Gutenberg a Lecce.

Dal 10 ottobre, con i libri e per i libri, apre la Gutenberg a Lecce. La nostra libreria ha un sogno. Vivere della stessa vita dei libri che accoglie, divenendo parte di un processo di mediazione di parole e idee. Nella convinzione che nulla più di un libro ci rende consapevoli di appartenere ad una comune umanità, illuminata e tormentata dalle medesime speranze e angosce, abbiamo voluto dare inizio a questa nuova avventura, che è commerciale ed esistenziale allo stesso tempo. Da sempre avvicinarsi ad un buon libro significa avvicinarsi a noi stessi, alle differenze di cui siamo fatti, alle nostre zone più oscure, come a quelle più luminose; a quella parte di noi ancora capace di sognare, amare, temere, credere, disperarsi e reagire. Un buon libro, infatti, non si legge: vi si precipita. E’ potenzialmente contagioso e infinito e può generare infiniti altri libri. E’ carne, ossa, sangue e spirito, così come chi lo legge, per questo la scelta che presuppone, sia nel momento della scrittura che in quello della lettura, è sempre una necessità. Un buon libro genera uomini nuovi. Provoca reazioni. Costruisce legami prima inimmaginabili. Ecco, questo è per noi il libro. Con il libro e per il libro, noi oggi scegliamo di diventare parte attiva del meccanismo creativo e consapevole che la lettura consente. Scegliamo di partecipare alla creazione di nuovi e necessari legami tra gli uomini ed al loro possibile cambiamento. Scegliamo con forza e con tutti i mezzi a nostra disposizione. Su circa 100 metri quadrati di superficie complessiva, una particolare attenzione sarà dedicata al settore dei giovani lettori, alla stampa illustrata, all’arte ed alla piccola editoria, con l’intenzione caparbia di occuparsi contestualmente del territorio, dando voce allo stesso – alla sua luce come alle ombre, alla marginalità quanto all’orgoglio, ai confini da superare non meno che alle relazioni più ampie ancora da costruire - attraverso la parola scritta. Pensiamo a laboratori, percorsi creativi guidati ed altre forme di sostegno a progetti diversificati di crescita intellettuale, nell’idea di una cammino ambizioso, ma possibile perché condiviso. In altre parole, con passione e leggerezza vorremmo fare la nostra piccola parte: contribuire a diffondere, agevolare e stimolare, la scelta dei libri adatti a ciascuno di noi, perché l’intreccio tra la curiosità dei sogni e i diversi contatti umani, ci pare oggi il gioco più necessario all’umanità tutta.

Teresa, Caterina ed Elisabetta

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