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giovedì 18 aprile 2013

GLI AEDO CON NABIL DEI RADIODERVISH AL WOMB




Il WOMB di Lecce (Strada vicinale Bernardini snc a Cavallino in provincia di Lecce) non delude neanche questa volta le aspettative del pubblico salentino accogliendo il gruppo degli AEDO che presto diventeranno una nuova rivelazione nel panorama della musica italiana e il loro disco "Saluto al nemico" (Lupo Editore) presentato da Nabil dei Radiodervish. IMPOSSIBILE PERDERE QUESTO EVENTO! L’appuntamento è per venerdì 19 aprile 2013 alle ore 21,00 al WOMB (Strada vicinale Bernardini snc. - 73020 - Cavallino LECCE).


Molto più che interessante, anzi intrigante e molto bello questo lavoro degli AEDO. L'album si apre con ACQUA e si chiude con PENELOPE, come se nell'andirivieni delle onde nel tessere e disfare una tela ci sia un attesa di qualcosa di positivo l'arrivo anche solo di una immagine benigna. Tra il brano di apertura e quello di chiusura splendidi brani sono Le orecchie del Re e La pancia del mostro. Bellissima anche LE TUE MANI. Le sonorità sono a volte rarefatte a volte forsennate come gli stati d'animo di una società in travaglio. Belli i testi con sfumature agrodolci e le sonorità che vanno dalla ballad a brani più potenti intersecati da un'etnicità mai banale. Un disco da non perdere per nessun motivo: un disco che fa pensare sognare viaggiare sperare attraverso le splendide voci dei cantanti. (Oliviero Malaspina)


Nato nell’agosto del 2010, il progetto AEDO delinea un percorso lirico che si nutre delle radici del suono piegando il canto popolare alla riproduzione della natura. Dalla ricerca e riconsiderazione di antichi miti fino a giungere a testi di natura contemporanea, lo spettacolo proposto restituisce un ricercato immaginario arcaico che si distingue in contesti molto diversi dimostrando di possedere quella natura poliedrica tipica del Teatro Canzone. Nel 2011 e 2012 gli AEDO si esibiscono in numerosi concerti, dividono il palco con artisti di fama internazionale come i RADIODERVISH e LUCA MORINO, realizzano una tournee nazionale che li porta a suonare a ROMA e BARI, vincono il Concorso "Officine della musica" in occasione del quale viene prodotto un videoclip professionale del brano "Macarìa" realizzato dalla PUNTO EXE con la regia di Gianni de Blasi e sostenuto da diversi partner quali: UNIONE EUROPEA, PUGLIA SOUNDS, REGIONE PUGLIA, TEATRO PUBBLICO PUGLIESE, PUGLIA PER TUTTE LE STAGIONI.

Gli AEDO sono:
Giovanni Saccomanno voce e chitarra acustica
Eleonora Pascarelli voce
Mauro Pispico chitarra classica
Chiara Arcadi violino
Francesco Spada organetto
Giuseppe Donadei percussioni
Giorgio Kwiatkoswski basso


INFO

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lunedì 15 aprile 2013

PSY - GENTLEMAN M/V

ABBAZIA DI SAN MAURO SANNICOLA (Lupo editore) a cura di Sergio Ortese, gli Aedo e il progetto Archeosuoni al Monastero di S. Giovanni Evangelista a Lecce il 17 aprile 2013




Mercoledì 17 aprile 2013 ore 19,00 presso il Monastero di S. Giovanni Evangelista via delle Benedettine, 4 a Lecce è prevista la presentazione del volume edito da Lupo nella collana De là da mar a cura di Sergio Ortese dal titolo “ Sannicola – Abbazia di San Mauro. Gli affreschi sulla serra dell’Alto Lido presso Gallipoli”. Introduce Cosimo Lupo (Editore) presentano il volume Sergio Ortese (Direttore della collana ‘De là da mar’), Giuseppe M. Costantini (Restauratore di Beni Culturali). E previsto inoltre la presentazione del progetto Archeosuoni che verrà illustrato da Stefano Donno (giornalista di OverecoAgenza),  Luciano Pagano (scrittore di OverecoAgenzia); Giovanni Saccomanno (Aedo). Il progetto ‘Archeosuoni’ è un ambizioso progetto culturale che, attraverso la musica e specifici percorsi guidati, promuove la valorizzazione del patrimonio artistico meno noto della Puglia. Nel corso della serata gli AEDO* che presentano il loro ultimo lavoro dal titolo “Saluto al nemico” (Ululati, etichetta musicale di Lupo editore). 

