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lunedì 27 febbraio 2012

Il Bene e il Male per Bookatini al Cafè di Veglie


Mercoledì 29 Febbraio 2012, alle ore 21.00, prosegue la programmazione culturale del Bar Cafè di Veglie (Via Italia Nuova, 24). La fortunata rassegna "Bookatini", dismessi gli abiti e le maschere di carnevale, prosegue con due ospiti d'eccezione, Chiara Cordella e Gianluca Conte, impegnati in un nuovo ciclo di incontri che metteranno a confronto personaggi e scritture "differenti", voci nuove e affermate del panorama letterario attuale, salentino e non. Per l'occasione Bookatini diventa "Il bene e il male", un incontro dedicato alla scrittura; la scrittura che esalta e quella che ferisce, il racconto che spiazza e quello che innalza, la poesia che racconta la realtà cruda dei nostri giorni e la prosa che sonda gli abissi incredibili della mente e dei sentimenti umani, in due parole: il Bene e il Male. Due categorie che rappresentano la vita in tutte le sue sfaccettature, divenendo simbolo di volontà, energia, passione e istinto.  Durante la serata il maestro di fornelli Antonio Caputo 'racconterà' le sue ricette in versi, con intermezzi poetici. Chiara Cordella, giovane autrice salentina, scrive narrativa e ha pubblicato di recente una raccolta di racconti (Medusa, Lupo Editore).
Gianluca Conte è poeta, ha esordito nel 2008 con la raccolta "Insidie" (Il Filo) e pubblicato nel 2010 la sua seconda raccolta intitolata "Il riflesso dei numeri" (Centro Studi Tindari Patti), a breve verrà
pubblicata la sua terza raccolta di versi. L'incontro, condotto da Stefano Donno e Luciano Pagano, sarà occasione per conoscere dalla voce degli autori la produzione di Chiara Cordella e Gianluca Conte, oltre che per ascoltare alcuni racconti letti dagli stessi autori.

domenica 26 febbraio 2012

Oggi mangio da … n. 166: Ristorante Manna
















QUI

Il libro del giorno: Anche tu fisico di Roberto Vacca (Garzanti)


Anche tu Fisico


«Ogni fenomeno fisico obbedisce sempre a un meccanismo che chiunque può capire, purché ci si avvicini con metodo e si procuri gli strumenti intellettuali che gli mancano.» Roberto Vacca

Il mondo in cui viviamo non è fatto di macchie colorate che si muovono a caso: grazie al nostro spirito di osservazione e alla nostra esperienza riusciamo a prevedere molto di quello che accade intorno a noi. Tuttavia sappiamo che spesso le nostre intuizioni non corrispondono alla realtà: del resto i popoli primitivi vivevano i fenomeni naturali come manifestazioni di divinità o di mostri imprevedibili e incomprensibili. Nel corso degli ultimi secoli, la scienza ci ha aiutato a capire sempre meglio il linguaggio della natura, «scritta», come ci ha insegnato Galileo Galilei, «in lingua matematica». La scoperta che possiamo capire i fenomeni fisici con i numeri (e che dunque i nostri calcoli devono accordarsi alle osservazioni) è una delle conquiste più straordinarie dell’umanità: ci ha tra l’altro permesso di sviluppare tecnologie che hanno trasformato la nostra vita quotidiana. Roberto Vacca, dopo aver dimostrato a generazioni di italiani che la matematica è facile, ci introduce ora al linguaggio della realtà. Sa che la fisica è una scienza complicata, ma comprensibile: ogni fenomeno fisico obbedisce sempre a un meccanismo che chiunque può capire. Con metodo, e offrendoci gli strumenti intellettuali necessari, Anche tu fisico ci guida alla scoperta delle leggi fondamentali della meccanica, della termodinamica, dell’elettricità e dell’elettronica, fino ad arrivare alla teoria della relatività e alla materia oscura... È un sapere insieme affascinante e necessario: la fisica deve far parte del bagaglio culturale di tutti noi, anche per rispondere alle sollecitazioni di un mondo sempre più complesso e tecnologicamente attrezzato


888 SOFTWARE

“Dal 1994 sviluppiamo soluzioni multipiattaforma - orientate a Studi Tecnici, Imprese di Costruzioni, Società di Ingegneria, PA e Aziende del Terziario Avanzato - ora disponibili anche in versione multilingua e multivaluta per incontrare al meglio le esigenze delle realtà che operano all'estero. Vantiamo personale qualificato in grado di supportare il Cliente in fase di pre e post vendita, con servizi mirati a individuare la migliore soluzione e a garantirne la rapida messa a regime all'interno dell'organizzazione. Le nostre scelte tecnologiche hanno per obiettivo la piena soddisfazione delle esigenze dell'utente finale:
- Client Server per una gestione centralizzata dei dati interna all'organizzazione aziendale
- Web per un accesso online alle informazioni, anche fuori ufficio.
Con l'avvento dei dispositivi mobile , oltre a Windows e Mac OS X, ora sviluppiamo anche sul recente sistema operativo Android. Crediamo nel valore delle persone, che sono la vera forza della nostra azienda. Siamo motivati a dare il meglio ai nostri Clienti non solo per la passione che ci anima nello svolgimento del nostro lavoro, ma anche per il principio di meritocrazia votato a "premiare" ulteriormente l'impegno delle nostre risorse.”


The Complex Media and Design


“We’re designers and marketers that blog about a mix of art and design, music, events, technology, fashion and more. You’ll get to know the team through various rants as we scour the internet for hot topics and add our two-cents in the process. We’re designers but we aren’t one dimensional — nor are the readers we attract. However the backbone of the site is our Creative Features section which showcases fellow creators of art, design, photography and any other creative medium. Additionally, we provide resources such as our job board. We’ve put a lot of time and effort into the site and would love your feedback. Launched just over a year ago, we now attract more than 29,000 readers a month. If you’d like to submit press releases, music for review, events, artwork for features, etc., do so here.
Our day job - Our bread and butter is helping clients realize their goals through intuitive design and social media implementation strategies. Founded by CEO/Designer Lanaé in 2006, theComplex Media & Design has worked intimately with Fortune 500 companies, small businesses, and non-profit organizations to design, develop, and manage high level projects. We specialize in a wide array of areas including Web and Print design, Multimedia, Search Engine Optimization (SEO)”.