Il libro - Il terzo volume della collana De là da mar di Lupo Editore, è dedicato ai preziosi affreschi medievali di San Mauro. La chiesa dell’antica abbazia italo-greca svetta tuttora sulla collina dell’Altolido di Gallipoli, lungo la direttrice per le marine di Nardò. L’importante monumento, per più di un secolo drammatico manifesto della marginalizzazione e dell’incuria del patrimonio storico-artistico meridionale, dopo coraggiose ed estenuanti battaglie civili, appare il protagonista di una rinascita culturale. Il risultato è da ascrivere soprattutto al Comune di Sannicola, il cui territorio comprende l’Altolido gallipolino, che ha acquisito la proprietà della chiesa di San Mauro e ne ha promosso recupero e valorizzazione, azioni emblematicamente rappresentate anche da questo libro. Questo volume, pure imperniato sulla qualità degli scritti, è dotato di un pregevole apparato iconografico, che esalta i dettagli, nonché di tavole grafiche di esemplare chiarezza. Il suo progetto editoriale conclude idealmente l’esemplare “restauro preliminare”, compiuto dal Comune di Sannicola e affidato allo Studio Costantini, dove gli affreschi sono stati sottratti a uno stato di “caduta spontanea” nonché riconosciuti nella loro reale ampiezza e scansione, e anticipa gli attesi esiti di un intervento degli Uffici periferici del Ministero BB.CC., dove, ripartendo da uno studio progettuale, si disvelano i brani pittorici inediti, già individuati, sotto agli scialbi, nel “restauro preliminare”. Gli autori del volume sono Mario Cazzato, Giuseppe M. Costantini, Manuela De Giorgi, Marina Falla Castelfranchi, Francesco Gabellone, Davide Melica, Sergio Ortese, Valentino Pace, Giovanni Quarta, Ritana Schirinzi. Il volume pubblicato da Lupo editore di Copertino ha ottenuto il Patrocinio della Provincia di Lecce, dell’Università del Salento (Facoltà di Beni Culturali), della Regione Puglia, ed ha avuto il contributo del Comune di Sannicola e della Proloco Lido Conchiglie.


AEDO - “Molto più che interessante, anzi intrigante e molto bello questo lavoro degli AEDO. L'album si apre con ACQUA e si chiude con PENELOPE, come se nell'andirivieni delle onde nel tessere e disfare una tela ci sia un attesa di qualcosa di positivo l'arrivo anche solo di una immagine benigna. Tra il brano di apertura e quello di chiusura splendidi brani sono Le orecchie del Re e La pancia del mostro. Bellissima anche LE TUE MANI. Le sonorità sono a volte rarefatte a volte forsennate come gli stati d'animo di una società in travaglio. Belli i testi con sfumature agrodolci e le sonorità che vanno dalla ballad a brani più potenti intersecati da un' etnicità mai banale.  Un disco da non perdere per nessun motivo: un disco che fa pensare sognare viaggiare sperare attraverso le splendide voci dei cantanti.” (Oliviero Malaspina)