Indivisible: Restoring Faith, Family, and Freedom Before It's Too Late (FaithWords). Intervento di Mariangela Notaro


Questo libro getta un profondo sguardo su quello che è diventato il più grande dibattito dei nostri tempi, ovvero il ruolo del governo nelle nostre vite e il disegno del concetto di libertà personale. Questo suona imperturbabilmente come un libro dai toni cristiano-conservativi. Come tale verrà ritenuto fuori dalla portata di chiunque cammini lontano dal sentiero del diritto religioso. Ma questo significherebbe “edificare” le trame di un errore terribile. Alla stessa stregua di un altro imponente libro sul moderno sistema politico, quello di Juggernaut: “Perché il sistema frantumi le uniche persone che possono salvarlo”, questo libro si addentra nei meandri di alcuni dei più affascinanti paradossi del mondo moderno e ci mostra quanto si sia fatto abbagliare dalle luci della perversione. Si tratta di un argomento che tutti possono valutare, non importa quale colore politico un individuo vesta.
L’indagine inizia con il titolo. In ogni caso cosa può fregiarsi del titolo di esattamente “Indivisibile?” Gli autori sottolineano il fatto che la libertà non possa esser divisa tra il vivere sociale e quello meramente fiscale.
Se desideri la libertà, devi lottare per entrambe. Questo è il punto dove subentra la parte intrigante. Quando gli autori affermano che un individuo deve combattere per la libertà, non stanno sancendo che tutti possono fare tutto quel che desiderano fare. Come sottolineano, la libertà è “arrivare a fare ciò che non vuoi fare, non fare ciò che vuoi fare”.
E qui un animo che sia perspicace più del solito, può già scorgere il germe di una libertà che si eleva al di sopra di se stessa sino a toccare la sua essenza più inviolata, ma anche la più ardua da raggiungere perché prevede un’apparente contraddizione, cioè quella della libertà di fare ciò che non si vuol fare. Ma, per questo, si sa, occorre Libertà…!
E cantando questo inno, gli autori lamentano con l’arma dello sprone, che, per difendere la propria libertà, si deve non solo scoraggiare l’intromissione del governo nei piani economici e fiscali, ma bensì anche in quegli sociali. Per essere sicuri, gli autori contestano l’intervento del governo nelle zone fiscali, ma confutano allo stesso modo tale intervento nel regno sociale. Ciò che appare interessante è che gli autori non abbracciano tale teoria affinché si giunga a legalizzare ogni cosa dall’aborto al matrimonio gay. Ai loro occhi, la difesa della libertà in ambito sociale significa infatti tutelare le leggi da realtà come l’aborto e il matrimonio tra omosessuali. Ma, forse, così s’incappa nel rischio di demolire il concetto primigenio di rispetto della persona nelle prevedibili sfumature del suo essere, al di là di assetti che le convenzioni cercano di imporre come imprescindibili.
Ciò potrebbe suonare un tantino istintivamente ostile ad un primo sguardo. Questo è il modo in cui la logica funziona. Gli autori portano alla luce un punto importante: Alle origini dello Stato, la libertà religiosa era considerata di una tale importanza che nessun tipo di governo avrebbe potuto incollare la sua etichetta religiosa sui suoi cittadini. Oggi la situazione è sfuggita di mano. Non vi è più il bisogno di vietare allo Stato l’imposizione del suo credo religioso, è necessario, invece, impedire allo stesso di prescrivere il suo ateismo. Era diffusa la prassi che fossero i liberi pensatori i migliori beneficiari della libertà religiosa, oggi, invece, coloro che ne beneficiano sono i veri religiosi. Alla fine la morale della storia è la stessa: l’unico modo affinché le genti possano vivere imbevuti di spirito di fratellanza in una società complessa è quello che permette loro di professare il proprio credo religioso senza incombenze da parte dello stato. Se abbracciamo tale fondamento, ci contorniamo di persone prospere, determinate nel costruire per se stesse e capaci di condurre la macchina del commercio incentivando la produttività e la crescita. Diversamente, privi di questo fondamento, ci gironzolerà intorno gente calunniosa, spinta a lottare contro i suoi simili affinché la propria rotta di vita si erga a unica lecita da seguire.
Lo stato ci si aspetta che non abbia alcun colore religioso, questo è vero. Ma ci si aspetta anche che sia passibile di limiti. Quando lo stato estende la via che ha battuto negli ultimi molteplici decenni, il suo fondamento non religioso è dato dal fatto che vi sono degli standards di ateismo emersi nelle nostre usuali attività. Certo, possiamo essere religiosi al di fuori del nostro rapporto con lo stato, ma, sempre più diviene difficile fare qualsiasi cosa liberi dal giogo raffinato della supervisione dello stato. Non ci resta che aspettare il conseguimento di quella libertà depurata di se stessa che permetterà ad ogni individuo di fare esattamente ciò che non vuole fare, ‘ché fare semplicemente quel che si vuole è esistere ordinario e approssimativo. Il libro si candida a promotore di una lettura eccellente per tutti coloro che provano interesse per la grande battaglia che popola questi giorni.

THE CHURCH OF KOPIMISM by ISAC GERSON



“Vår constitution. Konstitution för Det Missionerande Kopimistiska Samfundet

1 Det Missionerande Kopimistsamfundet
A. Det Missionerande Kopimistsamfundet är ett kopimistiskt trossamfund. En gemenskap av löst sammanhållna kretsar av kopimister som delar de gemensamma grundfundament som kopimismen utgörs av och som specificeras i detta dokument.
B. Det Missionerande Kopimistsamfundet har sitt säte i Uppsala.
C. Det Missionerande Kopimistsamfundet är ett religiöst samfund i det att det och dess medlemmar alla erkänner samma grundläggande religiösa grundfundament som är angivna i dokumentet, samt att det delar samma religiösa verksamhet, som också anges i dokumentet.
D. Det Missionerande Kopimistsamfundet är ett missionerande samfund i det att samfundet har en normerande attityd gentemot det omgivande samhället. Genom påverkansarbete och spirituell ledning försöker det försvara sin värdegrund och sina åsikter i samhället. Samma åsikter och värdegrund som är angivet i Det missionerade budskapet i dokumentet.
E. I Det Missionerande Kopimistsamfundet skall finnas följande organ:

– Kopimistkonferens

– kopimiststyrelse

– Missionsföreståndare

– Revisorer

– Valberedning

2 Syfte

Samfundets syfte är att missionera kopimismens budskap i enligthet med tankarna som uttrycks i Det missionerade budskapet och Värdegrunden i det här dokumentet. Ett led i detta är att utnämna opar som kan leda kopimister i sin religiösa strävan och leda kopyacting.