AEDO - Nato nell’agosto del 2010, il progetto AEDO delinea un percorso lirico che si nutre delle radici del suono piegando il canto popolare alla riproduzione della natura. Dalla ricerca e riconsiderazione di antichi miti fino a giungere a testi di natura contemporanea, lo spettacolo proposto restituisce un ricercato immaginario arcaico che si distingue in contesti molto diversi dimostrando di possedere quella natura poliedrica tipica del Teatro Canzone. Nel 2011 e 2012 gli AEDO si esibiscono in numerosi concerti, dividono il palco con artisti di fama internazionale come i RADIODERVISH e LUCA MORINO, realizzano una tournee nazionale che li porta a suonare a ROMA e BARI, vincono il Concorso OFFICINE DELLA MUSICA in occasione del quale viene prodotto un videoclip professionale del brano “MACARìA” realizzato dalla PUNTO EXE con la regia di GIANNI DE BLASI e sostenuto da diversi partner quali: UNIONE EUROPEA, PUGLIA SOUNDS, REGIONE PUGLIA, TEATRO PUBBLICO PUGLIESE, PUGLIA PER TUTTE LE STAGIONI.

Gli AEDO sono: Giovanni Saccomanno (voce e chitarra acustica); Eleonora Pascarelli (voce); Mauro Pispico (chitarra classica); Chiara Arcadi (violino); Francesco Spada (organetto); Giuseppe Donadei (percussioni); Giorgio Kwiatkoswski (basso).


Info Lupo editore - http://www.lupoeditore.it/lupo/

Dancalia. Camminando sul fondo di un mare scomparso di Andrea Semplici (Terre di Mezzo). Intervento di Nunzio Festa



Il nuovo viaggio del "lucano" Semplici. Premesso che in realtà il giornalista e fotografo Andrea Semplici appartiene anagraficamente, per così dire, al capoluogo della Toscana, e quindi non alla Lucania dei boschi e del terziario che con la Fiat ha sostituito pezzi importanti dell'agricoltura, diciamo che "Dancalia. Camminando sul fondo di un mare scomparso", ultimo libro edito presso Terre di Mezzo, un po' comunque alla Basilicata appartiene. In quanto, in definitiva, prima che l'autore tornare a vedere la Dancalia, ovvero rimettesse anima e corpo nel nuovo peso, moderno assai e turistico persino, della lontana e davvero geograficamente marginale terra conficcata in uno sprofondo fra Etiopia ed Eritrea, il viaggiatore ha dimorato diversi mesi a Matera; ma eleggendo anche la città dei Sassi, oltre che come possibile domicilio pure a venire, punto di transito verso piccole marginalita nostre: da Castelmezzano a Pomarico, per dire. A scoprire, insomma, più usi e costumi. In un poco di tradizioni ancora in vita delle terre lucane. Semplici di libri di viaggio comunque ne ha scritti molti. E, per esser più puntuali possibile, dobbiamo aggiungere che "Dancalia" nasce soprattutto da viaggi dadati dell'esploratore fiorentino, che, tra le altre cose, dirige la rivista online Erodoto108. Legato idealmente a Kapuściński, Andrea Semplici ha visitato e vissuto, seppur solitamente per tempi non lunghissimi, in tante luoghi del vasto mondo. Da Cuba, per fare un piccolo esempio, alla Dancalia che adesso troviamo nella pagine pubblicate. Per Semplici, preme dire, e lo ricordiamo a leggere e parlare delle storie di transiti nel Pianeta a Matera e nella sua provincia, gli spostamenti sono sempre incontri. Coi luoghi. Con le persone. Dove la storia e le origini sono, appunto, tanto quelle delle lande vere e proprie quanto quelle dei popoli che fanno vita e morte nelle loro patria. Tra, per aggiungere solamente postille forse banali, rivoluzioni e sofferenze. La Dancalia, ricorda oggi l'apolide Semplici, è un deserto di sale che fa da calamita agli uccelli: uccidendoli. La Dancalia, sottolineerà Andrea Semplici con la sua scrittura odorosa di contatto con immagini e realtà diverse, è rocce che t'attirano coi loro psichedelici colori, e poi ti porta nella sabbie morte. Sarai fortunato, insomma, a trovare "la locanda di Madame Kiki" (approdo spuntato quasi in forma di miraggio - ai bordi del deserto).  "Ma la Dancalia è degli afar - si preoccuperà di spiegare appunto l'autore -, un popolo enigmatico e 'feroce' (così dicono cronisti e studiosi), che schiude la propria straordinaria umanità solo a chi, mettendo da parte gli stereotipi sull'Africa, sa stare 'fianco a fianco con la diversità'. Volti e scenari da scoprire oggi, prima che il turismo e le multinazionali minerarie stravolgano definitivamente la bellezza desolata di queste terre e dei loro abitanti". Perché il processo è in atto. Ché, sappiam bene noi, dove gli spazi sembrano o sono veramente incontaminati, si tratti della Dancalia dei fuochi infernali come del Pollino degli alberi in resistenza, gli appetiti e il consumo si fanno proposta indecente. Oppure addirittura presa d'assalto. 