3 Kopimistkonferensen

A. kopimistkonferensen är Det Missionerande Kopimistsamfundets högsta beslutande organ och har att besluta om Det Missionerande Kopimistsamfundets gemensamma arbete samt ge rekommendationer till församlingarna.
B. Konferensen sammanträder årligen till ordinarie konferens på tid och plats som kopimiststyrelse bestämmer.
Kallelse utfärdas senast 6 veckor före konferensen.
Årsberättelse, som innehåller kopimiststyrelses och missionsföreståndarens verksamhetsberättelse samt kopimiststyrelses årsredovisning och anmälda ombud senast 4 veckor före kopimistkonferensens början tillsammans med förslag till beslut.
C. Kopimiststyrelse kan kalla till extra kopimistkonferens mellan ordinarie konferenser. Kallelse till sådan kopimistkonferens utfärdas senast 2 veckor före konferensen. Vid extra kopimistkonferens får endast ärenden som upptas i kallelsen behandlas.
D. Kopimistkonferensen består av de kopimister som önskar närvara.
E. Kopimistkonferensen fattar beslut i öppen omröstning, om den inte beslutar annat. Val av ledamöter till kopimiststyrelse skall ske genom sluten omröstning.
Varje närvarande medlem har 1 röst. Kopimistkonferensen fattar beslut med enkel majoritet, utom i de frågor där stadgarna anger annat. Vid lika röstetal gäller den mening som ordföranden biträder utom vid val, då frågan avgörs genom lottning.
F. Förslag för behandling av ordinarie kopimistkonferens skall vara inkommet till kopimiststyrelsen senast 4 veckor före konferensen. Styrelsen skall yttra sig över inkomna förslag.
G. Vid ordinarie kopimistkonferens skall följande ärenden behandlas:
1. Val av funktionärer för kopimistkonferensen:
a) ordförande och 1 eller 2 vice ordförande,
b) 1 eller flera sekreterare,
c) 2 personer att jämte ordföranden justera konferensens protokoll,
d) rösträknare.
2. Föredragning av verksamhetsberättelse samt årsredovisning för föregående verksamhetsår.
3. Föredragning av revisorernas berättelse.
4. Fastställande av resultaträkning och balansräkning.
5. Beslut angående ansvarsfrihet för kopimiststyrelsen och missionsföreståndaren för föregående verksamhetsår.
6. Fastställande av verksamhetsplan och budget för närmast följande räkenskapsår.
7. Val av ledamöter i kopimiststyrelsen.
8. Val av kopimiststyrelsens ordförande, som väljs bland kopimiststyrelsens ledamöter.
9. Val av revisorer och ersättare för dessa.
10. Val av ledamöter, ordförande och vice ordförande i valberedningen.
11. Inkomna förslag.
12. Ärenden som kopimiststyrelsen framlägger för behandling.
13. Uttalanden i aktuella frågor, som kopimistkonferensen beslutar uppta till behandling.

4 Kopimiststyrelsen

A. Kopimiststyrelsen är mellan kopimistkonferenserna Det Missionerande Kopi mistsamfundets högsta beslutsinstans. Den har sitt säte i Uppsala och består av 6 ledamöter, som väljs av kopimistkonferensen för en tid av 2 år. Halva antalet väljs varje år.
B. kopimiststyrelsen skall, tillsammans med missionsföreståndaren, planera och leda Det Missionerande Kopimistsamfundets arbete i enlighet med kopimistkonferensens beslut.
C. kopimiststyrelsen organiserar själv sitt arbete, och kan efter behov utse utskott och delegationer för att bereda och/eller på styrelsens vägnar besluta i vissa ärenden.

D. I styrelsens uppgifter ingår att

– besluta om mål och riktlinjer för Det Missionerande Kopimistsamfundets arbete på grundval av konstitutionen samt inom ramen för beslut av kopimistkonferensen,
– förvalta Det Missionerande Kopimistsamfundets tillgångar, med rätt att köpa och sälja fast egendom,
– förbereda ärenden som skall behandlas vid kopimistkonferensen,
– verkställa kopimistkonferensens beslut,
– besluta om Det Missionerande Kopimistsamfundets centrala organisation och anställa erforderlig personal,
– besluta om anslutning till andra samarbetsorgan.
– utse Det Missionerande Kopimistsamfundets representanter i de organ där kyrkan skall vara företrädd,
– ansvara för rekrytering till särskilda tjänster

E. kopimiststyrelsen, eller den/de styrelsen utser, äger rätt att tecka Det Missionerande Kopimistsamfundets firma.
F. kopimiststyrelsen skall upprätta matrikel över Det Missionerande Kopimistsamfundet.
G. kopimiststyrelsen kan välja att utföra delar av samfundets verksamhet genom egna eller samägda bolag, stiftelser eller andra organisationer. Beslut om sådan verksamhet, som har principiell karaktär eller stor ekonomisk vikt, bör underställas kopimistkonferensen.
H. kopimiststyrelsen sammanträder på kallelse av ordföranden eller då minst 2 av kopimiststyrelsens ledamöter begär det. Missionsföreståndaren har rätt att delta i överläggningarna och få sin särskilda mening antecknad till protokollet.
I. kopimiststyrelsen är beslutsmässig då minst hälften av ledamöterna är närvarande. Den fattar beslut genom öppen omröstning. Om ledamot begär så, skall dock sluten omröstning ske.
Vid lika röstetal gäller den mening som ordföranden biträder utom vid val, då frågan avgörs genom lottning.

5 Missionsföreståndaren

A. Missionsföreståndaren, som utses av kopimistkonferensen på förslag av kopimiststyrelsen, är Det Missionerande Kopimistsamfundets andliga ledare och främsta företrädare.
B. Missionsföreståndaren skall tillsammans med kopimiststyrelsen planera och leda Det Missionerande Kopimistsamfundets arbete enligt kopimistkonferensens beslut. Missionsföreståndarens särskilda uppgifter beskrivs i kopimistordningen.
C. Missionsföreståndaren väljs för en tid av 1 år och kan omväljas för ytterligare perioder om 1 år. Valbar är alla kopimister. För val av missionsföreståndare krävs 2/3 majoritet.

6 Valberedningen

A. Valberedningen skall förbereda val av funktionärer vid kopimistkonferensen, val av styrelse och revisorer samt av ordförande och vice ordförande i beredningsutskottet.
Valberedningen kan också ge förslag i övriga val, där ordningen inte reglerats på annat sätt.
B. Rätt att föreslå ledamot i kopimiststyrelsen har kopimist. Förslaget ska lämnas till valberedningens ordförande senast 4 veckor före kopimistkonferensen. Förslagsställare skall förvissa sig om att den som föreslås står till förfogande. Valberedningen kan föra fram egna kandidater.
C. Valberedningen skall upprätta valsedel till kopimistkonferensen med de kandidater till kopimiststyrelsen som valberedningen förordar. Valsedeln skall om möjligt innehålla två namn utöver det antal som skall väljas.
Om några av dem som upptas på valsedeln senare avböjer kandidatur, kan valberedningen komplettera valsedeln innan val förrättas.
D. kopimistkonferensen utser valberedningen för nästkommande konferens.

7 Redovisning och revision

A. Det Missionerande Kopimistsamfundets räkenskapsår är 1 januari – 31 december.
B. kopimiststyrelsen skall för varje räkenskapsår upprätta årsredovisning, som innehåller förvaltningsberättelse, resultaträkning och balansräkning.
C. Årsredovisningen, räkenskaperna samt förvaltningen skall granskas av 2 revisorer utsedda av kopimistkonferensen. Av revisorerna ska helst en vara auktoriserad. Auktoriserad revisor kan prioriteras bort av ekonomiska skäl. För revisorerna ska upp till 2 ersättare utses.
D. Revisorerna skall följa verksamheten och den ekonomiska förvaltningen. De skall efter granskning avge berättelse till konferensen samt ge förslag i fråga om fastställande av resultaträkning och balansräkning samt om ansvarsfrihet för kopimiststyrelsen.

8 Förbundet Unga kopimister

A. Det Missionerande Kopimistsamfundets arbete med barn och unga är anförtrott åt FUK (Förbundet Unga kopimister). För FUK gäller stadgar fastställda av dess riksmöte på förslag av FUK:s styrelse efter samråd med kopimiststyrelsen. Arbetet bedrivs enligt Den Missionerande Kopimistkyrkans grundsatser.

9 Upplösning av Det Missionerande Kopimistsamfundet.

A. För upplösning av Det Missionerande Kopimistsamfundet krävs samstämmiga beslut vid två på varandra följande ordinarie kopimistkonferenser. Sådant beslut skall fattas med 2/3 majoritet av närvarande ombud.

10 Ändring av Det Missionerande Kopimistsamfundets konstitution

A. Ändring av Det Missionerande Kopimistsamfundets konstitution kan ske genom beslut av kopimistkonferensen.
B. För ändring av kyrkans namn, grundsatser och stadgar skall beslut fattas med 2/3 majoritet av närvarande ombud.

För ändring av 9 krävs samstämmiga beslut vid två på varandra följande ordinarie kopimistkonferenser.”


MASSMUTUAL


“On May 15, 1851, MassMutual started with a single room and a single purpose - to help people protect their family and their future. Today, more than 160 years later, that single, long-term perspective remains core to all we do. We’re a company defined by our mutuality, operating for the benefit of our policyholders, and proud of our long history. Over time, we’ve provided financial and retirement security to millions of people, paid dividends1 to our participating policyholders continuously each year since the 1860s, and earned financial strength ratings that are among the highest of any company in any industry. Today, MassMutual ranks in the Fortune 500 and was listed as one of the nine most admired life and health insurance companies in the world in the March 21, 2011 issue of FORTUNE. Our network of trained Financial Professionals includes thousands of representatives located across the United States. They work hard to get to know you and your unique financial goals – and they strive to maintain a long-term relationship with you, helping you adapt and refine your financial strategies as you move through life. While whole life insurance continues to be MassMutual's foundation, MassMutual and its affiliated companies offer a broad array of insurance and investment products for individuals, families and businesses. We also provide retirement services for institutional investors and corporate, union, nonprofit and governmental employees’ defined benefit, defined contribution and nonqualified deferred compensation plans.”