Un maestro su tre ruote carico di libri

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Vampiri e copertine: 5 libri fra tendenze minimal e vintage - Foto - Panorama

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La recensione/ "Restare, partire" di Massimo Stragapede - Affaritaliani.it

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sabato 13 aprile 2013

MASSIMO STRAGAPEDE CON IL SUO “RESTARE, PARTIRE” (Lupo editore) ALLA FELTRINELLI POINT DI LECCE




MASSIMO STRAGAPEDE, autore di RESTARE, PARTIRE (Lupo editore)  incontra i suoi lettori lunedì 15 aprile 2013 alle  ore 18:30 alla FELTRINELLI POINT LECCE in VIA CAVALLOTTI 7 a Lecce.

Un interrogativo, un dilemma, un punto di partenza o di arrivo.Taranto, Italia del sud. Un territorio impoverito per decenni da un'industria parassita e da uno stato assistenzialista. Sospesa tra due mari, la città. Sospesa tra i suoi vicoli, la storia di due ragazzi qualunque. Mimmo, come in alcuni film, sogna di partire e andare via. Miriam, come in alcune canzoni, pensa di restare e cambiare le cose. Intorno a loro un sottobosco di personaggi di varia umanità: ignavi fancazzisti, spacconi del sabato sera, pseudo intellettuali, matrone da pianerottolo, aspiranti veline, filosofi in tuta blu. Personaggi e interpreti sul palcoscenico di un microcosmo ordinario e talvolta grottesco, sotto un cielo povero di aspettative e dai confini sempre a portata di sguardo. Su tutti, ansima il gigante siderurgico, disseminando veleni a norma di legge e promesse effimere di un futuro non sostenibile. Intorno, una meravigliosa natura che, nonostante tutto, resiste. Taranto. Italia del sud. Ma che potrebbe essere Danzica, Mumbai, l'Avana o Jakarta. Il dilemma resta universalmente identico. Oggi come ieri. Come probabilmente domani.

Gli Stagisti - Trailer Italiano - Dal 26 Settembre al cinema

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Libri: Gatti infiltrato in narcotraffico

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I primi libri di papa Francesco - Europa Quotidiano

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venerdì 12 aprile 2013

Baby K feat. Marracash - Non cambierò mai

Una vita ecologica per tutti, intervento di Vander Tumiatti*




Nel corso delle mie ormai note incursioni nel mondo dell’editoria, ho di recente scoperto un interessante casa editrice che consiglio di conoscere e approfondire, soprattutto per una certa qualità dei libri prodotti, ma anche per un non so che di eccentrico e intrigante, sia nella scelta della carta, sia nelle impostazioni grafiche: parlo della Lod Edizioni di Milano  http://www.logedizioni.it/). La mia attenzione, al di là del buon catalogo che viene proposto dall’azienda editoriale, è caduta su “Ecologica. La vita a basso impatto ambientale alla portata di tutti, a cura di Johanna Rossi Mason, Paola E. Cicerone e Sonia Minniti”.
Più volte ho toccato diverse tematiche prettamente “green” e non è la prima volta che mi occupo di un testo che trova il suo nucleo di ricerca sulle questioni di natura ecologica. Ma quest’opera ha non solo un suo appeal differente, ma anche un approccio sicuramente più innovativo. Lasciate che io entri da subito nel merito del libro, ne vale la pena. Siamo un paese di cui si può dire che, tra blog, riviste specializzate, e/zine settoriali, e programmi tv, l’argomento ecologia è ampiamente trattato, perfino troppo.
Dunque si presupporrebbe un’alta coscienza civile in tal senso – e utilizzo non a caso il condizionale – perché c’è ancora molta strada da fare e non solo in ambito prettamente eco/tecnologico ed eco/sofico, ma anche in altri aspetti, che incrociano percorsi adiacenti alla ecologia come la tutela del patrimonio storico/artistico/ambientale. Un ambito in cui persistono pesanti e rovinose lacune, che hanno prodotto e continuano a produrre innumerevoli danni. Ad ogni modo, nonostante un aumento significativo della coscienza ecologica, le persone continuano a ritenere i loro gesti quotidiani, o troppo piccoli o troppo insignificanti per l’ambiente, covando così frustrazione e un paludoso immobilismo.
A mio parere, il pregio principale di questo libro è quello di sottolineare, e in maniera forte, come molti comportamenti siano non solo facilmente accessibili, ma anche utili e creativi per l’ambiente, addirittura capaci di innescare un poderoso effetto di reazione a catena che conduce alla sensibilizzazione e alla diffusione di good practices, e quindi ad ottime soluzioni per il portafogli di ciascuno di noi. Un testo facile, pratico, direi indispensabile al giorno d’oggi, ricco di curiosità e di suggerimenti utili, trasformabili in atti concreti da chiunque.
Il libro è suddiviso in 13 capitoli che sanno sollecitare la curiosità del lettore: Eco-igiene, Eco-fashion, Eco-casa, Eco-mamme, Eco-matrimonio, Eco-feste, Eco-spesa, Eco-salute, Eco-turismo, Eco-beneficienza, Eco-ufficio, Eco-pet, Eco-filosofia.

Ecologica. La vita a basso impatto ambientale alla portata di tutti a cura di Johanna Rossi Mason, Paola E. Cicerone e Sonia Minniti (Editore LOG – Milano) – €14.90, pagine 303
(* Imprenditore e fondatore di Sea Marconi Technologies)



LIBRI: "Alla Corte Napoletana", di Mafrici - Napoli Magazine

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Al via ''Fiera del libro della Romagna'' . libreriamo.it - recensioni libri

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giovedì 11 aprile 2013

Le streghe di Salem - Trailer Italiano Ufficiale HD

VITA DI BORGATA. STORIA DI UNA NUOVA UMANITA’ TRA LE BARACCHE DELL'ACQUEDOTTO FELICE A ROMA di Roberto Sardelli (Kurumuny Edizioni)




Nell’ambito della rassegna “Periferie romane: ieri, oggi” venerdì 12 aprile 2013 alle ore 17,00 ci sarà la presentazione presso il CONSIGLIO METROPOLITANO di ROMA nella Casa della Città Autogestita in Via Giovanni Giolitti, 231 a Roma, la presentazione del volume “Vita di Borgata. Storia di una nuova umanità tra le baracche dell’Acquedotto Felice a Roma” di Roberto Sardelli edito dalla casa editrice salentina Kurumuny. Interverranno Roberto Sardelli autore del volume Vita di borgata; Enzo Scandurra autore del volume Vite periferiche. Solitudine e marginalità in dieci quartieri di Roma. Discutono con gli autori, Gualtiero Alunni, Gaia Pallottino, Lorenzo Romito.