Pietro Loffredo


“Pietro Loffredo nasce a Napoli, dove vive e lavora. Inizia la sua attività espositiva nel 1982, dopo una tradizionale formazione presso l'istituto d'arte. Inizialmente sperimenta tecniche diversificate, privilegiando la pittura su tessuto e la creazione di arazzi. Già in questi anni si segnalano alcune significative partecipazioni ad eventi espositivi di un certo rilievo. Nel 1999, anno in cui, dopo alcune esperienze nel campo del restauro, apre un atelier a Venezia, la sua ricerca visiva si indirizza verso un linguaggio nuovo e sperimentale. Qui, nella città lagunare, matura la svolta nella direzione di una maggiore puntualizzazione sia nelle tecniche adoperate che nelle tematiche.
In questi anni si definisce la sua ricerca pittorica anche in funzione della individuazione di una peculiare cifra stilistica, che ritrova nella scelta di soggetti privilegiati (angeli neri, cornetti) il proprio concreto repertorio figurativo. Da questo momento in poi inizia a lavorare su tavola, materiale, questo, che diventa il supporto privilegiato – anche se certamente non unico – delle sue opere. Gli “angeli”, desunti dal repertorio visivo popolare, subiscono un processo di desacralizzazione (si guardi la loro sfrontata connotazione sessuale per nulla angelica) e di progressiva umanizzazione, caricandosi di un forte pathos espressivo.
Soprattutto l'artista predilige per la loro pelle il colore nero, quasi fossero creature terrestri innalzate, attraverso un processo catartico, reso ancora più manifesto dal gesto materico della pennellata impastata di strati massicci di colore, nel territorio dell'arte. Strappati al loro destino di creature emarginate, portatrici di un dolore cosmico, si ergono a messaggeri di una sorta di rivincita sulla storia, come a dire che quanto non hanno avuto dalla vita sarà loro restituito dall'arte. In questo senso gli ‘angeli neri' sembrano presagire un destino di rivincita sul tempo, portando sui loro volti le tracce di una sofferenza che abbraccia l'umanità intera: il gesto dell'artista che li ha evocati diventa così lo specchio di un'età disumanizzata, che annienta e tende a marginalizzare chi non si uniforma, chi non cede ai meccanismi spersonalizzanti delle convenzioni, chi non vende la sua anima al mercato e rivendica la propria diversità, anche attraverso uno sguardo disperato. Sono appunto queste creature del cielo l'emblema della rinascita, la metafora dilagante di un'arte che riscatta, l'annuncio amplificato di una nemesi senza scampo. Riguardo ai suoi celebri e ormai riconoscibili “cornetti”, va detto come l'artista sia riuscito, attraverso la sublimazione estetica, a conferire per primo una dignità artistica ad un oggetto apparentemente banale, anche se carico di valenze antropologiche e apotropaiche, che ne fanno un amuleto portafortuna nella tradizione popolare ad esso collegata. L'oggetto, tolto dal circuito linguistico e folclorico che storicamente gli pertiene, acquista così un valore di feticcio visivo, di forte segno iconico, e assume una vita totalmente nuova, quasi fosse ricreato dal nulla, attraverso la pittura. Il cornetto diventa una specie di cifra espressiva, un logo riconoscibile dell'artista che ne sperimenta tutte le potenzialità visive: ora dipinto, ora concretamente aggettante dall'opera, ora a tutto tondo, esso celebra festosamente la vittoria del sorriso sul dramma. Così le due anime dell'artista si congiungono e mostrano lati e dimensioni contrapposte, ma complementari. In fondo si può dire che queste icone, che non hanno parenti riconoscibili nella tradizione artistica più recente, ‘sono' Pietro Loffredo.
Loffredo partecipa a varie mostre a carattere nazionale e nel 2001 è presente con una personale al Premio Letterario “Procida, Isola di Arturo, Elsa Morante”.
Successivamente, fra i suoi interventi più significativi, si segnala la personale a Castel Sant'Angelo per le Giornate Europee del Patrimonio (settembre 2002), dove le sue installazioni sono messe a confronto con la produzione scultorea dello scultore francese Guillaume de la Chapelle. Nel 2004 è la volta di << Ludica/ mente >>, mostra curata dal critico Fabio De Chirico: le sue opere sono messe a confronto con le installazioni dell'artista corso- maghrebino Saverio Maestrali; espone poi a Montecarlo, presso la sede del COMITE NATIONAL MONEGASQUE DE L'ASSOCIATION INTERNATIONALE DES ARTS PLASTIQUES AUPRES DE L'U.N.E.S.C.O., Sous le Haut Patronage de S.A.S. Le Prince Souverain Alberto di Monaco in una mostra dal titolo <>.
È un anno molto intenso in cui tra l'altro realizza le scenografie per Casa Galbiati, spettacolo allestito presso la Galleria Toledo in collaborazione con i cantanti del teatro San Carlo di Napoli. Espone successivamente alcune installazioni e crea una scenografia per SEGNIDILUOGHI/1 “Persistenze e contaminazioni”, (arti visive, danza, multimedialità, teatro), a cura di Fabio De Chirico, nel centro storico di Albanella (SA), avvenimento che si segnala per l'originalità di un allestimento en plein air, attraverso cui decreta un significativo omaggio a Renato Mambor, noto esponente della Scuola Romana. Ma la sua attività si esplica anche in un interessante collaborazione con la scrittrice francese Jeanne Bresciani: da questo intenso rapporto scaturisce la realizzazione della copertina del suo romanzo Les Vestiges de Janvier (Ed. Petra, Parigi dicembre 2004).
Nel 2005 nell'ambito dei Rencontres du Cinema Italien (Bastia, Corsica, 29 gennaio - 6 febbraio), crea una grande installazione nel pronao del Teatro Comunale, dedicata al cinema e al gemellaggio della città corsa con Napoli; mentre, in contemporanea, una sua personale, curata da Fabio De Chirico dal significativo titolo Inter/azioni, è allestita presso il Consolato d'Italia. Successivamente l'artista avvia una nuova e stimolante esperienza che lo vede come animatore e curatore artistico dell'Osservatorio BAC, Bagnoli Arte Contemporanea; si tratta di uno spazio assolutamente innovativo, non una vera e propria galleria, ma un laboratorio sperimentale, punto d'osservazione ma anche luogo di contaminazioni linguistiche, di confronti visivi. È qui, nella nuova veste, che egli cura le mostre di Antonio Ruffini, Pasquale Mastrogiacomo, e dei video maker salernitano Lucilla Nitto e Roberto Bove.” (l’opera riprodotta è di Pietro Loffredo)


Voyager - L'isola Perduta dei Templari 1





E' probabile che i templari avevano gia preveduto che Jacques De Molay,ultimo gran maestro, dei Cavalieri Templari,sarebbe stato ucciso insieme al resto dell'Ordine,tanto da salpare per un continente sconosciuto,l'America,e in un isola del Canada vi abbiano riposto il loro immenso tesoro.

sabato 25 febbraio 2012

2MR


2MR system vanta un’esperienza ventennale nelle pavimentazioni sopraelevate. Nata dalle finiture d'interni e specializzatasi sin dall'inizio della propria storia nelle pavimentazioni tecnologicamente innovative, oggi, 2MR system può offrire un servizio completo dalla consulenza alla progettazione nella ricerca di soluzioni esclusive su misura alla posa in edifici di ogni tipologia e dimensione in tempi contenuti. Uno stabilimento produttivo estremamente avanzato, flessibile ed agile nei processi, ed un team di tecnici qualificati di grande esperienza, spesso anche di propria formazione, sono la base dellíattuale successo.