Alla fine degli anni Sessanta (1968) un giovane prete, don Roberto Sardelli, fresco di seminario, formatosi poi alla scuola di don Milani, si è battuto per il riscatto esistenziale e morale dei baraccati di Roma. Coerente con la sua scelta di vita decise di andare a vivere nelle baracche vicino all’Acquedotto Felice proprio perché tra i baraccati, i suoi veri parrocchiani, più autentica sentiva la sua missione: don Roberto abbandonò ogni tipo di copertura clericale, ogni privilegio, e testimoniò una condivisione della loro esistenza, delle loro incertezze, delle loro speranze, delle loro lotte. Scrive don Sardelli “occorreva aprire una pagina completamente nuova che restituisse dignità alla scelta di un prete e dignità alle persone cui egli si rivolgeva” e “incidere su una coscienza narcotizzata dallo stigma dell’esclusione. Ridestare dal sonno la coscienza e condurla a mostrare con orgoglio quello che si era nella realtà e a non nascondersi umiliati, coperti di vergogna”.

Così animato da “un lampo di follia creativa” Roberto Sardelli fondò la Scuola 725, cosiddetta dal numero civico della baracca che la ospitava, e propose lo studio come leva per uscire da una situazione umiliante in cui la città li aveva gettati. Studio a tempo pieno: non solo per recuperare gli anni perduti in una scuola pubblica che li considerava ragazzi perduti ma aiutare quei giovani a prendere coscienza della situazione che li aveva discriminati con l’obiettivo di riconquistare dignità e umanità a chi era stato relegato ai margini della società.

Questo obiettivo fu recepito e un giorno i ragazzi della Scuola 725 scrissero una lettera aperta al sindaco Clelio Darida per denunciare la grave situazione abitativa per la quale la loro comunità soffriva da troppo tempo. Uno dei paragrafi di questa lettera recita così: “Il luogo dove viviamo è un inferno. L’acqua nessuno può averla in casa. La luce illumina solo un quarto dell’Acquedotto. (Dopo venticinque anni, nel 1970, è arrivata la luce elettrica. L’abbiamo presa con un attacco abusivo. Per questo siamo stati tutti denunciati dal Comune). Dove c’è la scuola si va avanti con il gas. L’umidità ci tiene compagnia per tutto l’inverno. Il caldo soffocante l’estate. I pozzi neri si trovano a pochi metri dalle nostre cosiddette abitazioni. Tutto il quartiere viene a scaricare ogni genere di immondizie a cento metri dalle baracche”. Nonostante siano passati anni dall’esperienza della Scuola 725, Vita di Borgata è un libro attuale, che, mutatis mutandis, ci racconta quelli che sono ancora oggi i problemi di un Paese che annaspa e fatica a trovare una via d’uscita da una crisi che non è solo economica ma soprattutto culturale, etica e sociale. Don Roberto ci insegna che la scuola è prioritaria sempre, anzi maggiore è il disagio socio-economico e maggiore è la necessità di un luogo dove si formino le coscienze, dove acquisire gli strumenti per la propria emancipazione, per costruire il proprio futuro, dove imparare a declinare la propria libertà. E quelle baracche dove vivevano cittadini italiani, in buona parte abruzzesi di origine, sono state sostituite altrove da altre baracche, dove vivono altri cittadini italiani ma di un’etnia diversa: i rom. E dalla parvenza di legalità delle murature realizzate tra gli archi dell’Acquedotto Felice si è passati all’illegalità da sgomberare delle lamiere messe insieme a ridosso delle sponde dell’Aniene o nei vuoti urbani, negli spazi abbandonati al degrado, da ripulire senza troppi scrupoli. “Proprio ora occorrono lampi di follia creativa. Purtroppo noto in giro troppe braccia penzoloni e altre pronte a rattoppare i guasti isolati e moltiplicati dalla crisi… Addormentati dalla cultura amnestica, non siamo più in grado di attingere dal “fu” e di raccogliere quel filo rosso che abbiamo lasciato cadere, ma che solo ci permetterebbe di ritrovare la follia là dove, impaurita, si è annidata. Ci resta difficile capire che la profezia ha il suo terreno di cultura nella privazione. Insomma viviamo un tempo triste, ma è anche l’occasione buona per costruire, e la scuola resta lo spazio principe per dare radici al progetto”.