Oggi mangio da … n. 165: Mama Burger


“Mama Burger si presenta come uno spazio condensato e metropolitano che pare quasi ricavato in un deposito-magazzino sotto i portici della strada più newyorkese di Milano: via Vittor Pisani. Il cemento inonda pavimento e parete laterale dando un forte carattere al microambiente, ma l’accoglienza provocatoria e l’immagine ruvida di questo particolare burger, si fa ben perdonare delle prelibatezze di alta qualità proposte: dal classico hamburger con patatine, in dimensioni diverse come un vero fast-food che si rispetti, alle più classiche caesar salad a cui è possibile abbinare favolosi milkshake e prelibati cookies al cioccolato.
Mama Burger è sicuramente il posto perfetto per una pausa pranzo o una cena "american style", oltre ad essere il riferimento ideale per uno spuntino a notte inoltrata, magari dopo una serata un po’ movimentata nella movida milanese.
Mama Burger: prelibatezze underground - Mama Burger nasce dall’idea di concepire un inedito fast-food come un locale capace di sorprendere ed incuriosire. Innanzitutto proponendo una selezione di prodotti di alto livello sulla base dell’Hamburger classico. In secondo luogo ambientando uno spazio che incarna suggestioni proprie del design contemporaneo, calate in una dimensione underground, street style, dark basement.  L’aspetto verticalizzato dello spazio è accentuato nelle restanti due pareti che incorniciano l’alloggiamento del bancone: un rivestimento composto dalla stratificazione di elementi lineari, creato da profili a doghe longitudinali sovrapposte fino a raggiungere il soffitto. Si tratta di un materiale innovativo riciclato e riciclabile, composto da polimeri e polveri di legno che ha un impiego tecnico nell’ambito della fono-assorbenza. Questa texture a bassorilievo simboleggia il concetto dell’hamburger che si sviluppa in altezza, in strati su stati sovrapposti. Il soffitto decorativo a sospensione ha un forte impatto visivo per la durezza del proprio aspetto meccanico e metallico. Un celino in acciaio brunito funge da sfondo ad una fantascientifica cupola di catene in ghisa trattata. Osservando il soffitto infatti, ci si imbatte in un’installazione optical tridimensionale, ottenuta dalla successione dei profili delle catene pendenti. Cambiando punto di osservazione, si legge un volume solido sottratto che è stato calcolato attraverso lo studio di un algoritmo.  Mama Burger è sicuramente il posto perfetto per una pausa pranzo o una cena particolare, oltre ad essere il riferimento ideale per uno spuntino a notte inoltrata, magari dopo una serata un po’ movimentata nella movida milanese. Se lo spazio interno stupisce ma accoglie poche persone per la capienza limitata, il portico ed il dehor antistante sono cornici ideali dove togliersi uno sfizio del palato. I comodi divani lounge, in schiumato poliuretanico autopellante, accostati alle fioriere e distanziali in metallo grezzo traforato sono disposti di fronte ai palazzi in ferro e vetro di via Pisani. Da questo salotto metropolitano si ha l’illusione, se non proprio di trovarsi a New York, almeno di sentirsi circondati da una città un po’ diversa, che regala un nuovo scorcio ancora tutto da scoprire e vivere.”



Il libro del giorno: Un Mondo Senza Tempo. L’eredità dimenticata di Gödel e Einstein di Palle Yourgrau (Il Saggiatore)


Un Mondo Senza
Tempo


Le vicende politiche del Terzo Reich, sfociate nel 1939 nella Seconda guerra mondiale, indussero molti scienziati e intellettuali a prendere la via dell'esilio. Due tra gli esuli più famosi, Albert Einstein, il padre della relatività, e Kurt Gödel, l'autore del famoso teorema di incompletezza, definito da alcuni il più grande logico della storia dopo Aristotele, si ritrovarono nel prestigioso Institute for Advanced Study di Princeton, che accoglieva l'élite del pensiero scientifico. Incline all'espansività e alla cortesia il primo, ombroso e pessimista il secondo, per quanto diversi i due condividevano un patrimonio comune: la lingua, la cultura filosofica «continentale», con una particolare predilezione per Kant, uno spiccato interesse per la fisica e soprattutto per il tempo. In quelle lunghe camminate verso casa, che divennero un'immagine costante nel panorama della città, non discettarono solo di politica, di filosofia o dell'universo scientifico in cui si erano formati. Dalla loro amicizia nacque una grande scoperta: Gödel propose una nuova soluzione delle equazioni di campo di Einstein, dimostrando che sono possibili universi dalle proprietà insolite, in cui il tempo, come lo concepiamo normalmente, non esiste. Gödel si spinse ancora oltre: se in questi universi possibili il tempo non esiste, allora non esiste nemmeno nel nostro mondo. Il saggio venne pubblicato nel 1949, all'interno di un volume dedicato al settantesimo compleanno di Einstein, il quale riconobbe nel lavoro dell'amico «un importante contributo alla teoria generale della relatività»; da allora i fisici hanno dato la caccia all'errore nella fisica di Gödel o all'elemento mancante nella teoria di Einstein.
Un mondo senza tempo presenta le scoperte dei due scienziati nel contesto delle teorie che hanno trasformato la fisica, la filosofia, la logica, la matematica e le arti del ventesimo secolo. È il resoconto di un'amicizia preziosa e feconda, la riscoperta del genio di Kurt Gödel, la sua rilettura rivoluzionaria della teoria della relatività.
«Nelle passeggiate di Gödel e Einstein si può udire un’eco dello Zeitgeist, un indizio per la comprensione del segreto di quel secolo grande e terribile che fu il Novecento: un secolo che, come il Seicento, passerà alla storia come un’epoca di geni.»