Info

Torneo di scopa a coppie con “Le Salentine” e presentazione del progetto il 13 aprile 2013 al Porticciolo Roots Bar a Torre Sant’Andrea



Sabato 13 aprile, Il Porticciolo roots bar, organizza a partire dalle 17.30, il torneo di scopa a Coppie con “Le Salentine” le nuove carte da gioco che raccontano storie, personaggi, riti e miti del Salento! Sabato 13 aprile 2013 dalle 17.00, presso il Porticciolo roots bar a Torre Sant’Andrea. L’iscrizione al torneo è gratuita, per partecipare basterà presentarsi al locale, oppure chiamare il numero 334 7701620, o anche inviare un messaggio di partecipazione col nome della coppia alla pagina facebook del Porticciolo (https://www.facebook.com/ilporticciolo.rootsbar)
 In occasione del torneo, Kurumuny e B22 presenteranno il progetto delle carte da gioco “Le Salentine”, un progetto artistico che ha portato alla creazione del primo mazzo di carte da gioco del Salento. I premi previsti per i primi tre classificati consistono in: Primo premio: Cena x 2 presso il Ristorante Il Porticciolo comprensiva di: Antipasto, primo e secondo (Frittura); Secondo premio: Buono carburante del valori di 20 €; Terzo premio: Una bottiglia di prosecco.

Per info sull’evento:


«Il laboratorio creativo B22, costituito da Francesco Cuna e Alessandro Sicuro in collaborazione con la casa editrice Kurumuny, ha realizzato e promosso un inedito recupero figurativo, che ha condotto a una rilettura iconografica delle tradizionali carte da gioco napoletane. Un progetto stilisticamente genuino, che ricorda e riporta gli elementi della cultura contadina sul tavolo della contemporaneità e in particolare pone l’attenzione delle giovani generazioni attraverso l’antico e sempre vivo gioco delle carte. I peculiari elementi decorativi de “Le salentine” riguardano le brocche che sostituiscono le coppe, i lecci inseriti al posto dei bastoni, le tarante con i denari e le zappe al pari delle spade. Per quanto riguarda le figure dell’otto e del nove invece, i curatori del progetto B22, hanno ripreso e rielaborato negli abiti delle donne i costumi tradizionali di Cutrofiano, Calimera e Gallipoli mentre per quelli dell’uomo si sono rifatti all’abbigliamento degli antichi abitanti di Martano, Gagliano del Capo e Otranto; in tutti spiccano le minute ed eleganti rifiniture di fazzoletti bianchi, corpetti di color cremisi, gonnelle scure, coppole, calzette e scarpe con fibbie d’ottone. Nelle figure dei dieci vengono riproposte le immagini dei santi più popolari come san Giuseppe, sant’Oronzo, san Martino e san Paolo.
Quest’accurato e brillante intervento di sintesi figurativa, realizzato interamente a mano dopo una lunga serie di bozzetti, interessa un vasto repertorio culturale illustrativo, dal quale emerge un segno grafico agile e immediato che ben si attiene sia al valore simbolico della tradizione, che alla fedeltà stilistica del mero oggetto rappresentato come nei casi della zappa, della brocca con il simbolo del galletto o del ferro di cavallo. Il rinnovamento dell’immagine, il dinamismo pizzicato di alcune figure e l’attenzione per il dettaglio impresso in quei simboli arcaici come quelli del Dio che danza nella Grotta dei Cervi a porto Badisco, il volto barocco e antropomorfo del tre di lecci, la taranta o l’uroboros, danno rilievo ed eloquio a un codificato linguaggio figurativo, che lentamente è emerso dalle vicissitudini del tempo e della storia. Racchiuse sul retro dal monocromatico e stilizzato soffitto a cassettoni della Cattedrale di Otranto, le carte salentine si presentano come un piccolo teatrino tascabile, dove in pochi centimetri plastificati sono racchiuse storie, personaggi e territorio che a nostro piacimento potremo raccontare in qualsiasi momento».
(Giuseppe Arnesano sul Blog “L’arte tra le righe” CoolClub.it).

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