AT and T


“AT and T is bringing it all together for our customers, from revolutionary smartphones to next-generation TV services and sophisticated solutions for multi-national businesses. For more than a century, we have consistently provided innovative, reliable, high-quality products and services and excellent customer care. Today, our mission is to connect people with their world, everywhere they live and work, and do it better than anyone else. We're fulfilling this vision by creating new solutions for consumers and businesses and by driving innovation in the communications and entertainment industry. We're recognized as one of the leading worldwide providers of IP-based communications services to businesses. We also have the nation's fastest mobile broadband network and the largest international coverage of any U.S. wireless carrier, offering the most phones that work in the most countries; the largest Wi-Fi network in the United States based on branded and operated hotspots.
AT&T U-verse is TV like you've never seen before. It's TV the way you want it, with tons of cool features and capabilities. AT&T is the only national U.S. TV service provider to offer a 100-percent IP-based television service. It's part of our "three-screen" integration strategy to deliver services across the three screens people rely on most — the mobile device, the PC and the TV.
As we continue to break new ground and deliver new solutions, we're focused on delivering the high-quality customer service that is our heritage.”



LOLA LOBATO


“Lola Lobato’s wealth of experience in art, fashion, and food has enabled her to establish this unique new online shop. Lola truly represents a world citizen: having been born in Spain, raised in Venezuela, educated in England, and of American nationality. Throughout her successful career, Lola has expressed her vision and talent as an award-winning fashion designer, art director, as well as entrepreneurial thought leader. Lola was educated at London’s American College of Fashion Design, an institution that has trained some of the most prominent fashion designers in the world. She launched her fashion career in Venezuela, delivering head-turning designs that evoked the character, preferences and physical attributes of her clients. Then Lola ventured to the United States and made her name as an art director in New York, Los Angeles, and Miami. Lola has produced award-winning television commercials for well-known brands (including Visa, Tommy Hilfiger, Hershey’s, and Diet Pepsi), television programs on top-rated networks (such as Univision, Telemundo, and USA Network) and music videos featuring award-winning artists (MTV, Billboard, and Grammy Awards) plus special events (the opening of the Olympics in Barcelona). From the entrepreneurial side, Lola has launched several new ventures. They include: fashion boutique Lola Lobato, the pilot program “Turismo Culinario” and “Cocina Urbana” (developed in partnership with Venevision Continental), and the creation and management of the online magazine elmundodelola.com.
Nowadays, Lola is art directing TV commercials, writing a book, and blogging. In fact, Lola’s blogs are an interactive extension to this new online shop “where food meets the imagination and celebration.” We welcome you to explore the links below..”



A WORLD ON FIRE: Britain’s Crucial Role in the American Civil War by Amanda Foreman. (Random House)


“Acclaimed historian Amanda Foreman follows the phenomenal success of her New York Times bestseller Georgiana: Duchess of  Devonshire with her long-awaited second work of nonfiction: the fascinating story of the American Civil War and the major role played by Britain and its citizens in that epic struggle. Even before the first rumblings of secession shook the halls of Congress, British involvement in the coming schism was inevitable. Britain was dependent on the South for cotton, and in turn the Confederacy relied almost exclusively on Britain for guns, bullets, and ships. The Union sought to block any diplomacy between the two and consistently teetered on the brink of war with Britain. For four years the complex web of relationships between the countries led to defeats and victories both minute and history-making. In A World on Fire, Amanda Foreman examines the fraught relations from multiple angles while she introduces characters both humble and grand, bringing them to vivid life over the course of her sweeping and brilliant narrative. Between 1861 and 1865, thousands of British citizens volunteered for service on both sides of the Civil War. From the first cannon blasts on Fort Sumter to Lee’s surrender at Appomattox, they served as officers and infantrymen, sailors and nurses, blockade runners and spies. Through personal letters, diaries, and journals, Foreman has woven together their experiences to form a panoramic yet intimate view of the war on the front lines, in the prison camps, and in the great cities of both the Union and the Confederacy. Through the eyes of these brave volunteers we see the details of the struggle for life and the great and powerful forces that threatened to demolish a nation. In the drawing rooms of London and the offices of Washington, on muddy fields and aboard packed ships, Foreman reveals the decisions made, the beliefs held and contested, and the personal triumphs and sacrifices that ultimately led to the reunification of America. A World on Fire is a complex and groundbreaking work that will surely cement Amanda Foreman’s position as one of the most influential historians of our time.”

Budapest Bank Connection di Antonello Giurgola (Icaro). Intervento di Vito Antonio Conte


Una volta ancora alle prese con forma e sostanza. Ancora una volta a cercare di delimitare il campo del quotidiano in cose dell’esistenza nelle quali è imprescindibile il rispetto della forma, ché questa e la sostanza coincidono, e altro giornaliero in cui la sostanza non può, mai, essere sacrificata per il mancato ossequio della forma. Credo che la sostanza dovrebbe essere sempre in primo piano e avere la giusta considerazione al di là di qualsivoglia involucro. Ma ci sono livelli del sociale dove la forma è sostanza e ignorarla finirebbe per assumere contorni estranei alla legalità. Il riferimento è, all’evidenza, all’osservanza delle leggi. E che le leggi vadano rispettate è come dire che il primo nutrimento del neonato è il latte. Se non fosse che ci sono buone leggi e cattive leggi. Se non fosse che, spesso, le leggi non esprimono lo spirito del tempo e di chi quel tempo abita. Se non fosse che, sovente, le leggi sono strumenti di conservazione del potere o espressione di lotte tra i poteri per il potere. Se non fosse che, di leggi, ce ne sono comunque troppe. Se non fosse che venire a capo di una normativa, in molti casi, è come trovare la via d’uscita in un labirinto sperso in un angolo imperscrutabile di conoscenza. Se non fosse che ogni annunciata semplificazione di qualsiasi sistema codificato si è risolta nella più becera complicazione del già scritto… Credo che poche chiare e compiute norme sarebbero sufficienti per regolare una civile convivenza, in uno alla necessità della loro fattuale applicazione… Non è questa la sede per disquisizioni di tal natura, ma l’intro ha senso per dire (anche e soprattutto) d’altre forma e sostanza: in questo caso l’inizio e la fine della riflessione risiedono in una lettura, nel senso che ho pensato alla forma e alla sostanza leggendo “Budapest Bank Connection” e di questo libro, in fine, vi dirò. Dopo un’altra brevissima digressione. Vi sono infiniti esempi di libri ben confezionati, privi di smagliature grammaticali e di refusi, in cui l’attenzione all’oggetto libro è superba, ma che, dopo la lettura, rimane solo quel che colpisce immediatamente l’occhio, senza scomodare altri sensi. Altri libri, meno belli a vedersi, custodiscono grandi contenuti. Inutile dire che preferisco questi ultimi. Se, poi, di un libro (che qualche domanda mi ha fatto porre…) conservo anche un buon ricordo estetico e la sua sostanza si è dipanata traverso una scrittura semplice pulita e senza refusi, è decisamente meglio. Ma, forse, è chiedere troppo e tant’altro ci sarebbe da dire… Nel caso di specie, con la consapevolezza di esprimere la mia personale opinione, “Budapest Bank Connection” ha una bella copertina, una sgradevole impaginazione, alcuni refusi macroscopici, una non condivisa scelta dei segni d’interpunzione, e contenuti di spessore. La sostanza è nella storia e di questo bisogna rendere merito all’Autore, Antonello Giurgola, alla sua seconda prova letteraria. La forma, a parere di chi scrive, avrebbe avuto bisogno di maggiore cura. L’Editore, Città Futura, prenderà questo mio appunto nella dovuta misura, ossia come monito a far meglio, unendo alla passione anche più attenzione. Per entrare nel vivo del libro, dirò che –per intanto- mi è piaciuto: un bel poliziesco che evidenzia la versatilità di Antonello Giurgola di cimentarsi (bene) con diversi generi letterari. Chi ha letto il suo libro d’esordio, “L’angelo di Lisbona”, si troverà spiazzato tra le pagine di “Budapest Bank Connection”, ché questo romanzo di genere è piacevolmente anomalo. Del poliziesco (il primo e più antico tra i sottogeneri del “giallo”) questo libro ha tutti gli elementi caratterizzanti: un omicidio (la morte violenta di un italiano a Budapest), un investigatore (il commissario Istvan, per gli amici Pisti, Kruger), le indagini (poco scientifiche e molto deduttive) e lo svelamento dell’intreccio con individuazione finale dell’autore del delitto in questione. Ma, non credo di sbagliare, il genere è pretesto per raccontare altro. In “Budapest”, man mano che le indagini chiudono possibilità e aprono probabilità, emergono –parallelamente- scenari, umani e sociali, che con la morte di un lercio mafiosetto italiano di stanza in Ungheria poco hanno a che fare. Quel che prende la scena è un’altra fine: la morte di una società. Insieme alla morte dei sentimenti. Non so individuare la cronologia dei rispettivi capolinea. Forse vanno di pari passo. Ma so che riscoprendo i secondi si può sperare in una nuova società, migliore di quella passata. Ché quella narrata in “Budapest Bank Connection” è malata sino all’osso, dove il malaffare non è roba di delinquenza comune, ma sistema che ha fatto del danaro l’unica divinità in terra, strumento di controllo del potere per reggere i fili di chi quei fili ignora e di chi non ha mezzi per reciderli. “Budapest Bank Connection” è una speranza più che una denuncia. Episodi come quelli descritti in questo libro sono reali e ormai noti, basta voler aprire gli occhi. Che il mondo della Finanza abbia inquinato l’Economia e abbia iniziato a far tracimare l’Occidente è affare ormai chiaro, siccome sono alte le fiamme di Atene. Nessuno può far più finta di niente. L’incendio è divampato. Può estendersi dappertutto. La scintilla è scoccata negli Stati Uniti. La Grecia sta ardendo. L’Europa è a rischio, focolai sono sparsi ovunque. Bisogna rifondare regole e civiltà. Il problema prioritario, però, è che dobbiamo cambiare noi: bisogna rigenerare l’uomo. E si tratta di un mutamento radicale che importa una forte sterzata culturale… Tornando a “Budapest” è ovvio che non aggiungerò altro sulla trama, ché va gustata step by step sino alla soluzione del “giallo”, ma del commissario Kruger qualcos’altro va detto: quasi cinquantenne, burbero, disilluso, al limite del trasandato fuori siccome è privo di slanci d’entusiasmo dentro, sospettoso come dev’essere un buon poliziotto, “specie dei cambiamenti ancor più se lo riguardano, quindi non farà alcuna scelta, non ha voglia di sdoppiare la sua coscienza né di aggiungerne una seconda. È sufficiente quella che ha così com’è, in fin dei conti si è sempre dimostrata comprensiva e soprattutto indulgente; non tenterà mai il viaggio da una coscienza all’altra, non avrebbe nulla di turistico e per di più gli rovinerebbe l’appetito, avrebbe a che fare con parole come oblio, abbandono, rinuncia… Comunque la coscienza sporca non ha mai impedito a nessuno di riempirsi la pancia, mentre una pancia vuota mette a dura prova le coscienze più integre”. Schietto e, a modo suo, simpatico. Ma, soprattutto, vero! Come può essere autentico chi delle apparenze ormai se ne fotte. Forma e sostanza. La prima non ha più alcun significato. La seconda sta nel suo stare che preferibilmente non coincide col fare. Kruger fa soltanto il necessario. Tipo rispondere a una telefonata che gli annuncia un omicidio anche se avrebbe avuto voglia d’ignorare quel richiamo alla realtà. La prima tornerà a interessargli soltanto quando anche la seconda si risveglierà dentro di lui. Quando quella donna ch’era stata sua moglie gli parlerà di nuovo… e i sentimenti desteranno i sensi. Quasi che per riparlare d’amore fosse necessario acquistare un paio di scarpe nuove. Ché quelle vecchie hanno inciampato su quella strada e lui non vuol cadere di nuovo. Ché, in fondo, sensibile lo è sempre stato. È un bel personaggio Kruger. E, mi sbaglierò, ma –per quel poco che so- somiglia al suo Autore. O, forse, la cifra dell’Autore è disseminata in più di un solo personaggio. E tra i dialoghi che, cupi o esilaranti, epilogano spesso in un vaffanculo, a mo’ di saluto e contengono (spesso) aforismi che si stagliano sulle vie e tra i palazzi di una splendida decadente Budapest e scorrono sul Danubio con la svogliatezza di un giorno buio o con la forza di un sole che incendia la città a ovest di un pensiero che dissente dall’ovvio. Ché la soluzione non sta nell’ovvio. In questo caso, almeno, è ben distante dall’ovvio. Ché questo libro di ovvio ha ben poco. E, fosse soltanto per questo, merita di essere letto.

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